DOSSIER SPIAGGE OSTIA GESTIONE GUALTIERI – 2° PARTE

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250626_120444_0000Attacchi veramente scomposti e ridicole teorie complottiste dopo la pubblicazione del nostro Dossier Spiagge Ostia (LINK), ma la buona notizia è che le assegnazioni definitive non arrivano. Intanto noi proseguiamo con l’analisi di tutte le anomalie che abbiamo riscontrato nella gara per le 31 concessioni sul mare di Roma augurandoci che venga sospeso in autotutela quanto prima.

 

LE ULTERIORI ANOMALIE RISCONTRATE

Osservando e ricomponendo la graduatoria e proposta di aggiudicazione afferente l’Avviso pubblico approvato con D.D. Rep. N. QC/462/2025, Prot. N. QC/14486/2025, per l’affidamento di N.31 concessioni di beni demaniali marittimi del Litorale di Roma Capitale per finalità turistico ricreative, si notano alcuni blocchi di Royalty che paiono non rispettare i principi della par condicio tra i concorrenti e la segretezza dell’offerta (posti a garanzia della regolarità della procedura di gara nell’interesse sia della P.A. che dei singoli concorrenti). Tra gli operatori economici non deve infatti sussistere alcuna relazione idonea a consentire un flusso informativo in merito al contenuto dell’offerta (sia con riferimento agli elementi tecnici sia in relazione a quelli economici) idoneo a favorire la produzione di offerte concordate.

 

Nel caso specifico abbiamo invece blocchi di Royalty: ad esempio, 10,56 – 12,56 – 13,56 in lotti diversi (ma non sono gli unici). È uno dei metodi impiegati nelle gare per assicurare la vittoria di un lotto a tutti. Al di là che fosse vietato dalla gara presentarsi in più di 3 lotti sugli stabilimenti balneari (lotti A) e in più di 2 lotti sui c.d. chioschi (lotti B e C), all’interno di questi blocchi le società risultano essere collegate fra loro in diverse forme (soci, stesso periodo di costituzione, stesso indirizzo, stessi amministratori unici). Ma vedremo meglio più avanti.

 

IL CASO

“Partendo dal Porto fino ad arrivare al Miramar, sono presenti i seguenti lotti oggetto della gara #4788 – affidamento 31 concessioni di beni demaniali marittimi, D.D. n. QC/462/2025 del 14/02/2025 prot. QC/2025/14486.

 

LOTTO A1 – BAGNI VITTORIA

LOTTO C30 – BAHIA

(SPIAGGIA GIALLA)

LOTTO A2 – LA CONCHIGLIA

LOTTO A3 – URBINATI

LOTTO A4 – ELMI

LOTTO B26 – RISTORANTE EDONE’ (ELMI)

LOTTO A5 – LIDO

LOTTO B27 – RISTORANTE LIDO

LOTTO A6 – MARECHIARO-KELLY’S

LOTTO B28 – RISTORANTE KELLY’S

 

Dalla documentazione di gara in nostro possesso si evince quanto segue:

 

Ci sono due seggi di gara:

1) quello istituito con D.D. N. Rep. QC/948/2025 (N. Prot. QC/35766/2025), per valutare e verificare la documentazione amministrativa, ed è così costituita: RUP Tommaso Antonucci e due componenti (Ernesta Lombardi e Ugo Pierpaolo Scivoli, più la verbalizzante Viola Gallo). La prima seduta è del 7/4 (Prot. N. QC 45743 del 30 aprile 2025). Da adesso in poi la chiamerò Commissione Amministrativa (Comm. Amm.)

2) quello istituito con n. Prot. Q/35298/2025 del 4/4/2025 per l’apertura dell’offerta tecnica dei concorrenti, composta da 3 membri: il Presidente Ing. Alberto Festa (Direttore della Direzione Manutenzione) e due EQ Architette che sono Anna Maria Bufacchi e Alessia Baroni, più il verbalizzante che è Matteo Cavicchioli. La prima seduta è del 10/04 (Prot. N. QC 50523 del 6 maggio 2024). Da adesso in poi la chiamerò Commissione Tecnica (Comm. Tecn.)

 

OSSERVAZIONI

Le griglie di arrivo (tecnica più economica) sono siglate da Alberto Festa.

Il codice ammesso sugli stabilimenti è il 93.29.X.

Si capisce chiaramente che non viene mai fornita l’intera visura camerale da parte delle società. Solo quando il RUP sollecita i concorrenti a presentare maggiore dettaglio circa il codice ATECO scrive: “è stata fornita visura camerale in formato esteso”. Si limitano infatti a prendere nota del nome della società, dell’amministratore, indirizzo, pec, codice ATECO (primario e secondario se esiste) e se è attiva oppure no. Nulla sull’assetto societario, cosa davvero insolita in una gara transfrontaliera delicata come questa.

Moltissime le società neo costituite tra fine febbraio e inizio marzo 2025.

 

DOCUMENTAZIONE – VERBALI DI SEDUTA

7/4/2025, Comm. Amm. (ci sono tutti i componenti) – Prot. N. QC 45743 del 30/04/2025:

Aprono le buste del Lotto A1 – Bagni Vittoria (c’è una sola offerta, quella della Grimor Pizza Srl, e annotano che il codice ATECO non è quello richiesto al punto 7.2.1. dell’Avviso (gestione di stabilimenti balneari) e quindi “lo esclude dalla presente procedura”.

Aprono le buste del Lotto A2 (La Conchiglia) e A3 (Urbinati) dove chiedono il soccorso istruttorio per BI.MA 2012 (leggasi Zenit) perché illeggibile e Wish Srls per codice ATECO non rilevabile.

 

8/4/2025, Comm. Amm. (manca Scivoli) – Prot. N. QC 45747 del 30/04/2025.

Aprono le buste del Lotto A4 (Elmi), A5 (Lido Beach) dove si presenta una società (Reposea Srl) che ha la sede legale a Palestrina. Ma su Googlemaps a quell’indirizzo c’è un’edicola.

Aprono le buste del Lotto A6 (Marechiaro Kelly’s) ed escludono “dalla procedura” la Cometa Service Soc. Coop. perché il codice ATECO non è quello richiesto nell’avviso pubblico.

Aprono poi le buste dei lotti che vanno dal A6 al A9.

 

10 e 11/4/2025, Comm. Amm. (manca la Lombardi) – Prot. N. QC 45754 del 30/04/2025.

Aprono le buste dal Lotto A16 al A20 il giorno 10/4 e dal lotto A21 al A25, dal B26 al B29 (ristoranti) e i lotti C30 e C31 (Bahia e Curvone)

 

10/4/2025 (quindi lo stesso giorno), prima Comm. Tecnica (ci sono tutti i commissari) che chiamano sempre “seduta riservata” – Prot. N. QC 50523 del 6/5/2025.

 

Aprono le buste tecniche dei lotti A2 (Conchiglia), A4 (Elmi), A6 (Marechiaro-Kelly’s), A8 (Delfino), A12 (Sporting Beach), A14 (Zenit) A15 (La Bussola), ma commettono un errore: nel lotto A6 il RUP, Tommaso Antonucci, aveva escluso la Cometa Service Soc. Cooperativa il giorno 8/4, ma loro non lo sanno. La busta della Cometa viene aperta e giudicata “completa”. Poi passano a valutare l’offerta tecnica del lotto A2 (Conchiglia) e assegnano il punteggio all’unico partecipante.

 

14/4/2025, Comm. Amm. (manca la Lombardi) – Prot. N. QC 45758 del 30/04/2025.

 

Procedono all’esclusione di Grimor Pizza sul Lotto A1 (Bagni Vittoria) e di altri in altri Lotti e al soccorso istruttorio per il Lotto A3 (Urbinati). Escludono di nuovo la Cometa dal Lotto A6 (Marechiaro-Kelly’s) e altri in altri Lotti. Il chiosco del Curvone cambia denominazione e lo chiamano A31 anziché C31.

 

15/4/2025, Comm. Tecnica (ci sono tutti alla seconda seduta) – Prot. N. QC 50531 del 6/5/2025.

Procedono alla valutazione dell’offerta tecnica del Lotto A4 (Elmi), Lotto A5 (Lido Beach), Lotto A6 (Marechiaro-Kelly’s). La Comm. Tecn. prende atto dell’esclusione de la Cometa.

Dalle griglie si nota il comportamento anomalo del Commissario 2 sulle offerte delle società riconducibili a Federico Ferracci. Il Presidente e Commissario 1 danno punteggi uguali a tutte le offerte (fotocopia) delle società riconducibili a Ferracci. La Commissaria 2 dà di più, nonostante le offerte siano fotocopia, a Margherita Appia (Lotto A5) e Meccanismo Appio che vince sul Lotto A6 (*).

 

16/4/2025, Comm. Tecnica (ci sono tutti) – Prot. N. QC 50539 del 6/5/2025

Aprono le offerte tecniche dei Lotti A7 (Miramar), A9 (Belsito), A10 (Plinius), A11 (Vecchia Pineta), A16 (Bicocca). Poi non si capisce perché aprono A8 (Delfino), visto che non è in sequenza.

 

18/04/2025, Comm. Amm. (ci sono tutti) – Prot. N. QC 45761 del 30/04/2025.

Soccorso istruttorio per i lotti A3 (Urbinati, perché BI.MA 2012 (riconducibile a Zenit) ha sbagliato, ancora una volta, a flaggare, A13 (Orsa Maggiore), A17 (Spiaggia), A18 (Vela), A19 (Miami), A21 (Capannina), A24 (Gabbiano), A31 (Curvone).

 

23/04/2025, Comm. Amm. (ci sono tutti) – Prot. N. QC 45765 del 30/04/2025.

Prendono atto che sul lotto A3 (Urbinati) BI.MA 2012 ha risolto, Lotto A21 (Capannina) pure, mentre sul Lotto A24 (Gabbiano) Gambrinus deve ricorrere ad un altro soccorso istruttorio.

 

28/04/2025, Comm. Amm. (ci sono tutti) – Prot. N. QC 45768 del 30/4/2025.

Dopo il terzo soccorso istruttorio Gambrinus passa alla fase successiva. Aggiungono però dei “chiarimenti” perché per i lotti A10 (Plinius), A16 (Bicocca), A19 (Miami) avevano escluso la ACSOM Coop. Soc. per carenza di codice ATECO che però fa ricorso al TAR e viene riammessa. Infine, sul Lotto A11 (Vecchia Pineta) la Società Sailing 809 srls, esclusa per codice ATECO mancante, viene riammessa dopo un esposto, mentre la Società Bola Beach srls su Lotto A18 viene definitivamente esclusa perché ha fatto il cambio del codice ATECO il 16/4/2025 cioè 15 giorni dopo la scadenza della gara.

