Polo Natatorio: interviene la Prefettura sugli ordigni bellici.

XIII Municipio, 30 Agosto 2008 – Sappiamo tutti che i cantieri edili costituiscono un settore di attività che espone i lavoratori a rischi particolarmente elevati e che sono caratterizzati da un tasso di mortalità altissimo. Da qui la necessità di redigere un Piano di Sicurezza da parte delle ditte interessate su indicazione della valutazione dei rischi dell’area fornita dalla stazione appaltante, oggetto però fino ad oggi sconosciuto per il cantiere del Polo Natatorio. In realtà, in tema di ordigni bellici, la Legge è chiara. Il D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626 prevede la responsabilità diretta del Direttore dei Lavori o del Responsabile della Sicurezza in caso di omissione della valutazione del rischio residuo derivante dalla presenza di un eventuale ordigno inesploso in area cantiere. Ma nel procedimento di gara per la realizzazione del Polo Natatorio, non è prevista questa voce. Solo dopo l’esposto presentato da LabUr XIII il 19 Agosto, è stata fatta richiesta delle indagini preliminari per un’eventuale bonifica dell’area, quando invece sin dal 1995 era nota la pericolosità. In pratica, nessuna indagine storica o indagine geofisica in sito sono state attuate come misure preventive di analisi e valutazione del rischio bellico. Eppure la carta qui allegata parla chiaro: il litorale romano è una discarica bellica.

Abbiamo avuto su questo il pieno supporto del X Reparto Infrastrutture di Napoli, ma soprattutto la nota emessa dalla Prefettura di Roma (Prot. 73709/199/2008 del 29 Agosto 2008) in cui si da seguito al nostro esposto sostenendo che la bonifica sarà eseguita nell’area del Polo Natatorio. Ricordiamo che esistono due tipi di bonifiche che devono essere fatte su quest’area. Quella superficiale, da eseguirsi su tutta l’area del cantiere per individuare gli ordigni fino a 1 metro di profondità. Quella profonda (fino anche a 5 metri, nel nostro caso) quando si verificano movimenti di terra a oltre 1 metro di profondità (sull’area del Polo Natatorio si scaverà fino a 4 metri, per un impegno di circa 100.000 metri cubi). Che l’Ing. Claudio Rinaldi, attuale Commissario Delegato, sostenga che questo era previsto nella procedura di gara, ci lascia sorpresi, considerato che non era stata inserita questa voce nel cronoprogramma dei lavori. Sembrerebbe altresì strano che proprio ieri si siano eseguite attività di trivellazione in profondità (a cui hanno assistito decine di testimoni, con tanto di foto) in un’area ancora da indagare da un punto di vista bellico. Può essere che sotto non ci sia nulla, ma se si dimostrasse anche il contrario qualcuno dovrà comunque rispondere penalmente di ciò che ha fatto ieri, esponendo la Cittadinanza a un rischio non dichiarato continuando i lavori anche dopo la sospensione del cantiere intimata dai Vigili Urbani.

LabUr – Laboratorio di Urbanistica XIII

Il Presidente

dr.Ing. Andrea Schiavone

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