Roma cambia di nuovo passo sulla gestione del Litorale con la nomina di Carlo Mazzei (130mila euro l’anno) alla guida della “Rigenerazione del Litorale e Grandi Progetti”.
Legittimo, ma chi governa oggi il mare di Roma e con quali competenze?
Quello che è certo è che il Litorale è diventato solo questione politica, da centralizzare e controllare.
Mazzei è un urbanista, con esperienza nella macchina capitolina e nel coordinamento politico-amministrativo, vicino prima a Claudio Mancini e ora a Tobia Zevi.
Nulla sa di demanio marittimo, spiagge, concessioni balneari o gestione costiera.
Siamo passati da una gestione tecnico procedurale (e fallimentare) di Tommaso Antonucci, ad una gestione prettamente politico-fiduciaria. Non è un salto di livello: è una scelta di campo su un terreno ad altissimo rischio tra concessioni scadute, contenziosi, indagini giudiziarie, opacità amministrative, infiltrazioni criminali e pressioni di ogni tipo.
Dunque, a tutti questi problemi, l’amministrazione Gualtieri, in piena campagna elettorale, risponde con più controllo politico. Ma quando la competenza tecnica arretra, aumentano i ricorsi, si indeboliscono gli atti e cresce la distanza tra decisioni e territorio.
⛱️ Il mare è un bene comune e governarlo senza competenze significa spostare il problema, non risolverlo. Il suo futuro chi lo decide? I cittadini, gli interessi economici o i palazzi della politica?
Troppa politica in un settore ad alto rischio che avrebbe bisogno di una direzione tecnica indipendente e non permeabile in discontinuità col passato. La gestione del demanio marittimo richiede conoscenze giuridiche e procedurali altamente specialistiche, non di uno sherpa correntizio di palazzo. Perché si tratta di un ambito storicamente esposto a rendite e interessi forti, dove servono regole chiare, procedure aperte, controllo diffuso, non una nuova catena di comando in perenne gestione emergenziale con poca partecipazione, poca trasparenza e molta verticalità.
Ostia è un pezzo di città che chiede trasparenza, competenza e partecipazione, non l’ennesimo incarico fiduciario.
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