 

SCHEDE DI DETTAGLIO DAL PORTO AL PONTILE

Lotto A1 – Bagni Vittoria

Risponde solo Grimor Pizza Srl che viene esclusa per mancanza di codice ATECO non rispondente all’avviso pubblico il 7/4 e ribadito il 14/4

Lotto C30 – Bahia

Seduta dell’11/4 (manca la Lombardi), sono presenti 2 offerte entrambe ammesse:

To be ship di Roberto Grande che concorre anche sul Lotto B27 (Rist. Lido)

Mimi srls di Verban Cmelia costituitasi il 24/2/2025

 

Roberto Grande offre una Royalty di 22,50 (!) e vince con punteggio tecnico di 61,63 e un’offerta economica di 27,33 per un totale di 88,96 contro gli 83,27 di Mimi.

 

 

Spiaggia Gialla

Se la aggiudica una società che fa riferimento a Grande Roberto &. C.

 

Lotto A2 (Conchiglia)

Unica offerta quella di Simone Pasqualoni con SG Mare Srl che se la aggiudica con 87,27 punti.

 

Lotto A3 (Urbinati)

Il 7 aprile arrivano 4 offerte:

B.B. Pannonia di Ferracci, Più Blue Srl di Lamorgese, Bi.MA. 2012 va 3 volte in soccorso istruttorio e Wish di Francesco Casale 2 volte. La Comm. Tecnica esprime parere dopo il 16/04/2025. Vince Più Blu con 74,63 (Royalty al 12), seconda BB Pannonia con 71,83 (Royalty costanti a 12,56), terza Bi.MA. 2012 con 70,83 (Royalty al 18) e ultima Wish con 51,20 (Royalty al 5,83).

 

Lotto A4 (Elmi)

Ci sono solo 2 offerte: Stabilimento Elmi Srl e Caffè Tre Srl di Ferracci. L’offerta Tecnica di Elmi è superiore, ma la Royalty è al 4 e quindi perde a 64,35 contro gli 80,90 di Caffè Tre.

 

Lotto B26 (Ristorante Edoné – Elmi)

Rispondono in 3: Caffè del Porto (Ferracci), Più Blue (Lamorgese) e Mavola che si è costituita il 25/02/2025.

Più Blue offre una Royalty su Urbinati del 12, mentre sul ristorante Edoné offre il 10. Ferracci con Caffè del Porto sempre 12,56. Mavola il 13.

Vince Mavola con 86,60 contro Caffè Porto con 78,47 e Più Blue con 75,91.

 

Lotto A5 (Lido)

3 le offerte: MargheRita Appio (sempre Ferracci), Lido Beach e Reposea Srl (che ha un indirizzo a Palestrina che coincide con un’edicola su Gogglemaps). La Reposea cambia il codice ATECO a febbraio da immobiliare a gestione stabilimenti immobiliari. Lido Beach ha un’offerta tecnica più alta (Royalty a 13,10) e totalizza 83,40 punti. MargheRita di Ferracci arriva seconda con 72,46 (Royalty sempre 12,56) e terza Reposea con 66,97 punti (Royalty al 18).

 

Lotto B27 – (Rist. Lido)

4 offerte: Marea Srl di Rotatori Alessio (che è inattiva e si presenta anche sullo Sporting Beach), MargheRita Appia di Ferracci, To Be Ship di Roberto Grande (che è anche sul Bahia) e infine Evoluzioni Ambientali Soc. Coop. di Mussoni Spartaco (v.le Charles Lenormant, 1 che in data 6/3/2025 varia il codice ATECO). Nel verbale dell’11/4 però compare un errore su Evoluzioni Ambientali: il RUP Antonucci scrive che il “codice ATECO è 38.32.3 (attività principale gestione stabilimenti balneari)”, ma non è vero. Quel codice si riferisce al recupero e preparazione riciclaggio rifiuti solidi urbani, industriali e biomasse.

Vince To Be Ship con una Royalty del 23 (!) e dunque ottiene un punteggio di 88,40. Evoluzioni Ambientali arriva seconda con una Royalty dell’8 e totalizza 66,20 punti. Terza arriva MargheRita di Ferracci con la solita Royalty del 12,56 e un punteggio totale di 64,85. Ultima, Marea Srl con 62,87 con Royalty del 13,04.

 

Lotto A6 (Marechiaro-Kelly’s)

3 offerte: Cometa Service Soc. Coop, Sun Beach (inattiva da giugno 2024) e infine Meccanismo Appio di Ferracci.

L’8/4 il RUP Antonucci esclude Cometa perché non ha il codice ATECO corretto “carenza elementi essenziali ai fini dell’ammissione alla fase successiva della procedura”. Nonostante ciò la Commissione Tecnica apre la busta il 10/4 e dice che la documentazione è completa. Poi il 14/4 Antonucci (ri)esclude la Cometa e il 15/4 la Comm. Tecnica prende atto dell’esclusione.

Vince Meccanismo di Ferracci su tutta la linea (offerta tecnica, Royalty e offerta economica) contro Sun Beach: 83,19 a 63,96.

 

Lotto B28 (Ristorante Kelly’s al Miramar)

2 offerte: Marea srls di Stefano Di Marzio in ATI con Barracca (entrambi con la sede in via di Castelporziano, 61 che però non compare nella griglia finale di proposta di aggiudicazione. Cosa sia successo non è dato sapere) e la Acsom Coop. Soc. di Mosca Michelangelo, società napoletana che essendo l’unica presente vince.

Marea srls non va confusa con Marea Srl che si è presentata sullo Sporting Beach (A12) e Ristorante Lido. La Coop. Sociale napoletana Acsom di Mosca viene inizialmente esclusa sui Lotti A10, A16, A19 per assenza di codice ATECO, ma riammessa dopo il Decreto del T.A.R. perché in data 10/3/2025 aveva chiesto cambio codice ATECO all’agenzia delle entrate.

 

IL BLOCCO DELLE ROYALTY

 

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Blocco Royalty 12,56

Come abbiamo visto nella prima parte del DOSSIER SPIAGGE OSTIA GESTIONE GUALTIERI – 1° PARTE, diverse società sono riconducibili a Federico Ferracci, che oltretutto partecipa addirittura a 4 lotti A (in realtà sono di più considerate le collegate) con offerte fotocopia, cosa espressamente vietata, e anomalie, come abbiamo visto più sopra, nell’assegnazione del punteggio da parte del Commissario 2.

 

Blocco Royalty 13,56

Si presenta in lotti diversi dal blocco Royalty 12,56, ma le società sono collegate fra loro. Ad esempio, Café del Porto Srl (riconducibile a Federico Ferracci e che ha partecipato al Lotto B26 Ristorante Edoné su Elmi), ha come amministratore unico Burlone Alessandra, che però è anche Amministratore Unico della Kokai Srl (che ha vinto il Lotto A25, Circolo Nauticlub Castelfusano, e ha sede in via Borsari 29 presso uno studio di un commercialista). Sul Lungomare Duca degli Abruzzi 84 (Porto di Roma) hanno dunque la sede Café del Porto ma anche la Sailing 809 Srl (Lotto A11, La Vecchia Pineta), la Magic Beach (Lotto A20, La Bonaccia). In Via Borsari 29 hanno sede la Kokai (Amm. Unico Burlone Alessandra), la Mamb srls (Amm. Unico Burlone Fabrizio) che fa parte del blocco Royalty 12,56 sul lotto A16 (La Bicocca), la Egam srls (che ha come Amministratore Unico Migliore Emiliano, stesso cognome di Migliore Salvatore e Figli, vincitori sul Lotto A15 La Bussola), ma anche la Lorenzo Srl che ha come Amministratore Unico Napoleoni Daniele e ha partecipato al Lotto A18 La Vela. Napoleoni Daniele però è anche Amministratore Unico della FDL srls che ha partecipato sul Lotto A16 La Bicocca dove ha vinto la S.Fra srls con la Royalty 13,56, che ha come Amministratore Unico il cognato di Burlone, Milani Marcello, che dichiara domicilio in Via Cristoforo Colombo 2100 dove ha domicilio anche la Burlone Alessandra.

 

Sempre blocco Royalty 13,56 si nota che la Hydra srls, avente come Amministratore Unico Di Veronica Noemi (in società con la sorella Valentina che lavora presso uno studio legale), ha la sede in Via di Saponara 167 come la Iris srls (Amm. Unico Piretti Emanuele), dove ha sede anche Di Veronica Maria Rosaria, Consulente del lavoro.

Gli esempi sarebbero tanti. Si tratta di società neo costituite tra febbraio e marzo 2025, spesso con capitali irrisori di 2.000 euro. Intrecci di parenti, familiari e amici che fanno blocco comune e un’unica mano che fa la regia delle offerte.

 

CONCLUSIONI

Di esempi ne potremmo fare tanti, come quello della famiglia Civada o di Viva Srl che ha vinto il Lotto A21 La Capannina a Mare che ha come Amministratore Unico Tancioni Laura, che è anche Amministratore Unico del V-Lounge Srl e Amministratore della G.B. Srl, più conosciuta come stabilimento Tuscany Bay di Orbetello. Oppure il fatto che esistano società intestate a persone di nazionalità rumena o straniera o aventi la sede in luoghi davvero improbabili del Municipio X. Ci domandiamo infine come sia possibile offrire Royalty addirittura del 29% sul fatturato da parte di neonate società con capitali irrisori a stagione balneare avviata e ancora senza aggiudicazione definitiva.

 

Al di là del comportamento anomalo nelle valutazioni tecniche delle Commissioni sulle società e le offerte ‘fotocopia’, se queste, come dice l’Assessore al Patrimonio Tobia Zevi, sono le “50 imprese con 100 progetti che rappresentano un mercato reale, competitivo e vitale” e “controlli accurati”, c’è di che preoccuparsi. Questo bando dovrebbe essere sospeso immediatamente in autotutela.

 

 

_________

 

(*) Prendiamo il caso emblematico dei lotti A4 (stabilimento Elmi) e A5 (stabilimento Lido) dove si presenta Ferracci rispettivamente con Caffé Tre Srl e Margherita Appia [ma è presente anche nel lotto A3 (stabilimento Urbinati) con B.B. Pannonia Srl A6 (stabilimento Marechiaro – Kelly’s) ma anche sul lotto B26 (ristorante Edoné su Elmi) con Caffè di Porto Srl e sul lotto B27 (ristorante Lido) con MargheRita Appia Srl]:

le risposte ai bandi sono fotocopia eppure il Presidente e il primo commissario della Commissione Tecnica danno gli stessi punteggi nella griglia, mentre il secondo commissario dà 2 punti più a MargheRita nella gara sul lotto A5. Alla fine con le Royalty e l’offerta economica vince il lotto A4 (stabilimento Elmi) con Caffè Tre Srl e il lotto A6 (Stabilimento Marechiaro) con Meccanismo Appio Srl.

