IDROSCALO DI OSTIA 15 ANNI DOPO E IL DIRITTO DI RESTARE

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250505_090548_0000A distanza di 15 anni dal criminale sgombero parziale dell’Idroscalo di Ostia (23 febbraio 2010) nulla è cambiato tra mille false promesse di rinascita dell’area sbandierate dalle giunte Alemanno, Marino, Raggi e Gualtieri.

L’occasione per rinnovare la condanna e ragionare sul futuro degli abitanti sarà la presentazione del libro di Stefano Portelli (”Il diritto di restare”, Carocci Editore) il prossimo 5 maggio (ore 17:00) presso Palazzo Valentini sede della Provincia di Roma dal 1873 (oggi, Città Metropolitana di Roma), nel cuore della Capitale, in via IV Novembre, 119/a. Un libro che a tutti gli effetti è un ‘manuale’, che espone, in modo ampio ed esauriente, i decenni successivi alla grande stagione delle lotte per la casa, quando migliaia di persone trasferite sul litorale iniziarono a sentirsi deportate, sradicate, più isolate che nei vecchi quartieri di appartenenza, finendo in quel lembo di terra alla foce del fiume Tevere.

 

LabUr sarà presente con la dr.ssa Paula De Jesus che da sempre ha costituito il baluardo di difesa urbanistica e sociale contro la speculazione di quel periodo che voleva una vera e propria deportazione degli abitanti nei residence a favore del raddoppio del limitrofo Porto Turistico di Ostia maturato ai tempi d’oro di Mafia Capitale, scoperchiata solo 3 anni dopo. Per ogni approfondimento, rimandiamo alla raccolta degli articoli in materia (1) ed in particolare a due, dove si descrive il lungo e ancora non definito censimento demaniale (2) e il conseguente riordino catastale dell’area (3) passaggi fondamentali per la rinascita dei luoghi.

 

Screenshot_2025-05-05-09-16-23-54_a1b1bbe5f63d5b96c1a0f87c197ebfaeIn anteprima, mostriamo qui di fianco la nuova delimitazione del demanio marittimo, confinante con quello fluviale, avviata il 27 aprile 2022 (su sollecito di LabUr) che ha avuto come elementi di contestazione

– la necessità di definire la delimitazione in maniera corretta al fine di caratterizzare l’area sotto il profilo giuridico di competenza

– la necessità di distinguere il rischio allagamento se causato in prevalenza dalle piene fluviali o dalle mareggiate

 

Screenshot_2025-05-05-09-17-13-93_a1b1bbe5f63d5b96c1a0f87c197ebfaeCome si vede, la proposta del 2022 (a sx, ottenuta dopo ben 6 verbali), non è riportata ad oggi (a dx, 2 maggio 2025) nel Sistema Informativo del Demanio marittimo che rappresenta lo strumento ministeriale condiviso per la gestione unitaria informatizzata dei dati relativi all’amministrazione del Demanio marittimo, al fine di consentire la puntuale identificazione e conoscenza del suo reale stato d’uso. Una grave negligenza che di fatto impedisce ogni riqualificazione urbanistica del luogo.

 

Inutile dunque citare tutte le sciocchezze raccontate dalla Giunta Gualtieri e da quella Falconi del Municipio X sulla delocalizzazione degli abitanti in altre aree (l’ex centro Tennis Azzurro di via Mario Ruta, ad Ostia Ponente) e sulla sedicente ‘rigenerazione urbana’ (4).

La novità invece viene da una recente sentenza della Corte di Appello di Roma (Sezione VIII Civile del 06/03/2025, presieduta dalla Presidente Franca Mangano) (5).

La sentenza chiarisce, come LabUr ha sempre rilevato, che solo la presenza ricorrente di piene ordinarie del fiume conferisce al bene il carattere della demanialità, diversamente non riconosciuto se trattasi di piene occasionali o addirittura dovute alle mareggiate (come accaduto all’idroscalo a causa dell’onda marina risalente il fiume sotto l’effetto di particolari condizioni ventose e in presenza di affioranti depositi sabbiosi alla foce).

 

L’evento del 5 maggio rappresenterà pertanto una pietra miliare per l’Idroscalo di Ostia, all’interno del Giubileo della Speranza, definito da Papa Francesco, il Papa degli ultimi, come “segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza”. Speriamo dunque che il Comune di Roma, responsabile del criminale sgombero del 2010, sia con la sua presenza in grado di garantire agli abitanti dell’Idroscalo “il diritto di restare”.

Che cosa ne è stato degli abitanti dei borghetti autocostruiti intorno a Roma, le cosiddette “baracche” demolite negli anni Settanta? Il libro dell’antropologo Stefano Portelli, “Il diritto di restare – espulsioni e radicamento tra Roma e Ostia” – Carocci Editore, racconta i decenni successivi alla grande stagione delle lotte per la casa, quando migliaia di persone trasferite sul litorale iniziarono a sentirsi deportate, sradicate, più isolate che nei vecchi quartieri. Appuntamento dunque oggi, 5 maggio 2025 alle 17, presso Palazzo Valentini a Roma.

 

(1) LINK 1

(2) LINK 2

(3) LINK 3

(4) LINK 4

(5) LINK 5

 

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