Idroscalo di Ostia – Letera aperta al Prefetto di Roma

Lettera aperta inviata oggi al Prefetto di Roma (Giuseppe Pecoraro), al Sindaco di Roma (Giovanni Alemanno), al Capo Segreteria del Sindaco (Antonio Lucarelli) e all’Assessore all’Urbanistica (Marco Corsini). I rapporti di trasmissione dei fax sono delle 13:42 (il fax anticipa la Raccomandata A/R).


Roma, 15.06.2010

Al Prefetto di Roma, Dott. Giuseppe Pecoraro

Oggetto: Idroscalo di Ostia – Ricorso al TAR del Lazio

Gentilissimo Prefetto Giuseppe Pecoraro,

In qualità di proponente del ricorso numero di registro generale 3870 del 2010 contro il Comune di Roma per l’annullamento dell’ordinanza n. 43  del 17 Febbraio 2010, che ha ordinato e disposto “… lo sgombero forzato immediato, a tutela della pubblica e privata incolumità, di ogni abitazione, locale, struttura ed edificio insistente in zona Idroscalo di Ostia, esposti a rischio di allagamento o isolamento”; visto il pronunciamento dell’ordinanza del TAR del Lazio, II Sezione, del 9 Giugno 2010; viste le inesattezze della memoria difensiva dell’Avv. Rodolfo Murra, dell’Avvocatura del Comune di Roma; visto il ruolo da Lei ricoperto, ritengo mio dovere di cittadino, nonché di professionista in ambito urbanistico, precisare che:

–    Le operazioni di sgombero e di demolizione sono terminate il 5 marzo, così come riportato dal TAR del Lazio, e non il 27 febbraio come invece sostiene l’Avv. R. Murra.

–    L’Avvocato Murra si permette una insinuazione di bassissimo lignaggio quando definisce le nostre considerazioni “politiche”. E’ scritto nell’ordinanza del Sindaco chiaramente che dovevano essere posizionate sul lato fiume le palancole a difesa dall’esondazioni del Tevere, operazione che non è mai stata eseguita. Dunque non è una nostra considerazione politica.

–    L’ordinanza è di Protezione Civile, che segue una prassi molto precisa e non prevede in alcun caso la demolizione delle abitazioni, che invece configura un’operazione di antiabusivismo. Lo stesso Ass. all’Urbanistica, Marco Corsini, durante la trasmissione Metropolis di RomaUno del 25 Febbraio u.s. (visibile anche su youtube), afferma che “…abbiamo fatto tanti interventi antiabusivismo, quasi mai ci siamo preoccupati con questa attenzione della sorte delle persone che potevano essere pregiudicate dalla demolizione di un manufatto abusivo”, confermando dunque la vera natura dell’operazione. Ma le operazioni di antiabusivismo seguono un iter completamente differente. L’Avv. Murra per altro sembra anche non conoscere la differenza tra “demolizione dei manufatti” e “bonifica dell’area”, quest’ultimo espressione è quella contenuta nell’ordinanza oggetto del ricorso.

–    Inoltre, lo stesso Ass. Corsini dichiara, sempre nella medesima trasmissione, che l’operazione era stata pianificata da mesi e prevista a ridosso del Natale 2009 e che, per ragioni legate alla natura delle feste, era stata posticipata. Dunque la mareggiata a cui fa riferimento l’Avv. Murra, quella degli inizi di Gennaio, non era la causa che giustificava l’ordinanza. Poiché l’Amministrazione deve tutelare l’incolumità dei cittadini, se il pericolo c’era, tanto da giustificare la formulazione dell’ordinanza di Protezione Civile, perché l’Amministrazione ha atteso sino al 23 Febbraio ?

–    L’area denominata “Idroscalo di Ostia” è considerata ad alto rischio idrogeologico (R4) per le probabili esondazioni del Tevere e non per le mareggiate, ma l’intervento ha riguardato il lato mare e non fiume.

–    Lo stesso Avv. Murra scrive che l’ordinanza riguarda “LO SGOMBERO DI OGNI ABITAZIONE INSISTENTE NELLA ZONA c.d. Idroscalo di Ostia” e la stessa Amministrazione capitolina, in molte occasioni pubbliche, ha dichiarato che questa è solo “la prima parte di un programma più ampio”, come si evince anche dalla stessa ordinanza. L’elenco delle abitazioni coinvolte nell’operazione considerate dunque a rischio per la incolumità degli abitanti era più ampia di quella che poi si è attuata, per cui, per le persone non sgomberate, il pericolo se c’era prima continua ad esserci tutt’oggi e ciò configura da parte dell’Amministrazione un comportamento anti-protezione civile. L’operazione di demolizione ha riguardato invece anche case che non erano in elenco allegato all’ordinanza, posto che la loro demolizione fosse legittima.

–    I tavoli di concertazione sono stati convocati dall’Amministrazione capitolina per concordare un crono programma di demolizione, che nulla ha a che vedere dunque con l’operazione svoltasi con l’ordinanza n. 43, visto che è decaduta il 5 Marzo u.s., come scrive il TAR del Lazio.

–    Contrariamente a quanto dichiarato dall’Ass. Corsini, sempre nella medesima trasmissione di cui sopra, i beni e le suppellettili non sono stati portati in “deposito comunale”, bensì in un terreno di proprietà privata.

Pertanto, essendo Lei Prefetto di Roma ed avendo Lei tra le sue funzione quella di mediazione e di raccordo tra le Istituzioni pubbliche e le varie componenti della società civile, nonché di responsabilità dell’ordine e della sicurezza pubblica, sovrintendendo al coordinamento degli intereventi di immediato soccorso per fronteggiare le situazione di emergenza in caso di calamità, Le chiedo un incontro urgente per avere un confronto con Lei su quanto è accaduto e su quanto accadrà agli abitanti dell’Idroscalo di Ostia.

Con i miei migliori saluti

Dott. ssa Paula de Jesus

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