 

 

 

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CASTEL PORZIANO, L’IMBROGLIO DEL BANDO DEI CHIOSCHI

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250615_141748_0000Via al bando di affidamento dei 5 chioschi storici sulla spiaggia di Castelporziano con l’approvazione dell’Assessore al Patrimonio del Comune di Roma, Tobia ZEVI. Ma quella spiaggia non è patrimonio comunale.

 

Eppure il Direttore, Tommaso ANTONUCCI – firmatario del disciplinare tecnico e della Determinazione Dirigenziale (n.rep QC/1653, n.prot. QC/78946 del 11/06/2025) con cui è stato dato il via al bando – afferma che il titolare della concessione demaniale marittima della spiaggia di Castel Porziano sarebbe il Dipartimento Patrimonio del Comune di Roma.

 

Si tratta di un falso, visto e preso atto che, mediante accesso civico generalizzato, LabUr è venuto in possesso della suddetta concessione demaniale, alla data odierna intestata a Mario FALCONI, presidente del Municipio X, con scadenza il 31 dicembre 2029.

Neppure ha valore la temeraria richiesta fatta dal Dipartimento alla Capitaneria di Porto (n.prot. QC/120468 del 15/12/2023) di estendere la concessione per altri 20 anni, nonché di ottenere la “voltura” di essa al Dipartimento stesso.

 

Premesso che nel Codice della Navigazione non è contemplata la “voltura” di una concessione ma solo il subentro (art.46), la giurisprudenza ha consolidato il principio che nel caso di non risposta dell’Ente concedente neppure vale il silenzio assenso. Pertanto l’intestatario della concessione non può essere comfutato: è Mario FALCONI.

 

E’ curioso quindi che il Comune di Roma, nel caso di cambio dell’intestatario, abbia assimilato la concessione (= contratto pubblico) ad una semplice utenza e non abbia invece applicato quanto richiesto dalla legge vigente in materia di trasferimento di gestione del bene concesso.

 

Inoltre, il passaggio di competenze in materia di demanio marittimo tra Municipio X e Dipartimento Patrimonio riguarda solo le concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo che non comprendono assolutamente quella di Castel Porziano perché ricadente nella convenzione con la Presidenza della Repubblica datata 1965. Tale concessione dovrebbe avere, per legge, come intestatario, il vigente Sindaco di Roma o chi per lui delegato. Al Dipartimento Patrimonio spetta la gestione, NON della concessione, ma solo dei 5 chioschi in quanto immobili di proprietà del Comune di Roma anche se privi di titolo edilizio (insomma un abuso ‘tollerato’).

 

Il bando, oltre ad essere un falso in atto pubblico, è anche illegittimo perché non affida solo i 5 chioschi, ma anche tutte le attività principali e secondarie della suddetta concessione demaniale, ai sensi dell’art. 45-bis del Codice della Navigazione. In altre parole, la sedicente ‘stazione appaltante’, cioè il Dipartimento, finisce per essere il soggetto di diritto al posto del concessionario (Mario FALCONI), assimilando in maniera impropria la spiaggia a libera fruizione di Castel Porziano (come previsto dalla convenzione presidenziale) a una spiaggia libera attrezzata.

 

Ma le irregolarità non finiscono qui.

La più eclatante, grottesca e imbarazzante, sintomo della sciatteria istituzionale esercitata congiuntamente dal Dipartimento e dall’Assessorato al Patrimonio, è quella che coinvolge il cosiddetto lotto C2 del bando, identificato al NCT del Comune di Roma al foglio 1143 p.lla 81 (per intenderci, quello al secondo cancello) che però non è incluso nella concessione.

Per non parlare delle licenze commerciali dei chioschi o della responsabilità dello spurgo delle fosse biologiche, visto che i bagni di Castel Porziano non solo non hanno regolare titolo edilizio, ma neppure sono allacciati in fogna.

 

Dulcis in fundo, se nel 2024 il Comune ha riconosciuto ad ognuno dei 5 chioschi l’importo di 126 mila euro per i seguenti servizi aggiuntivi:

 

servizio di assistenza bagnanti e salvamento a mare, pulizia bagni nei manufatti di servizio, allestimento spiaggia, spurgo delle fosse biologiche dei manufatti di servizio, fornitura e montaggio passerelle, fornitura e montaggio pedane disabili, servizio apertura e chiusura cancelli e pulizia manuale della spiaggia, fornitura sacchi e secchioni per raccolta rifiuti, copertura per una postazione di salvataggio, copertura e allestimento postazione bagnino, livellatura arenile e pulizia varchi a mare, allestimento bagni chimici disabili

 

a cui va aggiunto l’importo di € 383 mila euro (presi dall’identico finanziamento erogato nel 2024 dalla Regione Lazio per la ‘sicurezza a mare’!) per la pulizia, vagliatura e raccolta rifiuti presso la spiaggia Castel Porziano (AMA), quest’anno si gioca al ribasso.

 

Per ogni chiosco viene posto a base di gara l’importo di 126 mila euro quale contributo pubblico riconosciuto dal Comune di Roma all’affidatario per l’espletamento degli servizi oggetto di affidamento (gli stessi del 2024) addirittura premiando con 30 punti su 100 il ribasso percentuale su tale importo.

 

Come faranno i nuovi affidatari a garantire gli stessi servizi dello scorso anno con un importo inferiore? Rialzando i prezzi (senza controllo) della ristorazione, del noleggio di lettini e ombrelloni o addirittura affidando a terzi (subappalto) le attività di smaltimento rifiuti e spurgo delle fosse biologiche, il tutto senza alcun controllo e solo per un anno e forse (se ogni cosa andrà liscia) non prima del 7 luglio?

 

Puntualmente, come avevamo denunciato in tempi non sospetti, si utilizza la ‘somma urgenza’ (come se nessuno sapesse che anche per Castel Porziano la stagione balneare inizia, ogni anno, il 1° maggio). La durata del bando viene quindi ristretta a soli 15 giorni. Dunque è con ogni evidenza un bando pubblico preparato per i soliti pochi noti e che azzera quell’interesse transfrontaliero alla base del principio della libera concorrenza.

 

Segretariato della Presidenza della Repubblica, Capitaneria di Porto di Roma e Agenzia del Demanio, in rigoroso silenzio. Tanto, un piatto di telline ci scappa per tutti visto che più che la spiaggia anche in questo caso, come per le spiagge di Ostia Ponente (LINK), ciò che interessa è la ristorazione, cioè, come si dice a Roma, ‘magnà’.

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DOSSIER SPIAGGE OSTIA GESTIONE GUALTIERI – 1° PARTE



IMG_20250612_105316Incredibile. Durante la mappatura dei vincitori del bandi di affidamento delle concessioni balneari messe a bando dalla Giunta Gualtieri si scoprono diverse irregolarità e poca attenzione da parte della Commissione. Diversi esercizi commerciali, secondo il disciplinare di gara, avrebbero dovuto essere esclusi. Personaggi opachi e grandi ritorni sul Litorale romano dopo Mafia Capitale. 

 

Rispetto alle organizzazioni criminali di Ostia, Nando dalla Chiesa coniò l’espressione «Mafia Litorale» per indicare «un sistema criminale integrato e mobile che ha conquistato l’affaccio sul mare della Capitale d’Italia, composto da gruppi criminali misti e cresciuti tra occupazione militare delle spiagge, narcotraffico e usura».

Sono passati 10 anni da quando il 18 marzo 2015 l’allora Presidente del Municipio X, Andrea Tassone, fu costretto alle dimissioni (a cui seguì l’arresto e poi la condanna) e subentrò il magistrato Alfonso Sabella, passato dalle aule di tribunale alle stanze della politica e poi rientrato nuovamente (e poco elegantemente) nelle aule giudiziarie senza aver risolto nulla.

Nonostante il commissariamento prefettizio del Municipio di Ostia, dopo anni di proroghe e scandali, il Sindaco Roberto Gualtieri annuncia un “processo trasparente” per l’assegnazione degli stabilimenti: stop ai rinnovi automatici, più concorrenza e sostenibilità, con l’avvio di un “passo storico” per la gestione del litorale romano. Due gli avvisi pubblici per l’assegnazione delle concessioni balneari. Gualtieri cercava (forse) di evitare il rischio di sanzioni europee, ma soprattutto sapeva che si trattava, al di là dell’esito, di una “negoziazione win-win” in termini politici.

L’iniziativa arriva dopo anni di controversie legate alla gestione delle concessioni balneari ad Ostia, un Municipio che ha vissuto episodi di malaffare e infiltrazioni criminali (si v. ad es. le inchieste “Mondo di Mezzo” del 2014 e “Tramonto”).

Nelle intenzioni dell’amministrazione Gualtieri, la nuova procedura di assegnazione, che include una componente economica legata al fatturato, mirava ad evitare situazioni di monopolio e garantire introiti adeguati per il miglioramento del litorale attraverso le Royalty.

STABILIMENTI E SPIAGGE INTERESSATE DALLA “SVOLTA”

I bandi hanno riguardato stabilimenti balneari (n. 25 Lotti), esercizi di ristorazione (n. 4 Lotti) e spiaggia libera con servizi (n. 2 Lotti).

Nel dettaglio: Bagni Vittoria, La Conchiglia, Urbinati, Elmi, Lido Beach, Marechiaro – Kelly’s, El Miramar, Il Delfino, Belsito, Plinius, La Vecchia Pineta, Sporting Beach, Orsa Maggiore, Zenit, La Bussola, La Bicocca, La Spiaggia, La Vela, Miami, La Bonaccia, La Capannina a mare, Guerrino er Marinaro, Il Corsaro, Il Gabbiano, Circolo Nauticlub Castel Fusano, i ristoranti Edonè, Lido, Kelly’s e El Miramar, i chioschi nelle spiagge libere Bahia e Casagni Rita e quelle senza strutture esistenti. Le spiagge libere dunque vengono trasformate in modo creativo, dal punto di vista amministrativo, in spiagge libere attrezzate e sono: spiaggia Rossa, Cotto Ocra, Senape Limone, Rosa Sabbia, Verde, Gialla, Grigia, Spqr e Bianca.

Per i lotti relativi agli stabilimenti balneari era consentita la partecipazione ad un massimo di n. 3 Lotti, mentre per gli esercizi di ristorazione era consentita la partecipazione ad un massimo di n. 2 Lotti.

