OSTIA, SPIAGGE LIBERE E SOCIETA’ FANTASMA

FB_IMG_1654015723348Le spiagge libere di Roma Capitale (d’Italia) finiscono in mano a società improvvisate, nate ieri, inattive, senza alcuna esperienza sulla carta ma con dietro accordi tra le parti ben costruiti da tempo. Società che all’ultimo secondo assumono bagnini, affittano lettini e ombrelloni e si attrezzano per la pulizia dell’arenile. Costi, sulla carta, enormi. E’ lo stesso Municipio Roma X ad ammetterlo avendo preferito rinunciare a gestire le spiagge libere (definite troppo costose) per ricorrere ad un bando per l’affidamento di 9 lotti lungo circa 2,5 km di Litorale. Un bando del 13 marzo, scaduto il 30 marzo e rinnovato il 6 aprile 2022, andato deserto per i lotti di Ostia Ponente poi rimessi a gara il 6 maggio successivo.

L’ultimo episodio di questa saga è del 27 maggio, a stagione balneare iniziata. Con determinazione dirigenziale n. CO/1192 il Lotto n.5, compreso tra Via dell’Idrovolante e lo Stabilimento “Aneme e Core” sul Lungomare Duca degli Abruzzi, è passato di mano. La “Gughi S.r.l.s. Unipersonale”, che aveva vinto l’11 maggio, ha rinunciato il 23 maggio all’assegnazione e così il Lotto 5 se lo è aggiudicato l’impresa individuale “Sheila Becattini”, con sede in via Costanzo Casana 147, iscritta alla Camera del Commercio il 31 marzo 2022, a bando già scaduto.
Tutto regolare per Roma Capitale.

Questa società, che prende il nome dalla 26enne titolare, è inattiva e dovrà dotarsi di tutto quanto necessario per garantire presso il Lotto 5 i servizi connessi alla balneazione per la stagione balneare 2022 (avendo però di fatto già perso un mese). L’unico provento arriverà dal noleggio ai bagnanti di ombrelloni e lettini che la “Sheila Becattini” noleggia a sua volta da un grande fornitore degli stabilimenti balneari. Un’operazione che avrebbe potuto fare allora il Municipio X che invece si è dichiarato incapace di condurre. Desumiamo che i 26enni di oggi abbiano più esperienza imprenditoriale della Pubblica Amministrazione della Capitale d’Italia o che dietro invece ci sia dell’altro.

E’ chiaro che il rischio d’impresa è altissimo ed è anche chiaro che una società appena costituita non fornisce a banche e finanziarie le dovute garanzie per il credito. E’ anche chiaro che dietro a queste operazioni ci sono personaggi che invece conoscono bene il loro mestiere pur non figurando direttamente nei documenti ufficiali. Dietro la rinunciataria “Gughi S.r.l.s. Unipersonale” c’era per esempio l’esperienza del ristorante “Gughi Beach” in via S. Paolo, 2 a Torvaianica. La Gughi si è ritirata.

Ricordiamo che l’attuale Lotto 5 era la spiaggia dove operava Roberto PERGOLA, nome noto della criminalità ostiense, a suo tempo chiamata ‘Social Beach’, introdotto, per inesperienza dei gestori del tempo, dal vicino stabilimento “Aneme e Core” del padre di Mauro BALINI (già patròn del porto di Ostia). Storie ascoltate nelle aule dei Tribunali al tempo della giunta PD di Andrea TASSONE e che non possono dunque esser passate inosservate a due dei suoi componenti, oggi come allora, Antonio CALIENDO e Giuseppe Sesa, Assessori nella giunta, sempre PD, di Mario FALCONI e aventi voce in capitolo sulla gestione delle spiagge.

Vedremo a fine stagione se, per rientrare dei costi, saranno stati organizzati eventi su queste spiagge, come accaduto all’XVillage sotto l’amministrazione 5S. Vedremo se tutto procederà come prevede la Legge. Rimane il fatto che le spiagge libere di Ostia, che rappresentano durante l’estate l’immagine dell’Amministrazione municipale e capitolina, sono date in mano a società fantasma e che ad Ostia, a gestirle direttamente, sono sempre gli stessi.

