Sono della defunta amante di Adolf Hitler, la Baronessa Sigrid von Laffert, la gran parte dei terreni della Pineta delle Acque Rosse dove la Città Metropolitana di Roma, guidata da Roberto Gualtieri, sta procedendo alla forestazione con fondi PNRR per 1,8 milioni di euro.
Da quanto emerso dopo complessi accertamenti catastali e patrimoniali sembrerebbe che il Comune di Roma non abbia realmente la piena disponibilità giuridica dell’area.
Sigrid von Laffert (nella foto di copertina, la prima da dx) divenne proprietaria di molti terreni della famiglia Aldobrandini nel 1970. Molti di questi, prima della sua morte avvenuta nel 2002, confluirono in una società con sede in Lussemburgo, la Neulaband s.a., mentre altri rientrarono in Italia con la Neulaband s.s. lasciando invariati al catasto i rimanenti. Il problema è che ancora oggi, nell’area che va dalla Pineta fino al Tevere, risultano per l’Agenzia delle Entrate ben 56 ettari ancora intestati alla Von Laffert, senza che nessuno ne abbia aggiornato la proprietà dopo 23 anni dalla sua morte.
Dunque, nell’area interessata dalla forestazione con fondi PNRR troviamo di fatto particelle di proprietà Aldobrandini, non dichiarate perché intestate alla baronessa defunta, e lungo la riva del fiume Tevere (dietro l’argine che corre a fianco di via Tancredi Chiaraluce) e particelle di proprietà della Neulaband s.s., sempre di Aldobrandini, un’area che sarà a breve anch’essa oggetto di una nuova speculazione.
Sarebbe a questo punto opportuno che il Comune di Roma dimostri con chiarezza la disponibilità giuridica dei terreni di proprietà della Baronessa Von Laffert interessati dalla forestazione, considerato che gli stessi erano già stati inclusi nel 1996 nel Piano di Riqualificazione Urbana (PRU Ostia Ponente) che prevedeva proprio lo stesso intervento, ma a carico della lussemburghese Neubaland s.a per 13 miliardi di lire.
Questi fumosi grovigli societari che caratterizzano passaggi di proprietà avvenuti all’estero e in parte già finiti in contenziosi processuali negli anni ‘70, ricordano, con preoccupante somiglianza, le vicende delle ‘case di sabbia’ della Moreno Estate srl sempre ad Ostia Ponente (un camuffamento della famiglia Armellini che va avanti da 50 anni). Non si sa infatti con certezza se sia regolare la proprietà vantata dei terreni Aldobrandini da parte della Baronessa fondatrice della Gioventù Hitleriana. Come LabUr, ancora una volta, come nel caso della Moreno Estate, faremo di tutto per evitare che il Comune di Roma tratti compravendite o agevoli società con sede nei paradisi fiscali.
Da un rapido conteggio, sono più di 45 le particelle (dalla pineta al fiume) su cui il Comune di Roma vuole investire ingenti risorse per la ‘riqualificazione urbana’, non avendo però eseguito alcun approfondimento patrimoniale. Chiederemo dunque che l’Assessore al Patrimonio del Municipio X, Guglielmo Calcerano, avvocato, portavoce dei Verdi, legato politicamente ad Angelo Bonelli, proceda ad una urgente verifica degli atti di provenienza per evitare un danno erariale imputabile ad una evidente negligenza della pubblica amministrazione.
Qui di seguito, una sintetica scheda tecnica.
SCHEDA TECNICA
L’intervento di forestazione urbana in corso presso la c.d. Pineta delle Acque Rosse ad Ostia, finanziato dal PNRR per circa 1,8 milioni di euro, comprende due terreni che, al catasto, risultano essere di proprietà di una Baronessa tedesca, Sigrid Laffert, amante di Hitler, imparentata con la famiglia Aldobrandini e morta a Berlino nel 2002. Nella mappa che abbiamo ricostruito, i terreni interessati dalla forestazione sono in verde. I due della Laffert hanno bordo rosso. Si nota che anche altri terreni nei pressi (anch’essi bordati di rosso) risultano ancora intestati alla defunta Baronessa, per un totale di oltre 56 ettari.