Arrivate le offerte, il Comune di Roma dichiara:

“La grande partecipazione ai bandi pubblicati conferma quanto sia alto l’interesse per il litorale di Roma. I numeri parlano chiaro: oltre 100 offerte, royalties in crescita, più spazio alle imprese con certificazioni di parità di genere e un significativo rinnovamento dei concessionari – ha commentato il Sindaco Roberto Gualtieri – Vogliamo costruire un modello più trasparente e sostenibile e queste assegnazioni vanno in questa direzione: un’attenta pianificazione, maggiori investimenti e una visione chiara di sviluppo restituiranno al mare di Roma la centralità che merita”.

“Con questo bando si apre una nuova fase per il litorale romano – ha dichiarato l’Assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative, Tobia Zevi – Mentre prosegue l’iter per dotare il demanio marittimo di un nuovo Piano di Utilizzazione degli Arenili (esattamente come 10 anni fa n.d.r.). Con i bandi abbiamo comunque deciso di avviare una trasformazione concreta. E il territorio ha risposto con idee, qualità e coraggio. L’obiettivo più importante resta quello di restituire al mare di Roma il suo ruolo pubblico e collettivo, come spazio accessibile, curato e realmente condiviso”.

VEDIAMO SE È COSÌ

Analizzando le società che hanno partecipato al bando sulle concessioni balneari si vede chiaramente che a nessuno interessano le spiagge, per altro ridotte al minimo per gli effetti erosivi. Quello che interessa a tutti sono i ristoranti e alcuni in particolare: lo si evince chiaramente guardando la graduatoria. L’esempio più eclatante è lo stabilimento Vittoria che va addirittura deserto. Altra anomalia riguarda alcuni stabilimenti con ristorazione importante, che vedono la partecipazione del solo vecchio gestore (si v. ad esempio il Don Pepe a La Conchiglia).

Non solo. Diverse società hanno partecipato a più lotti con risposte fotocopia (persino gli stessi errori di battitura e Royalty costanti in tutti i lotti a prescindere dal fatturato). Queste società sono in mano sempre agli stessi personaggi, a tratti molto opachi. Il bando addirittura consente che a rispondere siano società inattive di gestione balneare nate nei giorni in cui esce il bando.

Visto che Roma è la ‘lavatrice’ d’Italia, usata sempre più dalle mafie locali e non e dai gruppi criminali, per ripulire il denaro sporco (ad esempio negli esercizi commerciali, v. i blitz ai danni di clan di Camorra a Roma e di ‘Ndrine che fanno affari in città), è necessario che l’attenzione e i controlli siano altissimi (1). Controlli che però ci sembrano essere stati molto superficiali per Ostia.

IL CASO

Prendiamo, solo a titolo esemplificativo, il tratto di Lungomare che va da Ostia Centro al Porto Turistico di Roma (mappa in figura).

Il bando era chiaro: “Non saranno ammesse le offerte presentate, per eventuali ulteriori lotti, dagli operatori economici che già partecipino ad un numero di Lotti pari a quello massimo previsto per ciascuna tipologia di bene demaniale: a) in forma singola; b) nella qualità di mandatari e/o mandanti di un Raggruppamento concorrente che partecipino ad altri lotti sotto qualsiasi altra forma; c) nella qualità di consorziati al consorzio ordinario di concorrenti, che partecipino ad altri lotti sotto qualsiasi altra forma; d) tramite imprese controllanti, controllata e e/o collegata ai sensi dell’art. 2359 c.c.. In caso di violazione della regola di gara sopra descritta, il concorrente sarà escluso dai Lotti eccedenti il numero massimo consentito per la specifica tipologia, partendo da quelli aventi il più alto numero identificativo. Al riguardo, si precisa che il concorrente che, nell’ambito della medesima tipologia di bene (“A”, “B” o “C”) intende partecipare a più lotti, è obbligato, a pena di esclusione, a presentarsi sempre nella medesima composizione”.

LA REALTÀ

BB PANNONIA SRL – Largo Pannonia 21/22 – Ristorazione con somministrazione

Si presenta sullo stabilimento Urbinati, spiaggia ridotta al minimo, ma con un grande ristorante storico e bar. Arriva seconda.

Soci:

Petrillo Emiliano (25%), Del Vescovo Marco (25%)

Bar Trilussa Srl (50%) Piazza Trilussa 37- Ristorazione con Somministrazione [Soci: Ferracci Federico (90%) e Lalle Silvia (10%)]

CAFFE’ TRE SRL – Via della Scrofa 60 – Gestione bar e ristoranti

Si presenta su Elmi e vince contro Elmi Srl precedente gestore

Soci:

Ferracci Federico (69%), Petrillo Emiliano (12%), Calamari Valerio (10%), Lalle Silvia (9%)

MECCANISMO APPIA SRL – Via Appia Nuova, 450 – Ristorazione con Somministrazione. Si presenta su Stabilimento Marechiaro – Kelly’s e vince contro Sun Beach Srl, precedente gestore.

Soci:

Bar Trilussa (40%) [soci Ferracci Federico e Lalle Silvia], Petrillo Emiliano (20%), Calderari Danilo (10%), Di Gennaro Mirko (10%), Di Pietro Claudio (10%), Tavoletta Davide (10%)

MARGHERITA APPIA SRL – Via degli Scipioni, 153. Ristorazione.

Si presenta sul ristorante Lido arrivando terza e dove vince To Be Ship Srl, mentre arriva seconda sullo stabilimento Lido dove vince il vecchio gestore Lido Beach Srl.

Soci:

Ferracci Federico (45%), Calderari Danilo (10%), Di Gennaro Mirko (10%), Tavoletta Davide (10%), Petrillo Emiliano (10%), Petrillo Marco (5%), Di Pietro Claudio (5%)

FERRACCI FEDERICO

Presidente di Café Friends Porto di Roma. Con Marco del Vescovo (socio di BB Pannonia) apre Baby Bao Dim Sum & Bao Bar, seconda sede a Roma a Largo Pannonia. La sede centrale di Café Friends è a Los Angeles in California in 3195 W Olympic Blvd dove Ferracci è Presidente mentre il Manager è un certo Hironori Yamada. Da Google Maps risulta un supermercato di frutta e verdura sud coreana.

Ferracci risulta anche all’interno di Osteria-Pizzeria MargheRita che a Roma ha 4 locali (Navona, Torrino, Colli Portuensi e Porto di Roma ad Ostia).

EMILIANO PETRILLO

È inserito in MargheRita, Michelino Fish (*), Meccanismo, BB Pannonia e in Caffé Tre e Café Friends.

TO BE SHIP SRL – Via Aurelia km 24,150. Costruzione e assemblaggio imbarcazioni. Si prende il ristorante del Lido, oltre al Bahia e la Spiaggia Gialla.

Soci:

Grande Asia (50%), Lambusta David (45%), Mancano Riccardo (5%)

Grande Asia è legata a Grande Roberto e a loro fanno riferimento attualmente il Bahia e la Spiaggia Gialla a ponente.

Lambusta ha gestito il chiosco Glam (che ha ricevuto diversi attentati incendiari) con Buscaia Carlo (2011 e 2014). Il Glam poi prese il nome di The One e quindi Bahia (amministratore Roberto Grande, cugino di Mauro Caramia), dove Lambusta collaborava. Lambusta gestiva anche l’ottavo cancello di Castelporziano ed è stato testimone nel processo Carmine Spada e altri (2). Lambusta David non va confuso con lo zio, Lambusta Leonardo (onnipresente al Salus) proprietario anche delle mura di Casa Clandestina, gestito da Diego Giannella che ai tempi coordinava la rete Stand-Up che prese il chiosco, poi demolito, del Faber Beach di Fabrizio Sinceri (oggi bagnino veterano e spiaggino proprio all’ex Faber Beach, denominata attualmente spiaggia verde nonchè quelle gestite da Zétema), ai tempi del sequestro della struttura. Non è l’unico caso di ‘grandi ritorni’ sulle spiagge di ponente.

PIÙ BLUE SRL – Viale Regina Maria Pia, 24. Gestione Stabilimenti Balneari costituitasi il 20 febbraio 2025, pochi giorni dopo il bando. Vince su Urbinati e arriva terza sul ristorante Edoné. Arriva secondo invece Caffé di Porto Srl di Ferracci Federico.

Soci:

Lamorgese Beatrice (51%), Lamorgese Roberto (49%)

E qui la storia si complica ulteriormente negli intrecci societari.

Nella stessa sede di Più Blue Srl, in v.le Regina Maria Pia 24, c’è la ELLE IM SRL balneari. Soci Lamorgese Giulia (50%), Ciani Gino (5%), Bianchini Giovanni (3%) e Colombo Elio (42%), detto “il finanziere”, che è socio anche della ABC Beach Srl e insieme alla Elle Im Srl ha trasferito a molte società, tra il 2000 e il 2015 in affitto/comodato e fusioni, pezzi dello stabilimento Salus, finito nel 2022 in una vicenda definita assurda perché “il Tribunale prima vende per fallimento la concessione poi sequestra tutto per abusi non dichiarati” (3). Elio Colombo è il trait d’union con la Salus Golden Italy Resort Srl (cancellata nel 2024) società di ristorazione, in mano ai fratelli Mauro e Aniello Pirfo che entrano nella gestione del ristorante del Salus. Pirfo Mauro è socio al 50%, insieme a Sampieri Bruno, della Golden Italy Srl (anche lei in v.le Regina Maria Pia 24 come la Più Blue Srl e la Elle Im Srl). La società è rappresentante commerciale di prodotti. Salus Srl, gestione stabilimenti balneari, invece era in mano a Raffaele e Rosario Malapena società cancellata nel 2021. Golden Inn Srl, anche lei in v.le Regina Maria Pia 24, gestione di esercizi commerciali, ha come amministratore Roberto Lamorgese, socio al 5% mentre Pala Lucrezia detiene il 95%. La società ha ricevuto negli anni diversi trasferimenti d’azienda in affitto/comodato/compravendita anche dalla Elle Im Srl.

Roberto Lamorgese è anche amministratore unico del noto ristorante “Zucchero e Limone” in via Ermanno Wolf Ferrari 273 all’Infernetto, società che risulta attualmente inattiva e che vede come soci Di Filippo Claudio (50%), Fiorelli Anna Donatella (45%) e Bosco Giovanni (5%). La cucina di Zucchero e Limone viene presa nel 2018 proprio da Mauro e Aniello Pirfo che avevano lasciato in cattive acque anche l’Arcobaleno Beach (4).

