OSTIA, EX-GIL: IL FUTURO POLO DELLA LEGALITA’ SU CUI IL MUNICIPIO DEVE FARE SUBITO CHIAREZZA

IMG-20211102-WA0005L’ex GIL da simbolo di degrado si trasformerà in simbolo di legalità”, così il 10 agosto 2021 il sindaco uscente di Roma, Virginia RAGGI (M5S). Lo ha ripetuto il presidente uscente del Municipio X, Giuliana DI PILLO (M5S) e lo ha confermato anche l’attuale presidente della Regione Lazio, Nicola ZINGARETTI (PD). Nelle vicende dell’ex GIL sono anche parte attiva la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Giustizia. Eppure qualcosa non torna.
Proprio il 10 agosto 2021 il Municipio Roma X ha ricevuto l’unica offerta per l’affidamento dell’incarico professionale, per un importo di 86.185,18 euro, di direttore operativo per le strutture, ispettore di cantiere per le strutture, supporto tecnico in cantiere, al Direttore dei Lavori e coordinamento dei direttori operativi relativamente “all’appalto di risanamento e messa a norma dell’edificio ex GIL”. Il professionista aggiudicatario però risulta, da fonti aperte, coinvolto da 2 anni in una complessa indagine sulla camorra.

Ecco i riferimenti documentali in attesa che il neo Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, e il neo Presidente del Municipio X, Mario Falconi, entrambi del PD, facciano chiarezza su una vicenda, che se confermata, è piuttosto grave almeno sotto il profilo etico, avendo il Municipio X subito un commissariamento per Mafia nel 2015.

L’INIZIO

Con la legge di stabilità del 2016 è stato istituito un programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane, tra cui Roma. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato, tra i progetti ricevuti, quello della ristrutturazione edilizia del compendio immobiliare “ex GIL” di Ostia Lido, sito in Corso Duca di Genova, n.80 al fine di collocarvi gli Uffici della Polizia Locale del X Gruppo Mare, il nuovo Ufficio del Giudice di Pace ed il Centro di Controllo Sicurezza Urbana – Smart City, individuata dalla Commissione Straordinaria del Municipio X tra i provvedimenti necessari per contrastare la diffusione della criminalità dopo i fatti di mafia”.

Il Comune di Roma, per questa ragione, ha scelto l’acronimo identificativo (“DE.SI.RE. – Decoro, Sicurezza, Resilienza nella periferia romana”) e si è impegnato, tramite la Deliberazione della Giunta Capitolina n.24 del 24 febbraio 2017, di comunicare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un proprio responsabile per il monitoraggio dei lavori e per la conclusione dell’opera, dalla progettazione definitiva al collaudo, in 36 mesi.

L’importo assegnato è stato di 13.096.000 euro, senza alcun cofinanziamento da parte del Comune di Roma.

LE VICENDE GIUDIZIARIE

L’edificio ex GIL di Ostia è entrato nel patrimonio della Regione Lazio a seguito dello scioglimento dell’Ente Gioventù Italiana disposto con legge 18 novembre 1975, n. 764. Per questa ragione nel 2014 il Comune di Roma era stato condannato al pagamento di 30.397.290,56 euro a titolo di risarcimento nei confronti della Regione Lazio per il danno conseguente all’occupazione abusiva dell’ex GIL dal 29 settembre 1990 al 31 dicembre 2012. La vicenda si concluse solo grazie alla sentenza della Corte d’Appello di Roma il 30 luglio 2020 che ha annullato tale richiesta risarcitoria.
Inoltre, la Regione Lazio, in data 11 settembre 2017, ha sottoscritto con il Comune di Roma (per 40 anni) e il Ministero della Giustizia (per 6 anni) un accordo di collaborazione tra pubbliche amministrazioni finalizzato alla realizzazione degli interventi di ristrutturazione edilizia del predetto compendio immobiliare al fine di destinarlo a presidio di sicurezza e legalità, poi perfezionato con specifica convenzione tramite la Deliberazione di Assemblea Capitolina n.118 del 25 ottobre 2018.

LA GARA

Il progetto definitivo è stato approvato con Deliberazione di Giunta Capitolina n.144 del 28 giugno 2017, data dalla quale sarebbero dovuti trascorrere i 36 mesi previsti per il collaudo finale. La gara è stata invece indetta solo in data 5 settembre 2019 fissando la scadenza per la presentazione delle offerte per l’8 novembre 2019. Tra 16 partecipanti, l’appalto è stato aggiudicato con Determinazione Dirigenziale n.2972 del 17 dicembre 2020 all’ATI così composta

PE’ GENERAL CONTRACTOR S.R.L. – MANDATARIA via Sistina 121, 00187 Roma  (p.i. e c.f. 13493141009)

CONSORZIO CONCORDIA – MANDANTE
c.so Vittorio Emanuele 5, 83039 Pratola Serra (AV) (p.i. e c.f. 02344400649)

SABINA CONGLOMERATI S.R.L. – MANDANTE via Finocchieto km 3, 02040 Poggio Catino (RI) (p.i. e c.f. 00555050574)

COSTRUZIONI GENERALI ZOLDAN – S.R.L. – MANDANTE via Luigi Calamatta 16, 00193 Roma (RM) (p.i. e c.f. 04378131009)

CEC-CECONSORZIO STABILE EUROPEO COSTRUTTORI- S.C.a R.L – MANDANTE via Alessandro Manzoni 135, 06135 Perugia (PG) (p.i. e c.f. 03501180545)

IL CONTROLLORE

Il Municipio Roma X è la stazione appaltante alla quale spetta nominare le figure professionali previste dall’appalto. Così il Direttore del municipio, Giacomo  GUASTELLA, in data 13 settembre 2021, ha nominato l’Ing. Massimo IORANI Responsabile del monitoraggio dei lavori al quale spetterà il compito, come da convenzione, di relazionarsi con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dirigente d’azienda, responsabile fino a luglio 2019 della direzione centrale acquisti presso RFI (Rete Ferroviaria Italiana), risulta esser stato coinvolto nelle indagini condotte a inizio 2019 dalla magistratura napoletana per le infiltrazioni del clan dei Casalesi negli appalti da milioni di euro dentro le ferrovie statali.

Secondo gli investigatori esisterebbe una rete corruttiva, di cui farebbero parte funzionari di RFI, che manovrerebbe le procedure di gara in diversi distretti territoriali a vantaggio del cartello di imprese riconducibili alla camorra.
I Carabinieri di Caserta e i magistrati campani ipotizzano che numerosi subappalti della società pubblica sarebbero stati vinti da ditte riconducibili a imprenditori molto vicini al boss Francesco Schiavone, l’ex capo dei clan mafioso dei casalesi finito in carcere al 41 bis. Tra gli indagati ci sono i parenti del boss detto Sandokan, i due fratelli imprenditori Nicola e Vincenzo Schiavone, e alcuni dipendenti di Rfi. Tra loro spicca appunto l’Ing. Massimo Iorani, al tempo numero uno della Direzione acquisti della società ferroviaria, che secondo i PM non solo era molto amico di Nicola Schiavone, ma sarebbe pure stato ospitato in alberghi di lusso della Costiera.

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