Dunque, dei 17,99 ettari totali di forestazione, 2 terreni (le particelle del foglio 1079 nr. 2621 e 2626p), per un totale di 11 ettari, non risultano essere del Comune di Roma. Tuttavia è stabilito che, ai fini dell’ammissibilità per l’erogazione dei fondi, la forestazione può essere realizzata su terreni di cui i comuni della Città Metropolitana (in questo caso Roma) hanno la disponibilità giuridica che non implica però la proprietà.
La questione si fa ancora più interessante in quanto l’intervento di cui sopra risultava già compreso nel c.d. Piano di Riqualificazione Urbana ‘Ostia Ponente’ (PRU) adottato nel 1996: Intervento Pubblico n.1, “Acquisizione ed assestamento forestale delle pinete dell’Acqua Rossa ed aree limitrofe”. Tale intervento doveva essere però finanziato al tempo per un importo di 13 miliardi di lire dalla Neulaband s.a., fondata nel 1992 con sede in Lussemburgo e domicilio fiscale in Roma (c.f. 97093040588, p.iva. 05302301006) che è subentrata in moltissimi terreni alla baronessa Laffert, ma non sui due indicati interni alla forestazione.
Nel 2004 ancora si scriveva che “è previsto l’intervento di valorizzazione della Pineta delle Acque Rosse”. Ad oggi la situazione catastale apre dunque un grosso dubbio: come è possibile che nel 2025, a fronte di un intervento con fondi PNRR, non sia stato aggiornato il catasto in termini di proprietà? Oppure l’acquisizione prevista nel PRU non è mai stata perfezionata? Di quale disponibilità giuridica si avvale il Comune di Roma per intervenire con la forestazione su terreni di altra proprietà per altro defunta?
LE DUE NEULABAND
La Baronessa Von Laffert è legata sia alla lussemburghese Neulaband s.a. che alla italiana Neulaband s.s. e risulta ancora proprietaria di altri numerosi terreni, per un totale di 56 ettari (precisiamo che in Neulaband s.s. l’abbreviazione “s.s.” indica “società semplice” e non SchutzStaffel cioè l’organizzazione paramilitare nazista fondata da Hitler). Come per la società lussemburghese, anche per la italiana Neulaband s.s. (c.f. 08562921000), il legame con la famiglia Aldobrandini è evidente, non solo per avere come legale rappresentante Clemente Federico Aldobrandini (Roma, 4 maggio 1982), ma anche perché nello statuto si legge “gestione dei beni Aldobrandini”. Da questo particolare già emerge che la proprietà finale è della famiglia di origini nobiliari, camuffata al catasto da altre intestazioni.
La Neulaband s.s. è stata costituita l’8 giugno 2005 (dopo quella omonima lussemburghese) e Clemente Federico Aldobrandini, figlio del Principe Camillo Giovanni Giuseppe Aldobrandini (21 maggio 1945), risulta esser stato nominato legale rappresentante solo nel 2019, preceduto da Nicola Spinelli e Luca Ferri, che ancora compaiono nell’intestazione di alcuni terreni.
A differenza dei terreni della Baronessa Von Laffert, i terreni della Neulaband s.s. sono situati a ridosso del Tevere, in sponda sinistra, dietro l’argine, a partire del depuratore di Ostia (su via Tancredi Chiaraluce) in poi (fino a via delle Orcadi). Questi terreni, che non appartengono al demanio fluviale della Regione Lazio, sono dichiarati insistere in area golenale, intendendo per ‘golena’ l’area compresa tra un argine ed un corso d’acqua (il Tevere).
Invece la Neulaband s.a, oltre che nell’ambito dei PRU di ‘Ostia Ponente’ (intervento pubblico n.1 e proposte urbanistiche B5 e B4), risulta titolare anche della proposta inserita nel Patto Territoriale di Ostia e Fiumicino relativa al progetto per la realizzazione di un parco naturalistico, birdWatching; con punto di ristoro nell’isola di Tor Boacciana.