Sempre a via W. Ferrari 273 c’è la STAMI Srl, che si occupa di ristorazione, dove i soci sono Roma-Geneco Immobiliare (95%), sempre domiciliata in v.le Regina Maria Pia 24, e Pirfo Rosa (5%).

ELIO COLOMBO DETTO “IL FINANZIERE”

È amministratore unico della A.B.C. Beach Srl che gestisce il Salus, della Zema Srl (inattiva, commercio abbigliamento), della Mutui e Sistemi Srl (consulenza finanziaria), della Cri.Os Srl (inattiva e di cui è anche socio unico), della Elle Im Srl (servizi di supporto alle imprese) e della Mifa Service 2013 Srl (inattiva).

MAVOLA SRL – via delle Baleniere 151. Gestione ristoranti. Si costituisce il 2 febbraio 2025. Inattiva. Vince sul ristorante Edoné, secondo arriva Caffé di Porto di Ferracci e terzo Più Blue Srl di Roberto Lamorgese.

Soci:

Castelli Marco (51%), Volpi Fabio (25%), Latina Emilio Bruno (24%)

 

CONCLUSIONI

Come si evince, abbiamo società, ad esempio quelle di Ferracci Federico, che partecipano a 4 lotti sugli stabilimenti balneari (Urbinati, Elmi, Lido, Marechiaro-Kelly’s) quando era consentita la partecipazione ad un massimo di n. 3 Lotti e soprattutto grandi ritorni dallo scenario finito per anni nelle aule di tribunale.

Ci chiediamo quindi quali controlli sono stati fatti visto che la documentazione prodotta da noi viene da fonti aperte e vista la delicatezza della materia per il nostro territorio e per Roma Capitale. Si assiste infatti alla concentrazione nelle mani di pochi e opachi personaggi proprio nelle zone centrali di Ostia, quelle più appetibili in termini di ristorazione e indotto, tralasciando la solita triste storia sulle spiagge libere di ponente (5).

Come è possibile che ci siano offerte di Royalty sempre uguali su ciascun lotto, addirittura 3 e anche 4 volte superiori a quelle offerte dai precedenti gestori che conoscono il fatturato? Perché sembra, in questo caso sì, un ‘pizzo di Stato’ che favorisce concentrazioni opache, ben lontane dalla trasparenza e dalla concorrenza dichiarata.

Per la prima volta, nel nome del “lo vuole l’Europa” sono partiti i bandi delle concessioni in assenza di un PUA e senza alcun dichiarato interesse transfrontaliero. Risultato? Nessuna ditta estera ha partecipato, ma ne sono state costituite decine di nuove società da vecchie conoscenze locali e da romani rampanti. Tutto nella completa indifferenza dell’Agenzia del Demanio, della Regione Lazio e anche della Capitaneria di Porto. L’oro di Ostia, che ha perso qualunque valore, lasciato nelle mani del Dipartimento Patrimonio, nel nome di Royalty su fatturati ancora inesistenti, in piena contraddizione con quanto dichiarato dalla Procura della Corte dei Conti. Ad oggi, permane una discutibile graduatoria provvisoria e nessuna concessione risulta definitiva, lasciando spazio alla Guardia di Finanza di intervenire laddove il Comune non ha esercitato il dovere di bando.

Ci domandiamo anche che ruolo ha svolto, nella vicenda dei bandi delle concessioni balneari, il magistrato Francesco Greco, ex pool Mani Pulite, voluto da Gualtieri nel 2024 a titolo ‘gratuito’ proprio per controllare i bandi pubblici. Non vorremmo che fosse tornata la nebbia nella Procura di Roma direttamente da Milano in cui hanno aleggiato anche i fumi di Eni in Nigeria.

Una negoziazione tutta politica di win-win per la Giunta Gualtieri si sta trasformando in una negoziazione lost-lost per il territorio che non merita una coazione a ripetere di mala gestione.

______________

(1) Già il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma Antonio Mura, all’apertura dell’anno giudiziario del 2021, aveva denunciato come il Covid e la connessa crisi economica di alcune imprese, potessero essere terreno fertile per i criminali: “L’usura continua ad essere uno dei fenomeni criminali tipici, e perciò più diffusi, della Capitale. Accanto ai soggetti che autonomamente si dedicano ai prestiti a tassi usurari (i “cravattari”), opera la criminalità organizzata che si dedica a tale attività criminale per ‘mettere a reddito’ i capitali accumulati e nello stesso tempo penetrare nel tessuto economico della città”, disse. “Le mafie tradizionali scelgono di investire i capitali di provenienza illecita a Roma e nel Lazio, in quanto la vastità del territorio e la presenza di numerosissimi esercizi commerciali, attività imprenditoriali, società finanziarie e di intermediazione, immobili di pregio consentono di mimetizzare gli investimenti e la progressiva penetrazione nel tessuto economico ed imprenditoriale del territorio. Una fragilità del sistema economico che fatalmente accresce il rischio di usura come strumento di infiltrazione nell’economia legale.

(2) https://www.radioradicale.it/scheda/575685/processo-carmine-spada-ed-altri?i=4001304

(3) https://canaledieci.it/2022/04/11/ostia-tribunale-vende-sequestra-stabilimento-balneare-licenziati/

(4) https://www.ilfaroonline.it/2018/08/13/infernetto-stesse-prelibatezze-nuova-sede-mauro-nello-approdano-zucchero-limone/233850/

(5) https://www.labur.eu/public/blog/2025/05/21/ostia-spiagge-libere-la-gestione-creativa-dellassessore-zevi/

(*) Riceviamo la seguente mail che pubblichiamo con la nostra risposta da Michele Cozzolino.

IMG_20250612_154208Gent.mo Sig. Michele Cozzolino,

abbiamo ricevuto la sua segnalazione e ne prendiamo atto pubblicandola in calce all’articolo citato, per darne la medesima visibilità.

IMG_20250615_160815La frase a cui lei si riferisce è la seguente: “Emiliano Petrillo – È inserito in MargheRita, Michelino Fish, Meccanismo, BB Pannonia e in Caffé Tre e Café Friends”. Come vede, non c’è alcun riferimento a quanto da lei sostenuto: “Mi associate a delle Società che hanno partecipato ai bandi, del quale non conosco gli amministratori nè tanto meno mai fatto parte di esse”. Se pertanto volesse meglio dettagliare di non aver alcun rapporto con il Sig. Emiliano Petrillo, integreremo anche questa sua ulteriore dichiarazione.

 

 

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CALTAGIRONE IMMOBILIARISTA A ROMA

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250601_233921_0000Ieri sera, la puntata di Report su RAI 3 ha riguardato il c.d. ‘Risiko bancario’ LINK, che coinvolge anche Francesco Gaetano Caltagirone Immobiliarista. Con Giorgio Mottola abbiamo parlato a lungo dei tanti interessi urbanistici nella Capitale durante le riprese presso il quartiere Giardini di Roma, più conosciuto come quartiere Caltagirone.

Lasciamo qui l’estratto della nostra conversazione che per esigenze di montaggio non è stato possibile inserire e il LINK con l’estratto del nostro intervento in puntata.

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“E’ uno dei più ricchi industriali italiani e forse il più influente uomo d’affari che operano dietro le quinte” (Financial Times, 2013).

Francesco Gaetano Caltagirone, Ingegnere, è senza dubbio un uomo di grande potere. Laico, di educazione cattolica, che considera alla base dell’etica del Paese, è un ammiratore sfegatato del cambiamento e dell’innovazione che la Chiesa Cattolica ha espresso nel corso dei suoi 2000 anni di storia. Forse per questo Caltagirone auspica che i mandati politici siano brevi, dotati di tanti poteri e caratterizzato dalla possibilità di prendere decisioni rapide. Ambire alla monarchia assoluta del Vaticano forse sembrava esagerato all’ottavo re di Roma.

Alla domanda se in Italia si fosse costruito troppo, Caltagirone risponde sempre che si è costruito in due maniere diverse: quella legale e quella abusiva, su cui lui è assolutamente contrario. Non solo. Secondo Caltagirone lo Stato è stato troppo debole nel reprimere l’edilizia abusiva e troppo severo con quella legale: per ottenere un permesso a Roma, per stipulare una convenzione urbanistica e arrivare al compimento della stessa, si è arrivati al record di 18 anni. “Quando facciamo un progetto, il progetto è vecchio e servono centinaia di permessi”. Teniamo a mente queste sue parole quando affronteremo il caso di Giardini di Roma a Malafede, più noto come Quartiere Caltagirone.

 

LA GALASSIA IMMOBILIARE DELLA FAMIGLIA CALTAGIRONE

Screenshot_2025-06-01-23-26-25-82_f541918c7893c52dbd1ee5d319333948 Screenshot_2025-06-01-23-29-15-93_f541918c7893c52dbd1ee5d319333948

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

QUARTIERE CALTAGIRONE – GIARDINI DI ROMA A MALAFEDE

Abbiamo trattato negli anni scorsi l’argomento (LINK).

In estrema sintesi, dal 1992 esisteva una convenzione urbanistica. Qualcosa però già non quadrava nella convenzione perché l’area è piena di reperti archeologici, ma non c’è mai stato un vincolo serio di tutela da parte della Sovrintendenza. Avevano provato a metterlo, ma poi il vincolo fu tolto dal democristiano Antonio Gerace, detto il Luparetta, Assessore all’Urbanistica della Giunta Carraro, finito poi agli arresti, insieme ad altri della Giunta, per concorso in concussione per una mazzetta di mezzo miliardo di Lire. Era il 1993, il tempo di mani pulite anche nella Capitale e ad Ostia. In urbanistica è conosciuta come la Variante di Salvaguardia, cioè il verde divenne cemento.

A Malafede il quartiere vede un’edificazione a blocchi fino allo costruzione dello Z19, l’edificio vicino alla Stazione metromare della Roma-Lido, la cui realizzazione è partita in larghissimo ritardo e dove si è riproposto il problema dei reperti archeologici e paesaggistici.

LabUr procede ad un ricorso gerarchico all’Area di Vigilanza Urbanistica della Regione perché un precedente parere dell’ente regionale costringeva Caltagirone a sottostare ai vincoli paesaggistici che però non aveva mai richiesto. A gennaio 2025 il Comune però cancella la necessità del parere regolarizzando, ora per allora, la questione autorizzativa. E pensare che nell’area vicino alla Stazione, da dove partiva l’Acquedotto romano di Ostia, ad oggi c’è solo una colata di cemento senza vincolo paesistico.

