Sul tabellone di Ostiòpoli tira già aria di elezioni. Il count-down per le amministrative è partito, perché per i volponi della politica il 2027 è alle porte. E questo che sta per entrare è l’anno delle grandi scelte. Il “campo largo” prova a rimettere insieme i cocci. Pd e M5S, reduci da anni di governo locale più simili a una sit-com che a un’esperienza amministrativa, avrebbero trovato il loro volto del rinnovamento: Valeria Strappini, presidente Ascom, giovane, sorridente e immagine pulita.
È lei, dicono, la risposta alle stagioni imbarazzanti che hanno segnato Ostia: prima Giuliana Di Pillo, poi Mario Falconi. Due presidenze che ancora oggi fanno sudare freddo i piani alti dei partiti. Falconi, in particolare, è passato alla storia come il presidente della “Camporella”. Una vicenda che vide il suo nome sulla stampa (e non) associato al politico del X fermato in pineta dalla polizia locale, con l’auto in sosta vietata e in dolce compagnia. Da lì in poi, un crescendo. Memorabile quando, durante la conferenza stampa proprio sul Sexgate di Ostia, ammise di aver chiamato personalmente il comandante dei vigili per chiedere se fosse vero che i caschi bianchi avessero fermato… il “Presidente del Municipio”. Gelo in sala. Qualcuno dall’opposizione gli fece notare che il presidente era lui. Mancava solo la risposta: «Allora già so tutto». Roba da Scary Movie 3. Il “Leslie Nielsen di Ostia”. Impacciato ma determinato, recentemente, lo avrebbero visto anche scatenarsi in una festa privata sulle note di “YMCA” e “Sarà perché ti amo”. A confronto, i parenti di Checco Zalone a quel matrimonio con Capareza vocalist sembravano piccoli Roberto Bolle. C’è chi giura che neanche la Signora Coriandoli a Ballando si muoverebbe così male. Lui, felice tra una movenza e un “Se casca il mondo, almeno ci spostiamo”, non rinuncia alla danza con la sua giovane signora di piazza Gasparri.
L’imperativo in ambiente Pd è solo uno: voltare pagina.
Se Atene piange, Sparta non ride.
Anche perché i Cinque Stelle di uscite infelici se ne intendono. Indimenticabile il during-Covid della Di Pillo, citando Bergamo: «Volete vedere le bare sulla spiaggia di Ostia quest’estate?». O come quella volta in posa per la foto con Ferrara, Di Giovanni e l’ex assessore Ieva come i Beatles su Abbey Road per celebrare il rifacimento delle strisce pedonali davanti al Municipio. Applausi.
E allora ecco Strappini.
Secondo i rumors avrebbe già incassato l’ok della corrente dem che fa capo ad Emanuela Droghei (almeno così si vanterebbero i suoi rappresentanti sul territorio). Un “sì” sarebbe arrivato anche da una fetta dei pentastellati, quella che guarda a Paolo Ferrara, ex “badante” politico – così come fu ribattezzato allora dalla stampa locale – della Di Pillo. Il nome di Strappini non entusiasma tutti. Da quanto trapela, non convincerebbe Antonino Di Giovanni, fresco coordinatore M5S del X, che starebbe lavorando per una candidatura in proprio nel campo largo. I rapporti tra lui e Ferrara, si sa, non sono mai stati idilliaci. Coltelli sotto il tavolo.
Nel frattempo Strappini sembra aver accantonato i problemi dell’Ascom, che – raccontano – attraverserebbe una crisi identitaria tra uscite di associati storici ed elezioni imminenti. In molti si chiedono come possa rappresentare il commercio una presidente che, di fatto, non è titolare di alcuna attività: l’azienda di famiglia chiusa durante il Covid e anche l’attività di catering sarebbe stata dismessa. Il tempo, invece, lo dedica agli studi: Scienze Politiche. Casualità?
Pare stia frequentando il corso da remoto in un’università telematica. I malpensanti dicono per accelerare i tempi e arrivare puntuale con il titolo alla scadenza elettorale. Curriculum e facciata, almeno, sono salvi.
E gli altri? Non stanno a guardare. Il sottobosco si muove, le pedine avanzano. Ma per loro bisognerà aspettare il prossimo lancio di dadi.
Per ora, Ostiòpoli pesca un’altra carta. Casella: IMPREVISTI.
Certo, che confusione…
“Sarà perché ti amo”.