LA BARONESSA SIGFRID VON LAFFERT
La baronessa Sigrid Alice Ernestine Cecile Luise Claudia Helma Frieda von LAFFERT (Bad Doberan, 18 gennaio 1916 – Monaco, 8 settembre 2002) (LFFSRD16A58Z111E) sposó a Berlino il 27 dicembre 1940 il conte Johannes Von Welczeck (Santiago, 1 ottobre 1911 – Caracas 4 marzo 1969), fratello della Principessa Louise Rosario Trinidad Bernardette Aldobrandini (Dresda, 20 Agosto 1913 – Frascati, 25 Settembre 2000) a sua volta moglie del Principe Clemente Aldobrandini (Frascati, 27 Giugno 1891 – Roma, 8 marzo 1967) di cui è figlio Camillo Giovanni Giuseppe Aldobrandini (21 maggio 1945), padre di Clemente Federico Aldobrandini legale rappresentante della Neulaband s.s. (quella italiana).
Laband, terra natía dei Von Welczeck, è il nome tedesco di Łabędy, un distretto di Gliwice (Gleiwitz) nel voivodato della Slesia, nella parte meridionale della Polonia, circa 270 chilometri a sud-ovest della capitale Varsavia e circa 90 chilometri a ovest di Cracovia.
Ecco dunque il motivo del nome “Neulaband” dato alle due società: in pratica quella che noi chiamiamo Nuova Ostia dovremmo chiamarla ‘Nuova Laband’.
LA VICENDA PROCESSUALE DELL’EREDITÀ ALDOBRANDINI
Il nome di Sigrid Von Laffert compare in un contenzioso processuale del 1974 come acquirente in Svizzera (notaio, Marco Gambazzi, atto redatto dopo la morte di Ferdinando Aldobrandini, 16 dicembre 1969) di circa 180 ettari di proprietà Aldobrandini a un prezzo troppo inferiore rispetto a quello di mercato: 400 milioni di lire invece di 6 miliardi. Non è mai stato accertato fino in fondo se si fosse trattato di un sistema per evadere il fisco o per esportare valuta all’estero. Di certo gli Aldobrandini non avevano svenduto quel terreno, inserito nell’allora unica zona di Ostia destinata ad espansione urbanistica che andava da via delle Baleniere fino al fiume Tevere. Come abbiamo visto, la Baronessa Von Laffert era la cognata di Livia Aldobrandini e l’atto svizzero di Gambazzi verrà registrato a Roma (senza la necessaria autorizzazione ministeriale) solo il 17 luglio del 1970.
A quel tempo, si aprì un procedimento penale nei confronti degli eredi Aldobrandini per truffa, falso e frode fiscale, attivato da parte di alcuni costruttori a cui erano stati promessi quei terreni. Le accuse agli Aldobrandini vennero mosse dal sostituto procuratore romano Domenico Sica e fatte proprie dal giudice Istruttore Pizzuti, contestando in sostanza di aver fatto sparire dall’eredità quei 180 ettari (di cui rimangono i frammenti sopra visti).
CONCLUSIONI
Che gli Aldobrandini abbiano, attraverso società di comodo e atti falsi stipulati in Svizzera, compiuto un tale reato non è mai stato dimostrato in pieno, tant’è che al tempo neanche il Ministero delle Finanze si costituì parte civile. Resta il fatto che sono passati 50 anni e che al catasto il nome della Baronessa Von Laffert ancora si impone all’interno di atti pubblici la cui trasparenza amministrativa è tutta da dimostrare.
Eppure non sarebbe difficile fare come in Corsica, dove dopo quasi 50 anni, sono rientrati dalla Svizzera in Italia a marzo del 2024 le proprietà di Clemente Federico Aldobrandini, intestate alla società lussemburghese Bubika s.a., costituita nel 1973, che ha deciso il trasferimento della sede legale al nostro Paese sotto forma di srl. Ben 400mila metri quadrati, ubicati nel comune di Sartène nella Corsica del sud.