In estrema sintesi, il parere della Regione afferma che quando non c’è un Piano Regolatore e ci sono Piani Pluriennali di Attuazione (che indicano a spanne dove si espanderà la città), siccome c’è un’intenzione di costruire, si può costruire. Siamo oltre il potere edilizio dei costruttori, siamo al potere urbanistico assoluto.

 

I grandi palazzinari, come Caltagirone, dunque non solo già sapevano ma condizionavano il Comune di Roma indicandogli dove si dovesse espandere la città ancora prima di qualunque convenzione. Nel caso specifico del quartiere Giardini di Roma a Malafede, Caltagirone compra i terreni, fa la convenzione, non la rispetta, costruisce a spizzichi e bocconi malamente, non fa la Stazione e dopo 30 anni (!!!) gli vengono annullati i titoli autorizzativi che avrebbe dovuto richiedere. Quello che rimane, a parte i palazzi, è la devastazione di un’area archeologica.

 

TERMOVALORIZZATORE

Sul termovalorizzatore nell’area industriale di Santa Palomba e il coinvolgimento della famiglia Caltagirone abbiamo scritto a lungo (LINK) anche in una puntata di Report (LINK).

Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi. Siamo anche in attesa di ricevere la documentazione relativa alla validazione del progetto – presentato dal raggruppamento di imprese guidato da ACEA Ambiente con Suez Italy, Kanadevia Inova, Vianini e Rmb – da parte della società di certificazione

incaricata, per vedere come hanno superato tutte le anomalie che abbiamo riscontrato.

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SPIAGGIA DI CASTELPORZIANO: LETTERA APERTA ALLA CAPITANERIA DI PORTO

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250530_143647_0000Ad oggi, dopo un mese dall’inizio della stagione balneare, a Castel Porziano sono assenti tutte le attività strettamente funzionali alla destinazione pubblica dell’area.

 

A seguito della Vs risposta odierna al nostro accesso civico sulla concessione vigente a Castelporziano, abbiamo appreso, con stupore, che è ancora la n.1 del 2023, cioè quella intestata al Presidente del Municipio X, Mario Falconi.

Già allora avevamo rilevato la criticità di tale intestazione (LINK) e ancora più critica ci sembrava alla luce del fatto che il Municipio X aveva perso tutte le deleghe sul Demanio Marittimo, approvate 12 anni prima, in favore di Roma Capitale a seguito della Delibera di Assemblea Capitolina n.160 del 31 ottobre 2023. Dunque l’intestazione andava aggiornata al Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

 

Dal 2023 si sono susseguite diverse interrogazioni e consigli Municipali al fine di chiarire se ci fosse stato o meno il subentro, ma senza successo.

 

Quindi ci troviamo, dopo 2 anni, con una concessione intestata ad un soggetto (il Municipio X) che non potrebbe averla, dato il passaggio delle competenze, un Direttore del Municipio, Marcello Visca, che propone una convenzione con i chioschi in project financing sconfessato poco dopo dall’Assessore al Patrimonio del Comune di Roma, Tobia Zevi, che dichiara alla stampa che la strada non è percorribile.

 

Chiediamo dunque alla Capitaneria di Porto di dirci cosa intende fare sulla spiaggia di Castelporziano.

Ricordiamo che non è una spiaggia libera, ma rappresenta un caso unico in Italia in quanto concessione all’interno di una convenzione con la Presidenza della Repubblica e dunque il Presidente Sergio Mattarella potrebbe anche decidere di non aprirla più al pubblico.

Lo chiediamo anche perché il Comune di Roma paga un canone annuale irrisorio per non fare nulla di quanto competerebbe ad un concessionario di un bene demaniale marittimo.

Intende dunque la Capitaneria di Porto applicare il Codice della Navigazione Art. 47 lettera A e ritirare la concessione al Comune di Roma come dettagliato nell’allegato ‘Richiamo Normativo’ (LINK)?

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BAGNINI A CAPOCOTTA – IN ARRIVO L’ENNESIMA SOMMA URGENZA

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250529_124836_0000Mentre le spiagge libere per ora non diventano attrezzate – perché i chioschi sono ancora in alto mare per il problema paesaggistico – e i Cancelli di Castelporziano non aprono – perché non è stata rinnovata la convenzione con il Comune di Roma – a Capocotta il Comune naviga come l’Andrea Doria nella nebbia speronata dalla Capitaneria di Porto.

 

Come avevamo preannunciato nei giorni scorsi (LINK), la Capitaneria ha formalmente imposto al Comune di Roma di dotare le spiagge di Capocotta di 1 bagnino ogni 100m, come previsto da ordinanza.

 

E cosa si inventa il Comune?

Nonostante i chioschi di Capocotta non si trovino su Demanio Marittimo, decide di trattarli come stabilimenti balneari, snaturando la loro funzione di presidio di tutela dunale come da noi denunciato in Commissione di Riserva Naturale Statale del Litorale Romano (LINK).

 

Nonostante il Dipartimento Patrimonio abbia ricevuto, anche quest’anno, 380.000 euro dalla Regione Lazio per la sicurezza a mare, chiede ai gestori dei chioschi, che nel frattempo sono diventati 6, di fornire a loro spese i bagnini.

 

Ricordiamo che il Comune di Roma può dare in convezione i servizi nel momento in cui non ha risorse (ma non in questo caso) o personale attraverso bando di gara, ma per l’ennesima volta si riduce all’ultimo minuto per poter ricorrere alla somma urgenza su un evento stagionale.

 

Non solo. I soldi, così come la spiaggia di Capocotta, sono gestiti dal Dipartimento Patrimonio che però decide, per non dover ricorrere a nuovi operatori, di delegare le sue competenze al Dipartimento Tutela Ambiente a cui spetta invece la gestione dei chioschi di Capocotta, così da poter fare una convenzione diretta con gli stessi per il servizio di assistenza bagnanti.

 

I gestori dunque vengono costretti di fatto dal Comune di Roma a fornire un servizio non previsto nella convenzione, ma anche a rivedere i loro margini operativi.

Il Comune di Roma non solo dovrebbe fornire i bagnini ma anche le postazioni di salvataggio che a Capocotta non ci sono mai state se non per iniziativa spontanea dei gestori dei chioschi.

Ci domandiamo dunque a cosa servano i 380.000 euro della Regione Lazio.

 

Rimane infine ancora il mistero delle competenze: a seguito della forte erosione che ha colpito anche la spiaggia di Capocotta, non è ancora chiaro se la Capitaneria di Porto abbia proceduto a rivedere la fascia di Demanio Marittimo (la c.d. Dividente Demaniale), visto che in diversi punti non c’è più e dunque il posizionamento dei bagnini non sarebbe possibile.

 

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CASTEL FUSANO: LA FENICE SRL TRA LE CENERI DELL’INCENDIO DELLA PINETA DOPO GLI ARRESTI DEL GRUPPO PELLEGRINI

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250527_214325_0000La società La Fenice Srl, aggiudicataria il 25 marzo 2025 della gara da quasi 1 milione di euro per il ripristino della Pineta di Castel Fusano dopo l’incendio del 2017, è a capo del c.d. Gruppo Pellegrini. L’imprenditore Mirko Pellegrini è stato arrestato ieri dalla Guardia di Finanza, insieme ad altre persone, perché accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture, corruzione, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio in almeno 75 appalti, molti ottenuti con ribassi al 30-40%, per un giro d’affari di circa 100 milioni di euro.

L’aggiudicazione della gara a La Fenice Srl, è avvenuta da parte del funzionario del Dipartimento Ambiente di Roma Capitale, Arch. Alessandro Clemente, Responsabile Unico di Progetto, che il 25 marzo ne ha dichiarato la regolarità dopo i controlli previsti per legge (Durc, Antimafia, Anac, etc.).

Saltano però all’occhio alcune anomalie.

1. MANCATA COMUNICAZIONE INTERNA

Proprio il giorno precedente, il 24 marzo, il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, con propria ordinanza, aveva prorogato l’ordinanza precedente del 26 novembre 2024 con la quale si era istituita, su segnalazione della Procura di Roma, una commissione ispettiva tecnica per verificare l’operato de La Fenice e di altre società del Gruppo Pellegrini sui lavori di realizzazione e manutenzione delle pavimentazioni stradali e dei marciapiedi.

Mirko Pellegrini per altro è già a processo per affari con le cosche calabresi.

Possibile che nessuno del Comune, a partire da Gualtieri, abbia avuto la buona idea di informare anche gli altri Dipartimenti, visto che da novembre 2024 la notizia delle indagini era diventata pubblica e il Comune di Roma stava collaborando con la Procura?

2. IL PROGETTO

Roma Capitale nel 2019 ha ottenuto finanziamenti del Ministero dell’Ambiente per il recupero ambientale e paesaggistico dell’area della Pineta di Castel Fusano, all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, che è stata percorsa dall’incendio nell’estate del 2017 in cui andarono distrutti 197 ettari. 30 riguardano l’area della pineta monumentale a sud‐ovest di via della Villa di Plinio e 167 l’area rimboschita nel 2002‐2003 che va da via della Villa di Plinio a Via del Circuito fino a via del Lido di Castel Porziano.

L’area è dentro la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano ed è gestita dal Comune di Roma tramite il Dipartimento Ambiente. Dal 2021, l’Arch. Alessandro Clemente è il Responsabile del preposto “Ufficio Promozione Riserva del Litorale Romano e Nulla Osta Edilizi” dove svolge l’istruttoria tecnica delle pratiche inerenti attività e/o interventi urbanistico – edilizi in siti ricadenti nella Riserva. Il suo obbligo è quello di elaborare, a fronte di ogni intervento nella Riserva, un parere tecnico da portare all’esame della Commissione Ministeriale della Riserva, composta da 5 membri più il Presidente, Romeo De Angelis.

Il costo complessivo del Progetto è stato quantificato in € 952.678,25. Il 47,71%, pari ad € 454.484,35, sono stati finanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il progetto è stato redatto dal Dottore Forestale Giacomo Feminò (Determinazione Dirigenziale rep. nr. QL 1721 del 29/11/2022). Il restante ammontare sono fondi del Comune di Roma derivanti da avanzi di amministrazione.

