La società La Fenice Srl, aggiudicataria il 25 marzo 2025 della gara da quasi 1 milione di euro per il ripristino della Pineta di Castel Fusano dopo l’incendio del 2017, è a capo del c.d. Gruppo Pellegrini. L’imprenditore Mirko Pellegrini è stato arrestato ieri dalla Guardia di Finanza, insieme ad altre persone, perché accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture, corruzione, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio in almeno 75 appalti, molti ottenuti con ribassi al 30-40%, per un giro d’affari di circa 100 milioni di euro.
L’aggiudicazione della gara a La Fenice Srl, è avvenuta da parte del funzionario del Dipartimento Ambiente di Roma Capitale, Arch. Alessandro Clemente, Responsabile Unico di Progetto, che il 25 marzo ne ha dichiarato la regolarità dopo i controlli previsti per legge (Durc, Antimafia, Anac, etc.).
Saltano però all’occhio alcune anomalie.
1. MANCATA COMUNICAZIONE INTERNA
Proprio il giorno precedente, il 24 marzo, il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, con propria ordinanza, aveva prorogato l’ordinanza precedente del 26 novembre 2024 con la quale si era istituita, su segnalazione della Procura di Roma, una commissione ispettiva tecnica per verificare l’operato de La Fenice e di altre società del Gruppo Pellegrini sui lavori di realizzazione e manutenzione delle pavimentazioni stradali e dei marciapiedi.
Mirko Pellegrini per altro è già a processo per affari con le cosche calabresi.
Possibile che nessuno del Comune, a partire da Gualtieri, abbia avuto la buona idea di informare anche gli altri Dipartimenti, visto che da novembre 2024 la notizia delle indagini era diventata pubblica e il Comune di Roma stava collaborando con la Procura?
2. IL PROGETTO
Roma Capitale nel 2019 ha ottenuto finanziamenti del Ministero dell’Ambiente per il recupero ambientale e paesaggistico dell’area della Pineta di Castel Fusano, all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, che è stata percorsa dall’incendio nell’estate del 2017 in cui andarono distrutti 197 ettari. 30 riguardano l’area della pineta monumentale a sud‐ovest di via della Villa di Plinio e 167 l’area rimboschita nel 2002‐2003 che va da via della Villa di Plinio a Via del Circuito fino a via del Lido di Castel Porziano.
L’area è dentro la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano ed è gestita dal Comune di Roma tramite il Dipartimento Ambiente. Dal 2021, l’Arch. Alessandro Clemente è il Responsabile del preposto “Ufficio Promozione Riserva del Litorale Romano e Nulla Osta Edilizi” dove svolge l’istruttoria tecnica delle pratiche inerenti attività e/o interventi urbanistico – edilizi in siti ricadenti nella Riserva. Il suo obbligo è quello di elaborare, a fronte di ogni intervento nella Riserva, un parere tecnico da portare all’esame della Commissione Ministeriale della Riserva, composta da 5 membri più il Presidente, Romeo De Angelis.
Il costo complessivo del Progetto è stato quantificato in € 952.678,25. Il 47,71%, pari ad € 454.484,35, sono stati finanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il progetto è stato redatto dal Dottore Forestale Giacomo Feminò (Determinazione Dirigenziale rep. nr. QL 1721 del 29/11/2022). Il restante ammontare sono fondi del Comune di Roma derivanti da avanzi di amministrazione.
L’intervento, oggetto della gara vinta da La Fenice Srl, prevede la rimozione dei pini morti in piedi e di quelli sottomessi soprannumerari o instabili al fine di favorire l’evoluzione naturale verso la lecceta sottostante. Oltre alla rimozione dovrà essere effettuato il diradamento dei giovani popolamenti di pino domestico piantati nel 2002‐2003. In sostituzione, sono previsti 537 pini d’Aleppo di altezza 1,75 ‐ 2 m, soprattutto ai lati della Cristoforo Colombo, a distanza di almeno 5 m dal ciglio, oltre al trapianto di ulteriori 14.194 pini d’Aleppo e 3.747 piantine di latifoglie autoctone (tra cui 923 querce da sughero e 416 ornielli). I giovani pini e le piantine, per rendere più economico l’acquisto, devono essere consegnati in fitocella, cioè nei ‘sacchetti’ di nylon dove le piante sono state coltivate (hanno tutte 1-2 anni di età). Il costo dei 537 pini d’Aleppo è stato quantificato in 88,50 € e ognuna delle 14.194 piantine di pino in fitocella a 1,99 euro (per entrambi, escluso il trasporto sul luogo e la messa a dimora).
