Via Pinzolo e via Preore, Municipio Roma X. Strade pubbliche sulla carta, private nei fatti. Da quasi vent’anni una sbarra nega il passaggio. Chi doveva rimuoverla lo sapeva. E non l’ha fatto.
Una sbarra su una strada pubblica
All’Infernetto, Municipio Roma X, via Pinzolo è una strada pubblica. Lo dicono gli atti urbanistici del Comune di Roma, lo conferma il Programma Integrato (PRINT) n. 5 “Infernetto”, lo certifica la Polizia Locale.
Eppure da anni è chiusa da una sbarra che impedisce l’accesso anche a via Preore, anch’essa viabilità pubblica di quartiere. Chi ha messo quella sbarra? Chi la mantiene? E soprattutto: perché nessuno l’ha mai rimossa?
Il consorzio che non doveva più esistere
La chiusura delle strade viene attribuita al sedicente Consorzio “La Pinetina”, nato nel 1975 come Consorzio Volontario di Ristrutturazione Urbanistica e Lottizzazione. Un consorzio con uno scopo preciso: urbanizzare e poi consegnare le opere pubbliche al Comune.
Secondo una relazione tecnica d’ufficio depositata al Tribunale Ordinario di Roma (RG 74563/2021), quel consorzio: “ha raggiunto il proprio scopo già nel 1985 e non avrebbe avuto più motivo di esistere”. Quarant’anni fa.
Eppure il Consorzio ha continuato ad agire come se nulla fosse, gestendo strade che non gli appartenevano, fino alla recente “trasformazione” in Condominio “La Pinetina”, avvenuta il 4 giugno 2025. Una trasformazione che, per stessa ammissione dell’amministratore, è solo formale: stessa gestione, stessi poteri, stesso controllo sulle strade.
Strade pubbliche diventate “private” senza titolo
Qui il punto è cruciale. Via Pinzolo e via Preore non risulterebbero mai state di proprietà del consorzio. In alcuni atti di compravendita degli immobili interni alla lottizzazione non esiste alcuna comproprietà stradale. Negli atti urbanistici del Comune di Roma:
- il Consorzio non compare;
- le strade risultano pubbliche;
- la viabilità deve essere continua e aperta.
Quindi, con quale titolo quelle strade sono state chiuse? Risposta: nessuno.
La Polizia Locale lo dice chiaramente (dal 2007)
Il 4 giugno 2007 la Polizia Locale di Roma Capitale accerta l’abuso. In data 11 luglio 2024 lo ribadisce per iscritto, nero su bianco, al Municipio Roma X: “La sbarra è abusiva. Si invita ad un intervento in danno per la rimozione forzosa e il ripristino dello stato dei luoghi. Considerata la lunga inerzia, l’intervento è urgente”.
Diciassette anni dopo il primo accertamento, la sbarra è ancora lì.
Il silenzio dell’amministrazione
Il Direttore Tecnico del Municipio Roma X, ripetutamente sollecitato, non risponde. Nessun atto. Nessuna rimozione. Nessuna spiegazione pubblica. E intanto una strada pubblica resta chiusa. Con buona pace di cittadini, sicurezza, accessi, emergenze.
Da consorzio a condominio: l’operazione che “ripulisce” l’abuso
Nel 2025 il colpo di scena: il Consorzio “La Pinetina” si scioglie e rinasce come Condominio. Ma attenzione: un condominio può avere solo beni privati comuni. Se le strade sono pubbliche, non possono diventare proprietà condominiale per semplice delibera degli ex Consorziati che le avrebbero dovute cedere!
Eppure è ciò che è avvenuto: beni pubblici “assorbiti” nel patrimonio condominiale, senza titolo, senza atto di cessione, senza trascrizione valida. Un’operazione che solleva una domanda pesante: non siamo davanti a un’occupazione abusiva di suolo pubblico protratta nel tempo, con danno erariale?
Le responsabilità che nessuno vuole vedere
Qui non si parla di una sbarra qualunque. Si parla di: interdizione della pubblica viabilità; abuso edilizio su bene demaniale; inerzia amministrativa documentata; possibili responsabilità contabili per mancato intervento.
E di un precedente pericoloso: se passa questo principio, chiunque può chiudere una strada pubblica e poi “sanarla” col tempo.
Dunque, chi doveva intervenire lo sapeva. Chi poteva rimuovere la sbarra poteva farlo. Chi oggi tace continua a coprire una situazione illegittima. Allora la domanda non è più se la sbarra sia abusiva. La domanda è: perché, dopo 17 anni, dal 2007, è ancora lì?