L’intervento, oggetto della gara vinta da La Fenice Srl, prevede la rimozione dei pini morti in piedi e di quelli sottomessi soprannumerari o instabili al fine di favorire l’evoluzione naturale verso la lecceta sottostante. Oltre alla rimozione dovrà essere effettuato il diradamento dei giovani popolamenti di pino domestico piantati nel 2002‐2003. In sostituzione, sono previsti 537 pini d’Aleppo di altezza 1,75 ‐ 2 m, soprattutto ai lati della Cristoforo Colombo, a distanza di almeno 5 m dal ciglio, oltre al trapianto di ulteriori 14.194 pini d’Aleppo e 3.747 piantine di latifoglie autoctone (tra cui 923 querce da sughero e 416 ornielli). I giovani pini e le piantine, per rendere più economico l’acquisto, devono essere consegnati in fitocella, cioè nei ‘sacchetti’ di nylon dove le piante sono state coltivate (hanno tutte 1-2 anni di età). Il costo dei 537 pini d’Aleppo è stato quantificato in 88,50 € e ognuna delle 14.194 piantine di pino in fitocella a 1,99 euro (per entrambi, escluso il trasporto sul luogo e la messa a dimora).

Perché allora a febbraio 2024 il Comune di Roma ha piantato proprio nell’area oggetto della gara aggiudicata a La Fenice i pini d’Aleppo acquistati con fondi PNRR e che dovevano essere trapiantati nell’area colpita dal gravissimo incendio del 4 luglio del 2000 e non da quello del 2017?

3. LA GARA

La gara è stata aggiudicata con il solo criterio del prezzo più basso avendo a base d’asta l’importo di euro 797.531,15, di cui euro 759.403,25 (soggetto a ribasso) e 38.127,80 (non soggetto a ribasso), ogni importo da maggiorare del 10% di IVA.

La Fenice Srl vince con un ribasso del 45%, per un importo globale (IVA inclusa) di 501.379,60 euro – vale a dire l’intero importo stanziato dal Ministero e, a questo punto, solo qualche spiccio del Comune – nonostante sia stato valutato “alto per i lavori da eseguire”.

Abbiamo dunque una gara per un importo sotto la soglia di 1 milione di euro, dichiarata non avere alcun “interesse transfrontaliero” per cui non è obbligatorio pubblicare il bando, un avviso pubblico estivo per individuare almeno 10 ditte interessate alla futura gara, la scelta tra queste di solo 5 partecipanti che però poi diventano 4 così da non dover escludere in automatico chi in gara presenta un’offerta anomala, come La Fenice Srl.

Per ultimo, il controllo: il ribasso del 45% è giustificato dal Comune e nessuno collega tale modalità di aggiudicazione a quelle analoghe che da oltre un anno erano sotto indagine. Il RUP, l’Arch. Alessandro Clemente, in assenza della Commissione Ministeriale della Riserva (rinominata solo il 22 novembre 2023), è andato in deroga al divieto previsto dall’art. 10 della legge quadro in materia di incendi boschivi n.353 del 21 novembre 2000, praticamente auto-autorizzando il progetto (senza parere della Commissione) in quanto è consentita, anche in aree incendiate, “la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente”. Queste opere ‘pubbliche’ sono la rimozione degli alberi morti non per l’incendio ma per la cocciniglia tartaruga, da cui discende il mega affare del riuso del legname come biomassa. Il tutto, affidato a La Fenice Srl sotto indagine della Procura e della Guardia di Finanza.

CONCLUSIONI

Al di là delle anomalie riscontrate, il risultato è che per questa estate i 197 ettari andati in gara saranno ad elevato rischio di incendio perché l’aggiudicazione sarà da rivedere.

Una buona amministrazione avrebbe evitato tutto ciò.

 

***

Le fasi della gara sono state le seguenti

Nomina RUP (Alessandro Clemente) 06/12/2023 (D.D. rep.n. QL 1778)

Progetto esecutivo, disciplinare e indizione gara 13/12/2023 (D.D. rep.n. QL 1848)

Avviso pubblico manifestazione d’interesse 17/07/2024

Scadenza richiesta di partecipazione 01/08/2024

Invito di 5 operatori economici 14/10/2024

Scadenza presentazione offerte 12/11/2024 (presentate solo 4 offerte)

Verifica offerta anomale La Fenice srl 08/01/2025 (45% di ribasso)

Proposta aggiudicazione La Fenice srl 20/01/2025

Ultimi controlli (Antimafia, Anticorruzione) 04/02/2025

Prima Ordinanza commissione ispettiva 27/11/2024

Proroga Ordinanza commissione ispettiva 24/03/2025

Aggiudicazione definitiva 25/03/2025

Arresto Mirko Pellegrini 26/05/2024

 

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OSTIA, SPIAGGE LIBERE: LA GESTIONE CREATIVA DELL’ASSESSORE ZEVI

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250521_120510_0000Nella gara delle spiagge libere di Ostia, tre lotti di Ponente, a ridosso del Porto di Roma, sono stati affidati a Zètema per 300.000 euro:

Lotto A – Spiaggia Rossa

Lotto B – Spiaggia Cotto, Ocra

Lotto C – Spiaggia Senape, Limone

 

La gara, che riguardava 9 spiagge libere a costo zero per il Comune, prevedeva l’apertura delle offerte il 26 marzo 2025. Il 23 aprile però l’Assessore comunale al Patrimonio, Tobia Zevi, presso l’aula del Municipio X, dichiarava che per i tre lotti andati deserti, la gestione sarebbe stata affidata a Zètema. La notizia però era stata già data dal Comune di Roma in un comunicato stampa il 7 aprile (1).

 

Il 7 maggio viene pubblicato l’esito dell’avvenuto affidamento alla società in house Zétema Progetto Cultura S.r.l. (ai sensi dell’art. 7 del D. Lgs 36/2023 e dell’art.15 del Contratto di Servizio rubricato ”Altre prestazioni” del Contratto di Servizio di cui alla DGC n. 454/2023) dei servizi di salvamento bagnanti e installazione bagni chimici lungo il lido di Ostia – Spiaggia di Ponente – per il periodo dal 15 maggio 2025 al 15 settembre 2025 (132 giorni), con un impegno fondi per l’importo complessivo di € 302.647,84 iva inclusa al 22%.

 

LE ANOMALIE

E qui la prima anomalia: già il 6 maggio, dunque prima dell’aggiudicazione, Zétema aveva fatto richiesta di preventivo “per l’affidamento dei servizi connessi alla balneazione indispensabili per la tutela della salute e dell’incolumità pubblica sulle spiagge libere di Roma Capitale” (CIG B6BD259F2B, importo a base di gara : 139.900,00 €). Unica partecipante Ares Management Service srl, che, senza alcun ribasso, nella stessa giornata del 6 maggio, si è aggiudicata l’affidamento. Ciò si evince sia dalla Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici istituita da ANAC (2), sia dal portale appalti di Zétema (3).

L’esito della gara vinta dalla Ares viene però pubblicato solo il 12 maggio (riferimento procedura: G02268), quindi dopo la pubblicazione dell’esito dell’affidamento a Zétema. Dunque l’importo di 1.000 euro al giorno per il salvamento sui Lotti A, B e C pagato dal Comune di Roma è stato contrattato con Ares e non con Zétema.

Ricordiamo che Ares è l’azienda che negli ultimi anni è sempre stata presente su quelle spiagge che nessuno vuole, tant’è che vanno deserte.

 

Il 9 maggio c’è la passeggiata trionfale di Tobia Zevi davanti alle telecamere sui tre lotti indicati, in cui dichiara che dal 10 maggio avrebbe garantito il servizio di salvamento grazie a Zétema. In un colpo solo infila 3 cose non vere: l’affidamento è ad Ares, la pubblicazione ufficiale dell’affidamento ad Ares avverrà dopo due giorni e il periodo di affidamento è previsto a partire dal 15 maggio.

 

LA REGOLARITÀ

Insomma, è davvero tutto regolare o il Comune di Roma ha utilizzato l’emergenza per andare in deroga rispetto a quanto viene imposto agli affidatari risultanti vincitori per i rimanenti 6 lotti? Ad esempio, i bagni chimici installati sui Lotti A, B e C hanno tutte le autorizzazioni per essere posizionati su demanio marittimo?

 

Ampliando l’esposto già annunciato (4) chiederemo se la procedura attuata dal Comune di Roma per la stipulazione di questo contratto con privati e che avrebbe dovuto consistere in una gara aperta tra diversi concorrenti per l’assegnazione del contratto stesso, al fine di ottenere l’offerta più vantaggiosa, non sia riconducibile a forme diverse dall’affidamento dichiarato per Zétema (che, materialmente, si avvale di un subappalto) e se sia stato alterato il regolare svolgimento della procedura per la gestione dei tre lotti.

 

Anche perché il sopra richiamato articolo 15 della Delibera di Giunta Capitolina n.454 del 28 dicembre 2023 (5), con cui il Dipartimento Patrimonio del Comune di Roma ha affidato a Zétema la gestione dei tre lotti, non riguarda l’affidamento del servizio di salvataggio e del noleggio di bagni chimici su demanio marittimo. L’ennesima anomalia.

 

CONCLUSIONI

Il Comune di Roma sembra trattare quelle spiagge come luoghi di pubblico spettacolo, una vera e propria “amministrazione creativa” di Tobia Zevi, che da quasi 4 anni ritiene ‘patrimonio comunale’ quello che invece è un bene dello Stato, cioè le spiagge.

Resta quindi da chiarire la regolarità dell’affidamento alla Ares Management Service srl, dove la creatività può fare ben poco per il salvamento.

 

 

1) https://www.comune.roma.it/web-resources/cms/documents/domande_concessioni_balneari_2025.pdf

 

2) https://dati.anticorruzione.it/superset/dashboard/dettaglio_cig/?cig=B6BD259F2B

https://gareappalti.zetema.it/PortaleAppalti/it/ppgare_esiti_lista.wp?actionPath=/ExtStr2/do/FrontEnd/Esiti/view.action&currentFrame=7&codice=G02268&ext=

 

3) https://www.labur.eu/public/blog/2025/05/16/ostia-spiagge-libere-il-comune-di-roma-si-intasca-380-000-euro-ma-piazza-solo-tre-bagnini/

 

4) https://www.zetema.it/wp-content/uploads/2024/01/Deliberazione-Giunta-Capitolina-

n.-454-del-28-dicembre-2023.pdf

 

 

 

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OSTIA, SPIAGGE LIBERE: IL COMUNE DI ROMA SI INTASCA 380.000 EURO MA PIAZZA SOLO TRE BAGNINI

  1. Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250516_155725_0000Il Comune di Roma dovrebbe garantire sulle spiagge di propria competenza ben 59 bagnini per la tutela della pubblica e privata incolumità, ma ne mette a disposizione solo 3. I soldi ci sono: solo la Regione Lazio p.es. ha stanziato 380.000 per la stagione balneare 2025. Una situazione che favorisce esclusivamente le cooperative private che ogni anno, come denunciamo da sempre, intervengono in sedicente ‘emergenza’ e strapagate dal Comune.