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OSTIA, COOP SOCIALI E USO URBANISTICO DELLE SPIAGGE LIBERE

Isla Bonita InfernettoIl 29 maggio l’Assessore alle Politiche Sociali della Giunta Gualtieri, Barbara Funari, verrà ad Ostia ad inaugurare la spiaggia libera “ex Spiaggetta” affidata alla coop. Isla Bonita, che l’ha gestita fino al 2014 (annus horribilis per il Municipio X) ai tempi in cui ne faceva parte Gianluca Cavino, oggi collaboratore della Funari. La spiaggia però presenta un grosso problema, come denunciato anche da Il Messaggero: le strutture della “ex Spiaggetta”, dopo le demolizioni per abusivismo delle altre presenti nel 2014, sono occupate da senza fissa dimora e pertanto i locali presenti sull’arenile non possono essere utilizzati per far partire la stagione balneare. Davvero incredibile che si ripeta quanto avvenuto con la manifestazione di interesse indetta dall’ex amministrazione guidata da Giuliana Di Pillo (M5S), attuale consigliere pentastellata al Municipio X, con l’ex Ufficio Tecnico, messo a gara pur essendo occupato da persone in stato di fragilità nonostante la legge lo vieti. Deduciamo dunque che per il 29 maggio prossimo sarà operato lo sgombero della spiaggia a stagione balneare ormai avviata. La Funari ha però espresso in passato più volte la sua posizione: “Lo sgombero è una pratica provvisoria e costosa è non risolve il problema”. Dove andranno queste persone? Quale politica si sta mettendo in campo? Non si sa. Così come rimane un mistero il fatto che la sede legale di Isla Bonita, sita in Via Giordano 95 all’Infernetto, sia la stessa sede di una società della Regione Lazio, la Lazio Crea SpA, un piccolo ufficio vuoto e pieno di bottiglie d’acqua, sempre chiuso. Ai tempi di Cavino la Coop. Sociale aveva la sua sede in Via Isole Samoa 15. In Via Giordano 95 c’era anche la sede, durante l’ultima campagna elettorale, di Sinistra Unita con Eugenio Bellomo, ex capogruppo sotto Andrea Tassone, uomo di fiducia del Presidente Mario Falconi e per questo scelto alla guida dell’Assessorato ai LL.PP. e Patrimonio, costretto a rinunciare all’incarico dopo le pressioni dei GD proprio a seguito della disputa su come gestire le spiagge del litorale romano. Ci auguriamo che la Funari non venga dunque semplicemente a tagliare il nastro, ma spieghi alla cittadinanza anche, e soprattutto, quale sia la politica che l’amministrazione capitolina vuole portare avanti circa l’ “uso sociale” di un bene pubblico come le spiagge libere per evitare che accada quanto avvenuto con l’ex Arca, spiaggia gestita dalla Caritas che ospitava nelle cabine i “senza dimora” che vivevano lì “senza dignità”. Sappiamo quanto la Funari sia vicina alla Sant’Egidio, avendoci collaborato per 30 anni, ma è ora di aprire una seria riflessione su questi ‘esperimenti sociali’ a cui viene sottoposto il Municipio X da anni. Un modello no-profit biopolitico e mercantilistico espressione di una evidente, quanto non auspicabile, abdicazione dello Stato e che Mafia Capitale ha mostrato plasticamente in tutta la sua fragilità. Un settore che soffre di patologie che se non costituiscono violazioni di legge rappresentano un modello di governance non accettabile sotto diversi profili, anche quello urbanistico.

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INFERNETTO – URBANISTICA CREATIVA, DA SCUOLA A DISCARICA

is eco infLa vicenda del Centro di Raccolta differenziata dei rifiuti all’Infernetto, a ridosso di una delle aree verdi meglio conservate e della strada più importante del quartiere, è il simbolo della mancata programmazione e attuazione urbanistica di Roma Capitale e della continua rincorsa emergenziale del problema dei rifiuti.
Con Determinazione Dirigenziale n.rep. QL/1716/2019 del 27/12/2019 il Dipartimento Tutela Ambientale – Direzione Rifiuti ha approvato il progetto per il Centro di Raccolta AMA S.p.A. in via E. Wolf Ferrari, rientrante nel “Piano operativo per la riduzione e la gestione dei materiali post-consumo di Roma Capitale” (2017-2021). Tra le aree scelte per la raccolta differenziata è inclusa anche l’area del Centro di Raccolta all’Infernetto, di proprietà di Roma Capitale, censita al catasto al Foglio 1151 particelle 2571p, 2572p, 4383p (3.500 mq). Il progetto ha ricevuto i pareri favorevoli (alcuni con lievi prescrizioni) di ben 12 uffici: 4 della Regione Lazio, 4 di Roma Capitale, 2 dell’ASL, più ARETI e il Ministero dei Beni Culturali. Tutto apposto? No.
Come si legge nella determinazione dirigenziale citata, nessun parere è stato espresso circa gli aspetti relativi alle emissioni in atmosfera connessi al ciclo dei rifiuti, la coerenza del progetto con quanto prescritto dal Regolamento Viario di Roma Capitale, gli aspetti riguardanti la gestione delle acque reflue, il rilascio del nulla osta acustico ambientale, gli aspetti riguardanti la gestione di eventuali rifiuti inerti prodotti nella realizzazione del centro e gli aspetti relativi alla tutela della vegetazione esistente. A leggerlo così, praticamente un disastro ambientale annunciato, proprio laddove doveva sorgere una scuola e servizi per il benessere della collettività. Tutto viene rimandato genericamente al rispetto della normativa vigente, dimenticando che in Italia i controlli non funzionano.

