OSTIA, PER LA COCCINIGLIA È STATA UNA SCORPACCIATA: ORMAI DISTRUTTE LE PINETE

coccinigliaDall’estate del 2021 decine di migliaia di pini sono stati abbattuti nel Municipio Roma X, l’unico a Roma ad avere il decentramento amministrativo per il verde. Decimata anche la Tenuta Presidenziale di Castelporziano (1) (2): l’attacco della Cocciniglia tartaruga (apparsa in Campania nel 2014, a Lago Patria) è stato devastante

Un disastro ambientale senza precedenti, ma purtroppo anche senza controllo (3). Eppure dal 3 giugno 2021, nel decreto del Ministero delle Politiche Forestali, c’era scritto tutto quello che si doveva fare.

LA SITUAZIONE
Alla data del 21 marzo 2023, il Servizio Fitosanitario Regionale per il Lazio (SRR) ha comunicato a LabUr (Reg.Uff. U.0314034) di non aver imposto, dalla data di entrata in vigore del decreto ministeriale, misure fitosanitarie puntuali nei confronti di soggetti pubblici o privati proprietari o detentori a qualsiasi titolo delle aree interessate dall’infestazione. Neppure sono state presentate in Regione richieste autorizzative per la movimentazione delle piante ospiti dell’insetto dopo abbattimenti e potature.
Addirittura il Dipartimento di Tutela Ambientale del Comune di Roma rende noto che (prot. QL/22087 del 28 marzo 2023), dalla data del decreto, non vengono più comunicate al SFR i nuovi casi di infestazione, essendo ormai tutto il Comune di Roma “zona infestata”.

Un quadro drammatico che si accompagna al mancato rinnovo della Commissione che gestisce la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, che ha esaurito il suo mandato l’8 agosto 2022. Ricordiamo che la Commissione ha il ruolo di autorizzare gli abbattimenti degli alberi compresi nella Riserva (di cui fa parte p.es. anche la pineta di Castelfusano e delle Acque Rosse) e che non esiste una sua autorità sostitutiva, neppure nei casi di urgenza. Più volte il Comune di Roma ha sollecitato il Ministero dell’Ambiente, senza risposta.
Per ultimo, assistiamo all’impotenza ed inerzia del Reparto Tutela Ambientale del Gruppo X della Polizia Locale di Roma Capitale e del Gruppo Carabinieri-Forestale nell’intervenire in questa triste situazione di degrado.

LA CRONOLOGIA BUROCRATICA
Il Decreto del “Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali” riportante le misure fitosanitarie di emergenza ai fini del contrasto dell’organismo nocivo Toumeyella parvicornis (Cocciniglia tartaruga) è stato emesso il 3 giugno 2021 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie generale n.173 il 21 luglio 2021.
Tale decreto ha affidato ai Servizi Fitosanitari Regionali (SFR) le attività di indagine per accertare la presenza dell’insetto parassita (art. 3), per istituire aree delimitate (art. 5) e ha disposto le misure di eradicazione e di contenimento da adottare (artt. 6 e 7). Al decreto è seguita la Determinazione della Giunta Regionale del Lazio n.548 del 5 agosto 2021 con la quale si è preso atto dei risultati delle indagini effettuate dal SFR Lazio da cui è risultato che la presenza dell’insetto era, in quel momento, limitata nel Lazio all’intero territorio dei comuni di Roma e Fiumicino.

Per le pinete del Municipio X di Castelfusano e Castelporziano così come di moltissime alberature stradali, già considerate infette, dovevano dunque essere adottate dall’estate 2021 le seguenti misure obbligatorie:

– abbattimento delle piante non più curabili e disseccate (“morte in piedi”) anche al fine di evitarne lo schianto, a tutela della pubblica incolumit
– potatura delle parti di chioma secche o malate
– gestione dei materiali di risulta degli abbattimenti e delle potature: distruzione, mediante combustione in loco (dove possibile),
trasporto autorizzato in siti individuati dal SFR, garantendo la non diffusione del parassita durante il viaggio (mezzi chiusi, camion telonati)
– trattamenti insetticidi (per endoterapia o per aspersione in chioma).

Il tutto doveva essere a carico, spese comprese, dei proprietari e dei conduttori, a qualsiasi titolo (privati e pubblici), dei terreni e siti dove erano presenti piante potenzialmente malate. Le sanzioni erano state previste da 1.000 a 6.000 euro. Gli abbattimenti e le potature dovevano essere fatte in inverno e in assenza di vento.
È evidente il fallimento di tutto ciò visto che la Regione Lazio ha dovuto modificare, un anno dopo, la mappa con la Determinazione n. G11997 del 13 settembre 2022 (in scuro, la “zona infestata” dall’insetto e in chiaro la “zona cuscinetto”, che circonda la zona infestata per almeno 5 km di larghezza).

mappa

COSA SI DOVEVA FARE
I proprietari o conduttori, privati o pubblici (p.es. il Comune o la Presidenza della Repubblica), dopo abbattimenti e potature di piante infestate dalla cocciniglia, dovevano presentare al SFR del Lazio la comunicazione preventiva di trasporto da zona infestata a zona libera di tutto il materiale di risulta, attendendo l’autorizzazione. Prima ancora, avrebbero dovuto fornirsi di apposita autorizzazione per l’abbattimento dei pini.
Quindi il SFR per il Lazio avrebbe dovuto inviare sul posto un proprio ispettore fitosanitario a redigere un puntuale verbale dove trascrivere tutto quanto necessario e previsto dal Decreto Ministeriale e dalle linee guida regionali per la gestione del materiale di risulta degli abbattimenti e delle potature di piante infestate dalla cocciniglia, compreso il luogo di destinazione finale dove trattare il materiale. Se ‘rifiuto’ era destinato allo smaltimento per combustione o se ‘biomassa’ doveva essere destinato alla termovalorizzazione.

Così non è andata, se non in sporadici casi di alcuni privati. Due esempi su tutti: che fine hanno fatto i pini tagliati lungo via dei Pescatori o lungo via della Villa di Plinio? Senza parlare delle migliaia di piante uscite e movimentate verso la Toscana dalla tenuta di Castelporziano.

Ma al peggio non c’è mai fine. Altre migliaia di pini, piante “morte in piedi”, restano pericolanti lungo le strade del Municipio Roma X, a rischio di schianto, come ad esempio i circa 500 pini lungo via di Castelfusano. Altri restano “morti in piedi” dentro parchi e pinete (compresa Castelfusano), a volte vicino ad aree giochi per bambini. Per ultimo, il rischio incendi, che la siccità renderà ancora più grave questa estate. Premesso che d’estate i pini non si possono tagliare perché si favorirebbe la diffusione della cocciniglia, cosa faranno le istituzioni davanti a un quadro reso, per incuria e negligenza, così drammatico?

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