PROCESSO PORTO DI OSTIA: LABUR DICE LA VERITA’. CONFERENZA STAMPA A FINE MAGGIO.

Labur ha detto sempre la verità, anche sul Porto di Ostia. Infondata l’accusa di diffamazione rivoltaci ben 3 anni fa in maniera arrogante e confusionaria dall’ottantaduenne Giorgio Gentile e dal rampante Massimo Amicucci, rispettivamente rappresentanti legali della A.T.I. srl (Attività Turistiche Imprenditoriali srl) e della Porto Turistico di Roma srl, le due società che hanno avuto e hanno in concessione il porto di Ostia. A chiudere la vicenda, la sentenza del giudice per l’udienza preliminare (GUP) del Tribunale di Roma, dott.ssa Donatella Pavone, che il 9 maggio ha rigettato la richiesta del pubblico ministero Pierfilippo Laviani di rinvio a giudizio. A cancellare ogni dubbio, il lungo interrogatorio al quale si è volontariamente sottoposto il presidente di Labur, dott. ing. Andrea Schiavone, difeso dall’avvocato Savino Guglielmi, e una voluminosa memoria depositata in udienza. “Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste”, a significare che il contenuto dell’articolo incriminato, “Porto Turistico di Ostia: esposto in Procura per presunte irregolarità sulle concessioni“, rispecchia la verità. I due uomini di Mauro Balini, proprietario di entrambe le società e proprietario de facto del Porto di Ostia, dovranno ora rispondere delle loro affermazioni riportate nella denuncia, così come Paolo Orneli (PD), al tempo della costruzione del porto, presidente del Municipio, dovrà spiegare certi passaggi amministrativi non proprio trasparenti nel rilascio delle concessioni del porto. Orneli, attualmente capo segreteria dell’assessore allo Sviluppo Economico e attività produttive della Regione Lazio, Guido Fabiani, non si è mai pronunciato sulla vicenda che invece ha sempre visto, negli ultimi 13 anni, il suo partito (il PD) fortemente coinvolto nelle vicende del porto, anche nel tentativo del suo ampliamento che ad oggi sembra essere sfumato. Tutti i dettagli verranno illustrati in una conferenza stampa a fine maggio.
La stessa sentenza è stata espressa nei confronti di Paula Filipe de Jesus, Enrico Pazzi, Gianni Sepe, Alessia Mauceri e Serena Salucci, imputati per aver diffuso a mezzo stampa l’articolo citato.

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