La truffa di agosto sui Piani di Edilizia Economico Popolare di Roma

L’ennesima truffa fatta di agosto. Si tratta della deliberazione nr.55 dell’Assemblea Capitolina datata 25 luglio e relativa alla modalità di recepire fondi per l’acquisizione di aree da utilizzare per la realizzazione di Piani di Zona, per risolvere il contenzioso con i proprietari espropriati e per realizzare e/o completare le opere di urbanizzazione previste nei Piani di Edilizia Economica Popolare I e II, vale a dire ben 115 quartieri di Roma (le famose ‘167’). A rimetterci saranno i cittadini, da Acilia e Dragoncello a Casal Monastero e Lunghezza, dalla Borghesiana e Giardinetti al Borghetto dei Pescatori e Laurentino. Si tratta infatti della cessione in proprietà delle aree comprese nei Piani di Zona concesse finora in diritto di superficie per la realizzazione di cubature residenziali e non residenziali. In altre parole, i singoli assegnatari degli alloggi che vorranno aderire alla cessione di proprietà da parte del Comune, dovranno pagare dai 30,22 euro/mc di Dragoncello ai 65,65 euro/mc della Torresina, valori aggiornati della stima già effettuata e a suo tempo approvata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 54/2003. Ogni mq di una casa a Dragoncello costerà quasi 100 euro, alla Torresina 200.
Il problema di fondo è che questa finta manovra urbanistica non solo si accompagna all’altra già denunciata della densificazione edilizia dentro gli stessi quartieri (si costruirà sulle aree verdi per fare cassa) ma serve sostanzialmente perché l’amministrazione, da Rutelli in poi, ha fatto errori grossolani nei calcoli degli espropri ed oggi fa pagare questo a chi ha avuto una casa assegnata. Per sollecitare l’adesione, sono stati previsti sconti dal 10 al 20% per chi la richiede subito. Dov’è allora la truffa? Primo, ancora non si conoscono tutte le stime per ogni Piano di Zona. Secondo, restano valide tutte le azioni amministrative già intraprese, relativamente alle richieste di conguaglio sul diritto di superficie, ai ricorsi conseguenti ed alle sentenze emesse prima di questa deliberazione. Ciò vuol dire che, sostenendo il Comune che gli errori di calcolo negli espropri li paga il cittadino, al singolo assegnatario conviene aderire alla proposta, pur pagando un ingiusto balzello, perché le stime a metro cubo si riferiscono per la gran parte proprio al valore degli espropri. Nessuno dice che se uno non aderisce non succede nulla. Cosa accadrà? Ci sarà ‘terrorismo’ psicologico, affaristi che ‘aiuteranno’ gli assegnatari ad aderire alla cessione di proprietà e si inizierà a lavorare per la campagna elettorale del 2013. Noi di LabUr ci metteremo subito a disposizione dei cittadini per fare chiarezza su quest’altro scandalo tutto romano e ancora una volta a vantaggio dei palazzinari.

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