Mentre le spiagge libere per ora non diventano attrezzate – perché i chioschi sono ancora in alto mare per il problema paesaggistico – e i Cancelli di Castelporziano non aprono – perché non è stata rinnovata la convenzione con il Comune di Roma – a Capocotta il Comune naviga come l’Andrea Doria nella nebbia speronata dalla Capitaneria di Porto.
Come avevamo preannunciato nei giorni scorsi (LINK), la Capitaneria ha formalmente imposto al Comune di Roma di dotare le spiagge di Capocotta di 1 bagnino ogni 100m, come previsto da ordinanza.
E cosa si inventa il Comune?
Nonostante i chioschi di Capocotta non si trovino su Demanio Marittimo, decide di trattarli come stabilimenti balneari, snaturando la loro funzione di presidio di tutela dunale come da noi denunciato in Commissione di Riserva Naturale Statale del Litorale Romano (LINK).
Nonostante il Dipartimento Patrimonio abbia ricevuto, anche quest’anno, 380.000 euro dalla Regione Lazio per la sicurezza a mare, chiede ai gestori dei chioschi, che nel frattempo sono diventati 6, di fornire a loro spese i bagnini.
Ricordiamo che il Comune di Roma può dare in convezione i servizi nel momento in cui non ha risorse (ma non in questo caso) o personale attraverso bando di gara, ma per l’ennesima volta si riduce all’ultimo minuto per poter ricorrere alla somma urgenza su un evento stagionale.
Non solo. I soldi, così come la spiaggia di Capocotta, sono gestiti dal Dipartimento Patrimonio che però decide, per non dover ricorrere a nuovi operatori, di delegare le sue competenze al Dipartimento Tutela Ambiente a cui spetta invece la gestione dei chioschi di Capocotta, così da poter fare una convenzione diretta con gli stessi per il servizio di assistenza bagnanti.
I gestori dunque vengono costretti di fatto dal Comune di Roma a fornire un servizio non previsto nella convenzione, ma anche a rivedere i loro margini operativi.
Il Comune di Roma non solo dovrebbe fornire i bagnini ma anche le postazioni di salvataggio che a Capocotta non ci sono mai state se non per iniziativa spontanea dei gestori dei chioschi.
Ci domandiamo dunque a cosa servano i 380.000 euro della Regione Lazio.
Rimane infine ancora il mistero delle competenze: a seguito della forte erosione che ha colpito anche la spiaggia di Capocotta, non è ancora chiaro se la Capitaneria di Porto abbia proceduto a rivedere la fascia di Demanio Marittimo (la c.d. Dividente Demaniale), visto che in diversi punti non c’è più e dunque il posizionamento dei bagnini non sarebbe possibile.