CASTELPORZIANO: CONFUSIONE TOTALE COME SISTEMA

capitaneria di portoDomani, 28 aprile, dovrebbe uscire l’ordinanza della stagione balneare 2024 del Comune di Roma. Il Sindaco, Roberto Gualtieri, batte alle agenzie di stampa, con toni di giubilo “si apre una stagione balneare senza precedenti”.
Forse la frase va intesa che è riuscito a scavare dopo che si è toccato il fondo.

IL CASO DI CASTELPORZIANO
In particolare, emerge il caos amministrativo sulle spiagge di Castelporziano, questa volta creato dalla Capitaneria di Porto di Roma-Fiumicino che, senza ascoltare l’autorità marittima di Civitavecchia, ha ‘condonato’ al Comune di Roma – senza alcun titolo e sostituendosi così all’autorità giudiziaria – un danno erariale di decine di milioni di euro. Il ‘condono’ riguarda sia i pagamenti dovuti dal 2001 al 2023 dal Comune – secondo la concessione stabilita nel 1965 mediante convenzione con la Presidenza della Repubblica – sia gli abusi edilizi dei chioschi presenti tra le dune di Castelporziano, nonché gli altri fabbricati di servizio, tutti di proprietà del Comune di Roma, privi di ogni titolo autorizzativo e addirittura ‘affittati’ in convenzione e infine il danno ambientale costituito dalle fosse biologiche, vetuste e percolanti, dei bagni pubblici privi di allaccio fognario.

Ricordiamo che la fascia costiera di Castelporziano, dalla Litoranea al mare, si divide in due zone: dalla litoranea alle dune è patrimonio disponibile dello Stato, dalle dune al mare è patrimonio indisponibile dello Stato (cioè demanio marittimo, dal 2023 di nuovo in concessione al Comune di Roma). Tutta l’area è dunque nel suo complesso un bene pubblico in dotazione alla Presidenza della Repubblica che non ne ha però la proprietà. Eppure il Comune di Roma, che tecnicamente è concessionario come qualsiasi stabilimento balneare, ma su aree che la Presidenza della Repubblica deve mantenere intatte così come consegnate nel 1965, ha addirittura presentato ieri un progetto di “project financing” chissà per quale trasformazione edilizia futura, chiedendo l’estensione della concessione a 20 anni per un investimento da sostenere tramite un finanziatore privato.

Eppure la convenzione del 1965 parla chiaro: “la stessa amministrazione del Comune di Roma si è dichiarata disposta ad assumersi il compito di provvedere a proprie cure e spese a quanto è necessario per l’attuazione dei propositi manifestati a riguardo del Presidente della Repubblica”, come la pulizia della spiaggia, la gestione dei servizi igienico-sanitari e il servizio di salvamento a mare, senza alcun intermediario.
Tutte attività che invece la Capitaneria di Porto di Roma ha autorizzato, secondo l’art.45 bis del Codice della Navigazione, delegandole, nel solo caso specifico, agli stessi titolari dei chioschi che potrebbero invece soltanto svolgere attività di somministrazione di cibi e bevande.

BAGNINI
“Siamo nelle condizioni di garantire questo servizio nelle spiagge libere”, ha affermato Gualtieri parlando di Castelporziano. Peccato che sempre ieri i titolari dei chioschi, riuniti nel Consorzio Castelporziano98, stiano ancora cercando gli assistenti bagnanti in possesso di idoneo brevetto. I bagnini ovviamente non si trovano all’alba della stagione balneare e quest’anno, come ha sempre denunciato LabUr, le postazioni dei bagnini a Castelporziano sono 17 e dovranno tutte essere coperte, comprese le sostituzioni, senza ricorrere ai famosi cartelli con la scritta di ‘balneazione non sicura’ laddove mancanti.

LA CONCESSIONE
Grave anche il fatto che la concessione comunale di Castelporziano rilasciata nel 2023 sia intestata a Mario Falconi, Presidente del Municipio X, fino al 2029 (cioè oltre il mandato del 2026) e non al Sindaco di Roma che si è ripreso le deleghe quest’anno sul demanio marittimo. Mario Falconi non è equiparabile al legale rappresentante di una ditta, come ha incredibilmente sostenuto il comandante Giuseppe Strano della Capitaneria di Porto in una commissione municipale il 12 gennaio u.s., e sarebbe stato doveroso indicare da subito come responsabile civile e penale della concessione se non il Sindaco Gualtieri almeno il dirigente Tommaso Antonucci a capo del Dipartimento Patrimonio del comune di Roma a cui sono pervenute tecnicamente le deleghe.

TUTTO COME PRIMA
Cambiano dunque le forme e si azzittisce il lavoro della Magistratura, ma tutto rimane uguale. Stessi operatori (i chioschi), stessi amministratori (Mario Falconi), stesse autorità (Capitaneria di porto) che in 20 anni non hanno visto nulla. A rimetterci, lo splendido litorale di Castelporziano ora, addirittura, coinvolto in una speculazione finanziaria nel silenzio (anche questo come prima) della Presidenza della Repubblica. Ridateci Giuseppe Saragat, per favore.

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