OSTIA, PONTE DELLA SCAFA – IL COMUNE SMENTISCE SE STESSO: “NON SERVE”

Da una parte i lavori del nuovo Ponte della Scafa fermi per mancanza di soldi, dall’altra 6,3 milioni di euro buttati via per un progetto, finanziato dall’Unione Europea, che doveva definire un modello di mobilità sostenibile dell’intero quadrante a sud-ovest di Roma ma che non ha preso in considerazione proprio il nuovo Ponte della Scafa. Questa la follia della giunta di Alemanno.
Cominciamo dal progetto del nuovo Ponte della Scafa, un progetto che dovrà esser rimodulato a seguito dei ritrovamenti archeologici (2 navi romane, un molo e reperti vari) e che risulta essere ancora aggiudicato in modalità provvisoria a causa dei contenziosi sorti sugli espropri da eseguire. Questa la triste realtà dell’appalto del nuovo Ponte della Scafa, aggiudicato il 23 dicembre 2010 per 25.566.591 euro, con un ribasso del 18,9% sull’importo a base d’asta (31.524.773,12 euro). Dietro l’aggiudicataria, il costituendo R.T.I. Consorzio Stabile SINERCOS, con il Consorzio Stabile CO.I.R.ES. e la I.A.B. S.p.A., nomi come Eugenio Batelli, presidente dell’Acer (Associazione dei Costruttori Edili Romani) e Alessandro Cremonesi, figlio di Giancarlo, presidente di Acea e della Camera di Commercio. In sostanza, non ci sono i soldi nè per continuare i sondaggi archeologici, nè per gli espropri e tantomeno per i lavori, visto che l’appalto è finanziato parte con mutuo, parte con contributo della Regione Lazio, parte con contributo dello Stato, parte con linea di credito, parte con entrate Bucalossi e parte con avanzo di amministrazione. Un ponte che si poteva raddoppiare, invece di farne uno nuovo, spendendo un quinto dell’importo oggi previsto. Un ponte che non è la sola causa del traffico mattutino e serale verso e da l’Aeroporto di Fiumicino. Un ponte che diventa ‘strozzatura’ per le inconcepibili immissioni alle sue estremità dalle strade laterali e che invece potrebbe essere fluidificato in maniera molto semplice. Un ponte voluto per servire ai futuri porti di Ostia (ampliamento, 600 posti barca) e di Fiumicino (1.400 posti barca).
In tutto questo, nel 2010, si è inserito un progetto per l’analisi e l’evoluzione della domanda di trasporto e dei possibili scenari infrastrutturali del quadrante sud-ovest del Comune di Roma, in funzione dell’Aeroporto “Leonardo da Vinci” all’orizzonte temporale della candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020. Un progetto coordinato da un gruppo di lavoro costituito dall’ANAS (Direzione Centrale Progettazione, Servizio Pianificazione Trasportistica), dall’AEROPORTI DI ROMA S.p.A. (Direzione Infrastrutture), da RFI S.p.A. (Direzione Commerciale ed Esercizio Rete) e dal Comune di Roma (Roma Servizi per la Mobilità s.r.l., Pianificazione, Progettazione ed Innovazione della Mobilità). Lo studio e il progetto sono stati completati a fine 2011 e dovrebbero essere consegnati alla UE per marzo 2012. Le attività dello studio si quantificano in circa 6,3 milioni di euro, di cui 3,15 finanziate nel Programma TEN-T/EA (Trans European Network-Transport / Executive Agency, Decisione 2008-IT-91409-S), gli altri 3,15 dagli ‘action promoters’. Peccato che del progetto non si sappia più nulla e che addirittura il sito web ad esso dedicato risulti non più consultabile. Insomma, più di 6 milioni di euro sprecati per dire che il Ponte della Scafa non serve alla mobilità locale, spostandosi l’asse sul sistema ad alta capacità Acilia-Fiumicino.
I dati che da esso si ricavano, sono i seguenti.
Nell’ora di punta del mattino giungono in aeroporto 11.800 persone, calcolati su ogni via di collegamento all’aeroporto (treno, autostrada, etc.): 8.500 addetti (72%) e 3.300 passeggeri (28%). Di questi, dall’indagine effettuata presso l’aeroporto, si evince che dal XIII Municipio, cioè dal Ponte della Scafa, giungono solo 275 addetti (Infernetto 34, Aciia 68, Ostia 173). Possono questi creare traffico? O qualcuno ci racconterà che il blocco sul Ponte della Scafa è dovuto al fatto che tutti gli abitanti del XIII Municipio prendono l’aereo ogni mattina? Altro dato interessante è che da qui al 2020 l’incremento previsto sarà del 56%, pari a 13.200 addetti e 4.600 passeggeri, ancora non tale da giustificare il nuovo Ponte della Scafa. Aggiungiamo anche che il target per la ripartizione modale per la modalità pubblico (treno, cotral, corridoio provinciale e sistema TPL ad alta capacità), confermato dalle analisi modellistiche condotte, è del 50%. Di quali macchine sul Ponte della Scafa stiamo dunque parlando? Oltre ai futuri porti, oltre all’aeroporto Leonardo Da Vinci, il vero problema sono in realtà le nuove funzioni terziarie/direzionali della Nuova Fiera di Roma, del Polo Terziario “Parco dei Medici” e di Commercity, dell’interporto della Cargo City dell’aeroporto e quelle miste residenziali/commerciali, tra le quali “Parco Leonardo”, e molte altre ancora, ivi incluso l’aumento esponenziale delle dimensioni dei centri abitati dell’area. E’ di questi giorni, per esempio, l’ipotesi di declassare l’attuale rischio idrogeologico R4 (il massimo) sull’Isola Sacra per consentire maggiore espansione edilizia.
Allora, due conclusioni, che emergono dallo studio di sopra. Primo, il nuovo Ponte della Scafa servirà per giustificare con la sua realizzazione la speculazione edilizia dei prossimi anni nel Comune di Fiumicino, fino ad oggi cavalcata dall’attuale sindaco Mario Canapini e già impostata, fino a Maccarese, dal prossimo probabile sindaco, Esterino Montino. Secondo, il traffico mattutino e serale sul Ponte della Scafa non è dovuto all’aeroporto ma alla scellerata edificazione degli ultimi anni avvenuta nel Comune di Fiumicino e alla mancata realizzazione di un adeguato trasporto pubblico locale. Come risolvere allora il problema attuale del traffico sul Ponte della Scafa? Con soluzioni semplici: raddoppio del ponte attuale, sistemazione degli svincoli in testa al ponte, mano nel portafoglio del Comune di Fiumicino per imporre una risoluzione alla pessima viabilità locale, a partire dall’incrocio con via Trincea delle Frasche. Solo dopo questi interventi si potrà parlare di nuove edificazioni e di nuovi porti. Fino ad allora, si stanno solo buttando via soldi pubblici.

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