OSTIA, ESPOSTO PER PRESUNTO DANNO ERARIALE PUA

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Esposto inviato all’Agenzia del Demanio, all’ANAC e alla Procura della Corte dei Conti a seguito delle dichiarazioni della Sindaca di Roma, Virginia Raggi.

IL FATTO

In data odierna la Sindaca di Roma, Virginia Raggi, è intervenuta in aula durante il consiglio del Municipio X di Roma Capitale in cui si stava discutendo l’approvazione del Piano di Utilizzo degli Arenili (PUA). «Siamo di nuovo qui in occasione dell’approvazione del PUA – ha detto -. Questa città e questi cittadini la aspettano da anni per far ordine sul litorale, per poter abbattere finalmente tutti gli immobili abusivi e per poter restituire le spiagge ai cittadini. Continueremo a portare avanti la legalità»[1].

CONSIDERATO

  • che il PUA non può essere usato dal Comune di Roma come uno strumento urbanistico e/o di antiabusivismo in quanto per legge è solo un regolamento per disciplinare le concessioni demaniali marittime aventi finalità turistico-ricreative in applicazione delle norme e leggi esistenti e delle finalità turistiche;
  • che nel PUA non sono state analizzate le problematiche turistiche del litorale romano, proponendo solo interventi di riqualificazione edilizia;
  • che il PUA di ogni comune costiero è parte attiva della organizzazione del sistema turistico della Regione Lazio ed è dunque principalmente uno strumento ‘turistico’ basato sul principio di redditività del demanio marittimo;
  • che gli enti locali, nella gestione del bene pubblico come il demanio marittimo. non possono avere come unico obiettivo e criterio discretivo quello dell’interesse economico in senso stretto ma devono perseguire un interesse pubblico e diffuso interpellando in maniera partecipativa tutti i soggetti coinvolti (nel caso in questione, le imprese turistiche);
  • che è la Regione Lazio ad aver introdotto (seppure con notevole ritardo) il PUA con il concetto di valorizzazione dei beni demaniali marittimi tramite il Regolamento regionale n.19 del 12 Agosto 2016;
  • che la Regione Lazio, in conformità ai principi di cui agli articoli 44 e 45 del proprio Statuto, promuove lo sviluppo economico e sociale del litorale del Lazio.
  • che, in termini di valenza turistica del litorale romano, risulta dopo quasi 20 anni, disattesa la L.R. 05 Gennaio 2001, n. 1 “Norme per la valorizzazione e lo sviluppo del litorale del Lazio” (pubblicata in BUR Lazio n.3 del 30/01/2001);
  • che i cinque pilastri elencati nel PUA[2] devono essere armonizzati con lo sviluppo e la sostenibilità del turismo del litorale e dunque devono essere correlati al concetto di valenza turistica ad oggi illegittimamente interpretato sul litorale romano,

SI CHIEDE

alle Autorità elencate, il massimo controllo e una diligente vigilanza sull’interpretazione del PUA manifestata da Roma Capitale riguardo alla gestione del demanio marittimo di competenza e alla regolamentazione della particolare tipologia di ‘contratto pubblico’ costituita dalle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, esistendo altri strumenti legislativi e/o normativi (a cui non appartiene il PUA) per la pianificazione urbanistica e per il contrasto dell’abusivismo.

[1] https://video.corriere.it/ostia-raggi-x-municipio-portiamo-legalita-spiagge-litorale/c05b835a-53c1-11ea-a963-13c45ec676cd

[2] le spiagge libere, la tutela degli edifici storici, i corridoi verso il mare, la visuale verso il mare e le strutture con servizi

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