PORTO DI OSTIA: L’ADDIO DELLA UNIPOL?

la nuova Marina di Loano

Se l’ampliamento del Porto di Ostia sembra abbandonato, è certo che la Unipol si è ormai rivolta altrove: a Marina di Loano. Era stata la notizia di questa estate nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma che aveva portato all’arresto di 51 appartenenti alla malavita di Ostia per associazione di stampo mafioso. Il Porto di Ostia, la Unipol e il Monte dei Paschi di Siena: legati in affari con lo “Studio Tremonti”. Così titolavano i giornali.
Tutto era venuto a galla con l’avvocato Dario Romagnoli, socio dello studio legale di Giulio Tremonti, intercettato per mesi dalla Squadra Mobile di Roma. Gli investigatori avevano ritenuto “quanto meno verosimile che Mauro Balini, Emilio Spaziante e Dario Romagnoli siano accomunati da uno spirito collaborativo di natura illecita finalizzato a soddisfare un comune interesse economico relativo a un imprecisato progetto finanziario”. Mauro Balini è tuttora il proprietario de facto del Porto di Ostia, il Generale Emilio Spaziante era (fino al 5 settembre 2013, poi si è ritirato) il Comandante in seconda della Guardia di Finanza. Un intreccio vorticoso di affari dei quali ancora non sono chiari i confini. Di certo Balini, nel tentativo di trovare finanziatori per l’ampliamento del porto, si rivolse al suo amico Emilio Spaziante chiedendo di procurargli “quel documento originale”. Romagnoli, Balini e Spaziante non sono mai stati indagati ma dalle prime indiscrezioni riportate dai giornali del tempo emerse che “quel documento” venne falsificato per mettere a posto le carte del Porto di Ostia.
Ad oggi, a distanza di quasi un anno, seppure il Comune di Roma e Libera si siano costituiti parte civile al processo che si è aperto lo scorso gennaio presso la X sezione del tribunale di Roma, non si sa ancora nulla. Così come non si sa ancora nulla del fallimento dichiarato il 18 aprile 2013 da Balini della sua società (la A.T.I. Srl) così come non si sa ancora nulla di Luca Fegatelli, ex dirigente della Regione Lazio coinvolto nell’inchiesta sui rifiuti a Roma, che ha firmato a favore di Balini, poco prima di essere arrestato (9 gennaio 2014), “una estensione temporale della concessione in essere di anni 18, ovvero dal 2048 al 2066”.
Anche qui la motivazione è la stessa e cioè l’amministrazione dello Stato, considerato l’investimento che la concessionaria ha fatto e dovrà fare per la realizzazione dell’ampliamento e la sistemazione delle opere portuali esistenti, da fiducia a Balini.
L’unica a non dare fiducia a Balini è stata dunque la Unipol che ha preferito la Liguria, dove il 16 aprile è stata inaugurata la nuova Superyacht Area di Marina di Loano, la struttura portuale di proprietà del Gruppo Unipol. Grazie alla nuova darsena, che ha consentito la realizzazione di sette nuovi ormeggi per imbarcazioni da 55 a 77 metri di lunghezza, Marina di Loano ha consolidato la sua posizione di punto di riferimento del diporto nautico europeo e internazionale anche nel segmento dei grandi yacht che, secondo le stime, avrà un costante incremento della flotta mondiale nel medio/lungo periodo (2015-2032).
Premesso che le conclusioni degli investigatori corrispondessero a verità, ci ripenserà la Unipol ad investire su Ostia, dove il costo dei posti barca è in continua discesa?

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