Perché allora a febbraio 2024 il Comune di Roma ha piantato proprio nell’area oggetto della gara aggiudicata a La Fenice i pini d’Aleppo acquistati con fondi PNRR e che dovevano essere trapiantati nell’area colpita dal gravissimo incendio del 4 luglio del 2000 e non da quello del 2017?
3. LA GARA
La gara è stata aggiudicata con il solo criterio del prezzo più basso avendo a base d’asta l’importo di euro 797.531,15, di cui euro 759.403,25 (soggetto a ribasso) e 38.127,80 (non soggetto a ribasso), ogni importo da maggiorare del 10% di IVA.
La Fenice Srl vince con un ribasso del 45%, per un importo globale (IVA inclusa) di 501.379,60 euro – vale a dire l’intero importo stanziato dal Ministero e, a questo punto, solo qualche spiccio del Comune – nonostante sia stato valutato “alto per i lavori da eseguire”.
Abbiamo dunque una gara per un importo sotto la soglia di 1 milione di euro, dichiarata non avere alcun “interesse transfrontaliero” per cui non è obbligatorio pubblicare il bando, un avviso pubblico estivo per individuare almeno 10 ditte interessate alla futura gara, la scelta tra queste di solo 5 partecipanti che però poi diventano 4 così da non dover escludere in automatico chi in gara presenta un’offerta anomala, come La Fenice Srl.
Per ultimo, il controllo: il ribasso del 45% è giustificato dal Comune e nessuno collega tale modalità di aggiudicazione a quelle analoghe che da oltre un anno erano sotto indagine. Il RUP, l’Arch. Alessandro Clemente, in assenza della Commissione Ministeriale della Riserva (rinominata solo il 22 novembre 2023), è andato in deroga al divieto previsto dall’art. 10 della legge quadro in materia di incendi boschivi n.353 del 21 novembre 2000, praticamente auto-autorizzando il progetto (senza parere della Commissione) in quanto è consentita, anche in aree incendiate, “la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente”. Queste opere ‘pubbliche’ sono la rimozione degli alberi morti non per l’incendio ma per la cocciniglia tartaruga, da cui discende il mega affare del riuso del legname come biomassa. Il tutto, affidato a La Fenice Srl sotto indagine della Procura e della Guardia di Finanza.
CONCLUSIONI
Al di là delle anomalie riscontrate, il risultato è che per questa estate i 197 ettari andati in gara saranno ad elevato rischio di incendio perché l’aggiudicazione sarà da rivedere.
Una buona amministrazione avrebbe evitato tutto ciò.
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Le fasi della gara sono state le seguenti
Nomina RUP (Alessandro Clemente) 06/12/2023 (D.D. rep.n. QL 1778)
Progetto esecutivo, disciplinare e indizione gara 13/12/2023 (D.D. rep.n. QL 1848)
Avviso pubblico manifestazione d’interesse 17/07/2024
Scadenza richiesta di partecipazione 01/08/2024
Invito di 5 operatori economici 14/10/2024
Scadenza presentazione offerte 12/11/2024 (presentate solo 4 offerte)
Verifica offerta anomale La Fenice srl 08/01/2025 (45% di ribasso)
Proposta aggiudicazione La Fenice srl 20/01/2025
Ultimi controlli (Antimafia, Anticorruzione) 04/02/2025
Prima Ordinanza commissione ispettiva 27/11/2024
Proroga Ordinanza commissione ispettiva 24/03/2025
Aggiudicazione definitiva 25/03/2025
Arresto Mirko Pellegrini 26/05/2024