 

SPIAGGE LIBERE CHE DIVENTANO ATTREZZATE

Nel 2025, in maniera illegittima, il Comune di Roma ha trasformato, di fatto, 6 km di spiagge libere in spiagge libere attrezzate, insediando nuovi chioschi per la ristorazione (Capocotta e spiagge libere urbane) e tenendo chiusi quelli storici (Castelporziano). Oltre all’illegittimità dell’atto di trasformazione, il 17 maggio il Comune violerà la normativa del Comando Generale delle Capitanerie di Porto che impone anche quest’anno la presenza del servizio di salvamento a mare (bagnini) sulle spiagge libere attrezzate, nell’ipotesi immaginifica che quelle di Ostia siano tali (in realtà tale aspetto era già stato disciplinato dal Regolamento della Regione Lazio n.19 del 12 Agosto 2016 (art. 5), disponendo che le spiagge libere attrezzate hanno l’obbligo di garantire il servizio di salvamento, incluse le torrette di avvistamento).

 

Ricordiamo che è la Regione Lazio che ha competenza sul demanio marittimo e ogni anno indica il periodo della stagione balneare e finanzia gli interventi sulla sicurezza della balneazione. Con deliberazione n.228 del 15 aprile 2025, la Giunta della Regione Lazio ha stabilito che la stagione balneare inizia il 1° maggio e si conclude il 30 settembre 2025 e ha assegnato al Comune di Roma (con deliberazione n.191 del 3 aprile 2025) ben 380.000 euro. Questo valore viene calcolato proporzionalmente su tutti i Comuni costieri laziali in base ai metri lineari di spiagge libere e gli abitanti. Roma ha 6.635,91 metri lineari di spiagge libere e una popolazione di 227.372 nel Municipio X (fonte ISTAT – 1° gennaio 2024).

 

Gli oltre 6 km di spiagge sono composte da Capocotta, Castelporziano e l’insieme delle spiagge libere urbane (esclusi dunque gli stabilimenti balneari). Capocotta però è area di Riserva e dunque non destinata ad attività turistico ricreative, mentre Castelporziano è in concessione al Comune di Roma in virtù della convenzione del 1965 voluta dalla Presidenza della Repubblica e infine le spiagge urbane che fino al 2024, erano (e sarebbero ancora) spiagge libere ‘non attrezzate’.

A Capocotta sono stati autorizzati 6 chioschi (4 ancora in costruzione), mentre i 5 di Castelporziano sono chiusi e su 9 spiagge urbane il Comune di Roma ha previsto la trasformazione in spiagge libere ‘attrezzate’ mediante la realizzazione di 9 chioschi che ad oggi non esistono. Per cui, avendo ‘attrezzato’ le spiagge di Capocotta e quelle libere urbane e avendo in concessione quella di Castelporziano (che dunque segue le stesse regole di uno stabilimento balneare), servirebbe un bagnino ogni 100 metri, cioè 59 bagnini.

 

L’INTERVENTO DELLA CAPITANERIA DI PORTO

Sulla sicurezza a mare (che comprende il salvamento) ha competenza esclusiva la Capitaneria di Porto le cui disposizioni sono sovraordinate rispetto a qualunque atto amministrativo del Comune di Roma, compresa l’ordinanza balneare 2025 firmata dall’Assessore al patrimonio Tobia Zevi e dal Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

 

Quest’anno però è accaduto qualcosa si nuovo. Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha inviato il 16 aprile 2025 al Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto una nota relativa alla stagione balneare 2025 e alle conseguenti misure di sicurezza e di tutela “della vita umana in mare” da adottare.

Ricordiamo che l’unica fonte normativa esistente in materia è l’art. 2, c. 1, lett. e), del D.Lgs. 30 maggio 2008, n.116 che individua solo il periodo della stagione balneare sulla base della qualità delle acque di balneazione (quello a cui si è riferito l’atto della Regione Lazio sopra riportato).

Tale vuoto normativo determina che, ogni anno, le singole Capitanerie devono emettere le ordinanze balneari, tra loro disomogenee, con l’individuazione del periodo di obbligatorietà del servizio di assistenza e salvataggio in mare, ai sensi degli articoli 81 del Codice della Navigazione e 59 del relativo Regolamento. E’ stato ‘consigliato’ che la stagione balneare 2025 fosse compresa tra il 17 Maggio e il 21 Settembre, periodo entro il quale il servizio di salvataggio deve tassativamente essere attivato da parte delle strutture destinate, a qualunque titolo, alla balneazione (stabilimenti, aree in concessione o spiagge attrezzate).

 

Il Comandante generale Amm. Isp. Capo (CP) Nicola CARLONE ha dunque inviato, sempre il 16 aprile, a tutte le Capitanerie di Porto una nota ribadendo che le funzioni relative alla sicurezza connessa all’utilizzo delle spiagge e del mare sono attribuite all’autorità marittima.

Ne è scaturita per Roma l’ordinanza di sicurezza balneare n. 66 del 9 maggio 2025 emanata dalla Capitaneria di Porto di Roma e firmata il 13 maggio dal Capo del Circondario Marittimo C.V. (CP) Silvestro Girgenti.

 

COSA DICE L’ORDINANZA DELLA CAPITANERIA DI PORTO

L’ordinanza si applica alle strutture destinate, a qualunque titolo, alla balneazione (stabilimenti, aree in concessione o spiagge attrezzate) nel tratto di costa ricadente nel territorio dei Comuni di Fiumicino, Roma – Municipio X, Pomezia ed Ardea.

Per le finalità di sicurezza della balneazione, la durata della stagione balneare è fissata con inizio il terzo sabato del mese di maggio (17) e con termine la terza domenica (giorno 21) di settembre. L’ordinanza deve essere esposta al pubblico, in prossimità degli accessi e in luoghi ben visibili per tutta la stagione, presso tutte le strutture sopra indicate. Inoltre, la predisposizione dell’obbligatorio servizio di salvamento, deve essere accompagnato da dispositivi di segnalazione (bandiere verdi, gialle e rosse) e dalla relativa cartellonistica. Solo in casi eccezionali i Comuni costieri, qualora non sia possibile assicurare il servizio di salvamento, possono mettere in sostituzione del bagnino un idoneo numero di cartelli con la seguente dicitura (in 7 lingue): “balneazione non sicura per mancanza del servizio di salvamento”. Infine, i concessionari e i gestori di spiagge devono comunicare all’Autorità Marittima le modalità con le quali viene effettuata l’attività di assistenza e soccorso in mare, nelle forme stabilite da apposita scheda di censimento.

 

IL PROBLEMA DI ROMA

Il Comune di Roma ha attrezzato le spiagge libere di Capocotta, ma non ha incluso nella convenzione con i chioschi il servizio di salvamento. Per altro ben 4 chioschi su 6, alla data odierna, non esistono di fatto essendo in costruzione.

A Castelporziano, stessa cosa: già dall’anno precedente non era compreso il servizio di salvamento nella convenzione con i 5 chioschi (che lo hanno pagato a loro spese). Oggi i chioschi non sono autorizzati ad aprire e il Comune, pur essendo concessionario, non ottempera al servizio di salvamento.

Infine, delle 9 spiagge libere urbane solo 3 avranno il servizio di salvamento.

 

CONCLUSIONE

I cittadini dunque avranno 56 cartelli e solo 3 bagnini. Un simile comportamento da parte di un concessionario non è tollerato. Se lo avessero fatto gli stabilimenti balneari avrebbero visto ritirarsi la concessione.

Su 18 km di litorale romano un terzo ( cioè 6 km), quello per altro più frequentato, non avrà per molto tempo il servizio di salvamento. Speriamo che non ci scappi il morto come avviene purtroppo ogni stagione.

Per questa ragione invieremo alle autorità giudiziarie competenti un dettagliato esposto, in particolare alla Procura della Corte dei Conti per danno erariale. Tale comportamento infatti rivela una inesistente programmazione di un evento stagionale stranoto comportando una spesa superiore rispetto a quella necessaria. Inoltre, interesseremo anche la Procura del Tribunale di Roma per mancata tutela della pubblica e privata incolumità, il Prefetto di Roma, con riserva di denunciare il Comune per violazione del principio “neminem laedere” di recente riconosciuto dalla Corte Suprema di Cassazione per la mancata gestione di un bene pubblico in violazione della sfera giuridica del singolo cittadino.

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SENTENZA V-LOUNGE DÀ RAGIONE A LABUR E CONDANNA ROMA CAPITALE

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250512_180902_0000Con sentenza del Tribunale Civile 12103/2021 del Roma, 11-5-2025 a firma del giudice Pietro Persico, si conclude positivamente la causa dello stabilimento V-Lounge contro il Comune di Roma che dovrà risarcire oltre 400 mila euro allo Stabilimento Balneare Picenum S.r.l. difeso dall’Avv. Vincenzo Cellamare.

La sentenza del Tribunale, di seguito riportata, è un grande successo di LabUr a fronte della introduzione della dividente demaniale vhe costituisce un precedente per 400mila mq sul Lungomare di Levante di Ostia.

 

PQM

“Accoglie la domanda proposta da Stabilimento Balneare Picenum S.r.l.. Annulla l’ordine di introito prot. CO20200122780 del 4/12/2021 con il quale Roma Capitale ha richiesto a parte attrice il pagamento del canone demaniale per l’anno 2020 per la concessione di un’area demaniale marittima, per un importo pari ad €. 84.425,79, annulla altresì le richieste di pagamento per la parte in eccesso in riferimento ai precedenti anni dal 2010 al 2019. Condanna le convenute Roma Capitale e Agenzia del Demanio, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro-tempore, e ciascuna per quanto di rispettiva competenza rispetto alle somme in eccesso negli anni incassate, alla restituzione e quindi al pagamento in favore dello Stabilimento Balneare Picenum S.r.l., in persona del legale rappresentante pro-tempore, della somma complessiva di € 375.367,222 (da suddividersi tra le parti convenute in base a quanto effettivamente incassato in eccesso negli anni calcolati dal CTU), oltre interessi legali dalla domanda (2-2-2021) e fino al dì del soddisfo effettivo. Condanna le convenute Roma Capitale e Agenzia del Demanio, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro-tempore, in solido tra loro, al pagamento delle spese di CTU come liquidate nel corso del presente giudizio. Condanna le convenute Roma Capitale e Agenzia del Demanio, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro-tempore, in solido tra loro, al pagamento in favore di Stabilimento Balneare Picenum S.r.l., in persona del legale rappresentante pro-tempore, delle spese del presente giudizio liquidate in € 1241,00 per esborsi ed in € 18500,00 per compensi di avvocato, oltre IVA e CPA come per legge e rimborso spese generali ex D.M. 55/2014”.

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