Via al bando di affidamento dei 5 chioschi storici sulla spiaggia di Castelporziano con l’approvazione dell’Assessore al Patrimonio del Comune di Roma, Tobia ZEVI. Ma quella spiaggia non è patrimonio comunale.
Eppure il Direttore, Tommaso ANTONUCCI – firmatario del disciplinare tecnico e della Determinazione Dirigenziale (n.rep QC/1653, n.prot. QC/78946 del 11/06/2025) con cui è stato dato il via al bando – afferma che il titolare della concessione demaniale marittima della spiaggia di Castel Porziano sarebbe il Dipartimento Patrimonio del Comune di Roma.
Si tratta di un falso, visto e preso atto che, mediante accesso civico generalizzato, LabUr è venuto in possesso della suddetta concessione demaniale, alla data odierna intestata a Mario FALCONI, presidente del Municipio X, con scadenza il 31 dicembre 2029.
Neppure ha valore la temeraria richiesta fatta dal Dipartimento alla Capitaneria di Porto (n.prot. QC/120468 del 15/12/2023) di estendere la concessione per altri 20 anni, nonché di ottenere la “voltura” di essa al Dipartimento stesso.
Premesso che nel Codice della Navigazione non è contemplata la “voltura” di una concessione ma solo il subentro (art.46), la giurisprudenza ha consolidato il principio che nel caso di non risposta dell’Ente concedente neppure vale il silenzio assenso. Pertanto l’intestatario della concessione non può essere comfutato: è Mario FALCONI.
E’ curioso quindi che il Comune di Roma, nel caso di cambio dell’intestatario, abbia assimilato la concessione (= contratto pubblico) ad una semplice utenza e non abbia invece applicato quanto richiesto dalla legge vigente in materia di trasferimento di gestione del bene concesso.
Inoltre, il passaggio di competenze in materia di demanio marittimo tra Municipio X e Dipartimento Patrimonio riguarda solo le concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo che non comprendono assolutamente quella di Castel Porziano perché ricadente nella convenzione con la Presidenza della Repubblica datata 1965. Tale concessione dovrebbe avere, per legge, come intestatario, il vigente Sindaco di Roma o chi per lui delegato. Al Dipartimento Patrimonio spetta la gestione, NON della concessione, ma solo dei 5 chioschi in quanto immobili di proprietà del Comune di Roma anche se privi di titolo edilizio (insomma un abuso ‘tollerato’).
Il bando, oltre ad essere un falso in atto pubblico, è anche illegittimo perché non affida solo i 5 chioschi, ma anche tutte le attività principali e secondarie della suddetta concessione demaniale, ai sensi dell’art. 45-bis del Codice della Navigazione. In altre parole, la sedicente ‘stazione appaltante’, cioè il Dipartimento, finisce per essere il soggetto di diritto al posto del concessionario (Mario FALCONI), assimilando in maniera impropria la spiaggia a libera fruizione di Castel Porziano (come previsto dalla convenzione presidenziale) a una spiaggia libera attrezzata.
Ma le irregolarità non finiscono qui.
La più eclatante, grottesca e imbarazzante, sintomo della sciatteria istituzionale esercitata congiuntamente dal Dipartimento e dall’Assessorato al Patrimonio, è quella che coinvolge il cosiddetto lotto C2 del bando, identificato al NCT del Comune di Roma al foglio 1143 p.lla 81 (per intenderci, quello al secondo cancello) che però non è incluso nella concessione.
Per non parlare delle licenze commerciali dei chioschi o della responsabilità dello spurgo delle fosse biologiche, visto che i bagni di Castel Porziano non solo non hanno regolare titolo edilizio, ma neppure sono allacciati in fogna.
Dulcis in fundo, se nel 2024 il Comune ha riconosciuto ad ognuno dei 5 chioschi l’importo di 126 mila euro per i seguenti servizi aggiuntivi:
servizio di assistenza bagnanti e salvamento a mare, pulizia bagni nei manufatti di servizio, allestimento spiaggia, spurgo delle fosse biologiche dei manufatti di servizio, fornitura e montaggio passerelle, fornitura e montaggio pedane disabili, servizio apertura e chiusura cancelli e pulizia manuale della spiaggia, fornitura sacchi e secchioni per raccolta rifiuti, copertura per una postazione di salvataggio, copertura e allestimento postazione bagnino, livellatura arenile e pulizia varchi a mare, allestimento bagni chimici disabili
a cui va aggiunto l’importo di € 383 mila euro (presi dall’identico finanziamento erogato nel 2024 dalla Regione Lazio per la ‘sicurezza a mare’!) per la pulizia, vagliatura e raccolta rifiuti presso la spiaggia Castel Porziano (AMA), quest’anno si gioca al ribasso.
Per ogni chiosco viene posto a base di gara l’importo di 126 mila euro quale contributo pubblico riconosciuto dal Comune di Roma all’affidatario per l’espletamento degli servizi oggetto di affidamento (gli stessi del 2024) addirittura premiando con 30 punti su 100 il ribasso percentuale su tale importo.
Come faranno i nuovi affidatari a garantire gli stessi servizi dello scorso anno con un importo inferiore? Rialzando i prezzi (senza controllo) della ristorazione, del noleggio di lettini e ombrelloni o addirittura affidando a terzi (subappalto) le attività di smaltimento rifiuti e spurgo delle fosse biologiche, il tutto senza alcun controllo e solo per un anno e forse (se ogni cosa andrà liscia) non prima del 7 luglio?
Puntualmente, come avevamo denunciato in tempi non sospetti, si utilizza la ‘somma urgenza’ (come se nessuno sapesse che anche per Castel Porziano la stagione balneare inizia, ogni anno, il 1° maggio). La durata del bando viene quindi ristretta a soli 15 giorni. Dunque è con ogni evidenza un bando pubblico preparato per i soliti pochi noti e che azzera quell’interesse transfrontaliero alla base del principio della libera concorrenza.
Segretariato della Presidenza della Repubblica, Capitaneria di Porto di Roma e Agenzia del Demanio, in rigoroso silenzio. Tanto, un piatto di telline ci scappa per tutti visto che più che la spiaggia anche in questo caso, come per le spiagge di Ostia Ponente (LINK), ciò che interessa è la ristorazione, cioè, come si dice a Roma, ‘magnà’.