STADIO DELLA ROMA: CHI NE DECIDE IL PUBBLICO INTERESSE? LA GIUNTA O L’ASSEMBLEA CAPITOLINA?

Oltre al falso ideologico contenuto nella deliberazione di Giunta Capitolina n.83 del 4 settembre 2014 che andremo a denunciare, il guazzabuglio amministrativo che sta accompagnando il progetto del nuovo Stadio della Roma si arrichisce di un nuovo episodio, discusso ieri sera sia con l’Assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, che con il presidente della Commissione Urbanistica, Antonio Stampete: è la Giunta o l’Assemblea Capitolina che dichiara per conto del Comune di Roma il pubblico interesse per il nuovo stadio? Omissione di atti d’ufficio o decadenza dei termini? Procediamo per punti.

Nella Legge di Stabilità 2014 (n.147 del 27 dicembre 2013), diventata per pochi comma la cosiddetta Legge sugli Stadi, l’articolo 1, comma 304, lettera a), recita: “il Comune, previa conferenza di servizi preliminare convocata su istanza dell’interessato in ordine allo studio di fattibilità, ove ne valuti positivamente la rispondenza, dichiara, entro il termine di novanta giorni dalla presentazione dello studio medesimo, il pubblico interesse della proposta“, dove per proposta, nel nostro caso, intendiamo il nuovo Stadio della Roma.
La ‘dichiarazione’ del Comune deve intendersi invece come una ‘deliberazione’, cioè un provvedimento amministrativo con il quale l’organo collegiale rappresentativo del Comune stesso (Giunta o Assemblea) esprime la propria volontà a far realizzare la proposta dell’interessato. Dunque, applicando la legge allo Stadio della Roma, non si capisce se la dichiarazione di pubblico interesse sia di spettanza della Giunta o dell’Assemblea Capitolina. Resta certo che lo studio di fattibilità è stato depositato in Comune il 29 maggio 2014 e che la deliberazione di Giunta n.83 del 4 settembre (quella fino a oggi da tutti riconosciuta come la ‘dichiarazione’) non è mai stata pubblicata all’Albo Pretorio del Comune di Roma.

Ricordiamo che il Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali (TUEL, D.Lgs n. 267/2000) all’art. 124, rubricato “Pubblicazione delle deliberazioni”, prevede che tutte le deliberazioni del Comune debbano essere pubblicate mediante affissione all’Albo Pretorio (oggi diventato on-line). L’articolo 134, comma 3, stabilisce che le deliberazioni diventano esecutive dopo il decimo giorno dalla loro pubblicazione. Nell’art. 134, comma 4, dispone però che, nel caso di urgenza, le deliberazioni dell’Assemblea e della Giunta possano essere dichiarate immediatamente eseguibili con il voto espresso dalla maggioranza dei componenti, senza pubblicazione.
Inoltre, ricordiamo che la pubblicazione delle deliberazioni comunali all’Albo Pretorio ha anche funzione strumentale di conoscenza legale dell’atto, tale da rendere possibile la presentazione di eventuali reclami ed opposizioni o ricorsi all’organo di controllo, all’Amministrazione stessa e all’Autorità Giudiziaria.

Ora, sia l’Assessore all’Urbanistica, Caudo, che il presidente della Commissione Urbanistica, Stampete, concordano sostanzialmente su due fatti: 1) la deliberazione n.83 è una ‘proposta’ della Giunta che fino a quando non verrà approvata dall’Assemblea Capitolina non può essere pubblicata perché non ha il valore esecutivo di un provvedimento; 2) la ‘dichiarazione’ di pubblico interesse spetta all’Assemblea Capitolina, ma, aggiunge Caudo, basta la manifestazione d’interesse già espressa dalla Giunta tramite una proposta di deliberazione per avviare l’iter amministrativo previsto dalla Legge sugli Stadi.

La confusione regna dunque sovrana e si alimenta dalla frase dove si legge che il Comune deve ‘dichiarare’ entro 90 giorni il pubblico interesse. Che il Comune lo debba ‘dichiarare’ tramite una effettiva deliberazione e non tramite una ‘proposta’ di deliberazione, non ce ne voglia Caudo, è evidente, altrimenti non si capisce con quale atto amministrativo un Comune ‘dichiari’ un provvedimento. Se si tratta della deliberazione di Giunta, siamo davanti a una omissione di atti d’ufficio da parte del Comune di Roma, perchè la deliberazione n.83 non è mai stata pubblicata, impedendo, per esempio, qualsiasi ricorso al TAR e l’eventuale ottenimento di sospensiva della deliberazione stessa. Se si tratta invece della deliberazione (futura) di Assemblea Capitolina, siamo davanti alla decadenza dei termini previsti dalla Legge sugli Stadi (i 90 giorni sono scaduti il 27 agosto, data che la deliberazione di Giunta ha superato di 9 giorni).

In attesa di ascoltare cosa accadrà in aula Giulio Cesare il 13 novembre, abbiamo per adesso la dimostrazione pratica che l’attuale Giunta Capitolina non sta lavorando per la città in termini di trasparenza e regolarità amministrativa ma solo per consentire a Parnasi una delle più bieche speculazioni degli ultimi 15 anni.

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