Idroscalo di Ostia: il Comune di Roma è fuori dalle scelte tecniche

Importanti chiarimenti sull’Idroscalo di Ostia dopo l’incontro avuto venerdì 23 settembre 2011 in via Bachelet 12 con l’Autorità di Bacino del Fiume Tevere (ABT), in particolare con l’Ufficio Piani e Programmi (UPP) che cura tutti i rapporti e le attività con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, nonchè il completamento e l’aggiornamento delle attività relative al PS5 (il piano stralcio per il tratto metropolitano del Tevere da Castel Giubileo alla foce). In sintesi: nell’area dell’Idroscalo di Ostia nessuna nuova struttura residenziale può essere realizzata (perchè compresa nella fascia AA), nessun progetto di riqualificazione può essere presentato da privati o da amministrazioni non competenti sull’area, nessun progetto al di fuori di quello della valorizzazione naturalistica dell’area verrà accolto dall’ABT e comunque dovrà essere dichiarato di ‘interesse pubblico’ (con conseguente processo di partecipazione cittadina). Cadono quindi tutte le interferenze operate da decenni sull’Idroscalo: l’area è ancora oggi demaniale ed il Comune di Roma non ha su di essa alcuna competenza, se non quella di garantire la pubblica e privata incolumità. False di conseguenza tutte le affermazioni rilasciate da due anni a questa parte dall’Assessore all’Urbanistica di Roma, Marco Corsini, e dal Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani: l’area dell’Idroscalo non è mai passata al Comune di Roma. Inutile perfino il progetto sull’Idroscalo consegnato dal Comune di Roma all’ABT, a firma dell’arch. Vittoria Crisostomi, dirigente dell’Incarico di Progetto “Litorale di Roma” dentro l’Ufficio Programmazione Grandi Opere Strategiche del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica del Comune. Ai residenti dell’Idroscalo di Ostia sono state raccontate troppe menzogne, sostenute soprattutto da chi aveva ed ha nell’area interessi economici. Si apre dunque una nuova fase di trasparenza amministrativa sull’area demaniale dell’Idroscalo che dovrà vedere interessata la Regione Lazio con la sua agenzia per la difesa del suolo (ARDIS, che sta completando in queste settimane le scogliere a mare e a fiume a difesa dell’abitato dell’Idroscalo) e la stessa ABT. Il Comune di Roma dovrà invece adoperarsi per risolvere in fretta quanto di sua competenza, vale a dire il problema della mancanza dell’argine in sponda sinistra del Tevere da via dell’Idroscalo, altezza scuola media ‘Amendola’, all’argine del Tevere, altezza impianto di sollevamento del Consorzio di Bonifica. E’ inaccettabile infatti che per tale motivo metà di Ostia sia a rischio idrogeologico R4, il massimo previsto dal DPCM del 29 settembre 1998, che prevede “la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale”. Non potrà essere più ignorato che dal Tevere fino alla stazione centrale Lido Centro ogni nuova opera edilizia deve essere sottoposta al nulla osta idraulico dell’ABT, motivo per il quale è stato bocciato il parcheggio interrato incluso nel PUP (Piano Urbano Parcheggi) tra viale dei Romagnoli e via delle Canarie nei pressi dell’hotel Airport. LabUr si impegnerà con l’ABT a considerare gli aspetti tecnici inclusi nelle Norme Tecniche di Attuazione del PS5 al fine di sciogliere le problematiche relative al futuro dell’abitato dell’Idroscalo, tenendo conto dell’importante apertura politica dimostrata dal sindaco Alemanno nell’ultima riunione con i comitati e che è anche essa necessaria nel processo di riqualificazione della foce del Tevere. All’incontro di venerdì erano presenti il dirigente dell’Ufficio Piani e Programmi, dott. ing. Carlo Ferranti, il geometra Stefano Pesce, dell’Unità Operativa Misure ed interventi, e il dott. arch. Giovanni Fangucci, dell’Unità Operativa Gestione della Pianificazione e delle Concessioni, ai quali va il riconoscimento di aver esaminato in termini puntuali la complessa questione.

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