PORTO DI ROMA AD OSTIA, TRA URBANISTICA, AMMINISTRAZIONE E POLITICA. SEGNALI OSCURI IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE

328393664_848918986181162_2466004963762773281_nE’ notizia che corre negli ambienti ben informati che a breve il Comune di Roma prenderà in mano la gestione del Porto Turistico di Roma ad Ostia dopo la confisca definitiva a danno dell’ex patron Mauro BALINI. La vicenda, iniziata nel 2013 a cavallo dei fatti di Mafia Capitale, racchiude la complessità dei stretti rapporti territoriali tra criminalità, politica, Uffici dell’Amministrazione pubblica e vertici della Guardia di Finanza (l’ex generale Emilio SPAZIANTE). Un groviglio che a 10 anni dal suo inizio non è mai stato dipanato mentre si entra nel vivo della campagna elettorale regionale con segnali davvero preoccupanti.

LA CANDIDATA DEL PD EMANUELA DROGHEI
Moglie dell’ex capogruppo PD in Campidoglio Francesco D’Ausilio, è l’unica candidata del territorio con i numeri per entrare in Regione Lazio essendo in ticket con l’attuale Presidente regionale, il potente Daniele Leodori. Ne avevamo parlato anche negli scorsi giorni a proposito di un’insolita riunione (LINK). Il centro destra le ha lasciato il campo libero nonostante siano numerose le scelte strategiche che riguarderanno il Litorale romano. Al di là delle questioni giudiziarie del marito, rimane quella dell’opportunità politica. Nessuno in questi anni ha infatti chiarito, ad esempio, i rapporti tra Mauro BALINI e Francesco D’AUSILIO (attualmente imputato nel processo “Mafia Capitale Ter”), così come il mancato supporto amministrativo all’azione giudiziaria da parte dell’ex Assessore alla Legalità, Alfonso SABELLA. Era lo stesso periodo (2015) in cui scoppiava il caso di Camorra Capitale, poi terminato con condanne definitive, come quella di Massimiliano COLAGRANDE (24 anni) difeso dall’avvocato Armando VENETO, avvocato anche di Francesco D’Ausilio.
Massimiliano COLAGRANDE è considerato come uno dei capi del sodalizio criminale che fa riferimento a Michele SENESE, all’interno di quel circuito relazionale cui apparteneva anche il capo di Mafia Capitale, Massimo CARMINATI. Tutti nomi che ritroviamo nell’ultimo spezzone del maxi processo “Mafia Capitale Ter”. Tra gli imputati anche Francesco D’AUSILIO, navigato politico di Ostia, difeso da Armando e Clara VENETO. Armando VENETO, 87 anni, ex sindaco di Palmi, parlamentare ed eurodeputato, è stato condannato a febbraio 2022 a 6 anni per concorso esterno in associazione mafiosa (‘ndrangheta) e corruzione (“per avvantaggiare la cosca Bellocco”). Una sentenza, quella emessa dal GUP del Tribunale di Catanzaro Matteo FERRANTE, che ha accolto in gran parte le richieste della Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal procuratore Nicola GRATTERI.

FRANCESCO D’AUSILIO
Le indagini a suo carico si sono concluse il 1° luglio 2016, relativamente a fatti risalenti al periodo 2013-2014. Assieme a lui, risulta imputato il segretario Salvatore NUCERA detto ‘Calogero’. Il processo, per errore del Giudice delle Indagini Preliminari, fu assegnato dal 19 settembre 2018 al 12 novembre 2018 al giudice Luca GHEDINI FERRI e poi al giudice Giovanna SALVATORI perché non inerente ai reati contro la Pubblica Amministrazione ma di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia. Negli anni si sono avvicendati come giudici prima Raffaele GARGIULO, poi proprio l’ex Assessore alla Legalità del Comune di Roma, Alfonso SABELLA, infine Sabrina LORENZO. Dal 17 gennaio 2023 è subentrata nuovamente Giovanna SALVATORE che ha fissato nei giorni scorsi le prossime date per l’esame degli imputati che si concluderanno entro il 15 luglio, cioè 7 anni dopo la chiusura delle indagini.

ALFONSO SABELLA
In tale contesto spicca il caso di Alfonso SABELLA che in data 23 marzo 2022 ha presentato istanza di astensione dal processo essendo stato, proprio durante i fatti di ‘Mafia Capitale’, Assessore alla Legalità del Comune di Roma (23.12.2014 – 30.10.2015) e delegato del Sindaco Ignazio Marino presso il Municipio X (29.04.2015 – 27.08.2015) dopo le dimissioni dell’allora Presidente Andrea TASSONE, condannato in via definitiva a 5 anni, e che aveva nominato in Giunta, in qualità di Assessore alle Politiche Sociali, proprio Emanuela DROGHEI, moglie di D’AUSILIO. Alfonso SABELLA, che fu nominato Assessore e delegato proprio a seguito dei fatti di Mafia Capitale, venne però commissariato per la “situazione di grave inquinamento e deterioramento dell’Amministrazione municipale”, evidentemente non risolta con il suo arrivo.
Alfonso SABELLA non poteva dunque essere il giudice del maxi processo “Mafia Capitale Ter”, avendo convissuto con Francesco D’AUSILIO il periodo dei reati in questione. Come Alfonso SABELLA – condannato nel 2018 dalla Corte dei Conti a seguito dei risarcimenti pagati a chi subì abusi e torture nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova nel 2001 quando era a capo dell’Ispettorato del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – sia stato assegnato a quel ruolo dal Tribunale di Roma rimane un mistero per i non addetti ai lavori, evidentemente.

CONCLUSIONI
In questo quadro oscuro, si affacciano altri segnali preoccupanti. Il Litorale vede non solo l’importante partita relativa alle concessioni balneari, ma anche quella dell’erosione, i cui appalti per gli sciagurati pennelli e il ripascimento viaggiano nella nebbia (LINK). A tutto questo si aggiunge anche la mancata promessa dell’Amministrazione Capitolina e Municipale sul futuro di quel quadrante di città e che riguarda in particolare l’Idroscalo di Ostia, tenuto sotto scacco da anni dal famigerato progetto del raddoppio del Porto Turistico di Roma. Nessun tavolo tecnico con i residenti, volto a riqualificare l’area attraverso il progetto di un borghetto, si tenuto in questo anno e mezzo, mentre invece si è tenuta una triste esercitazione di evacuazione e si riparla nuovamente della costruzione dell’argine mancante del Tevere a Nuova Ostia nel quadro del c.d. Articolo 2 di Ostia ponente che manderà letteralmente “a bagno” l’Idroscalo.
LabUr si è interessato sin dall’inizio delle vicende del Porto Turistico di Roma ad Ostia, ricostruendone, fino al tentativo di raddoppio, tutte le discutibili autorizzazioni amministrative ricevute. Ed è per questo motivo che nutriamo grande preoccupazione per quanto sta avvenendo in queste settimane, non solo sotto il profilo processuale del “Mafia Capitale Ter”. Al di là delle opportunità politiche di certe candidature, ci auguriamo che il processo non si concluda senza fare chiarezza sui fatti di quel buio periodo che il territorio di Ostia ha pagato duramente.

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