Nella determina si critica chiaramente la posizione non baricentrica rispetto all’utenza servita del Centro di Raccolta. Nonostante ciò si è deciso di proseguire per mere motivazioni propagandistico-elettorali. Grave infine il parere urbanistico di Roma Capitale: si può sacrificare la destinazione d’uso dell’area (scuola materna, servizi assistenziali) perché sono “tipologie descrittive e non prescrittive”. Quindi, quando nel 1992 (30 anni fa) si decise di rendere vivibile l’Infernetto (sorto abusivamente) prevedendo scuole e servizi per il quartiere, si stava scherzando evidentemente. Le destinazioni urbanistiche delle aree trattate come carne da porco per i consensi del momento e gli affari di pochi. Nell’area in questione (che ha ricevuto i soldi presi dalle tasche dei cittadini con la finalità di costruire scuole e servizi, mai realizzati) sorgerà un bel centro per poter gestire il problema della raccolta dei rifiuti da parte del Comune di Roma. Comune che mentre sottrae aree destinate a scuola, in nome dell’economia circolare come mera declamazione da parata, nel Municipio X potenzia il tritovagliatore, pianifica di realizzare un biodigestore e di costruire un termovalorizzatore in nome di un’eterna emergenza causata dalle stesse amministrazioni. Nel mentre continua ad usare illecitamente un’area demaniale sul Lungomare per il trasbordo dei rifiuti da parte dei privati (LINK). Una visione schizofrenica della gestione della ‘monnezza’ in cui l’unica ‘economia’ che viene favorita è quella privata. Le diseconomie invece le paga il pubblico, cioè i cittadini, beffati due volte.

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INFERNETTO, LOMBRICHI E LUMACHE SULL’ESSELUNGA

IMG-20220511-WA0034Come LabUr, possiamo vantarci di aver bloccato 10 anni fa lo scellerato progetto del centro commerciale Esselunga all’Infernetto in zona a rischio idraulico, un progetto talmente invasivo che necessitava, per raggiungerlo, di un complesso reticolo viario composto da sottopassi e rotatorie nel terreno a destra della via Cristoforo Colombo procedendo verso Ostia, dopo l’incrocio con via Canale della Lingua (dietro la stazione di servizio IP), confinante con l’area espositiva “Priolo Store”.

Di recente se n’è tornato a parlare con conseguenti smentite da parte del Municipio Roma X. Nel frattempo però sul Esselungaterreno di 16 ettari sopra citato, visibile da chiunque, è sorta una enorme discarica di sfalci e potature, sono stati realizzati sedicenti ‘orti urbani’ (espressione impropria visto che l’area non è di proprietà del Comune e sono regolamentati per legge) e si è organizzata la vendita al dettaglio di uova fresche, fave, ortaggi e pollame. Il terreno risulta essere intestato a C.M., un signore di Ceccano (FR) che da poco ha compiuto 99 anni (classe 1923).

Le attività lì svolte sono invece condotte dall’Azienda Agricola Castel Fusano, regolarmente iscritta dal 2020 alla Camera del Commercio e con sede legale in via del Canale della Lingua 130, intestata a Leonardo PATRIZI, figlio di Claudio famoso fotografo di Casal Palocco.
Da notare che l’azienda ha come attività prevalente quella dell’allevamento di ‘lombrichi e lumache’ nonché di coltivazione di foraggio ed erba medica, non avendo più la qualifica di coltivatore diretto. Invece ci sono galline, pecore e capre.

A livello urbanistico è molto strano che un’area inserita dal 2002 nei famigerati “Patti territoriali di Ostia” voluti dalla Regione Lazio sia stata rilasciata libera: ciò vorrebbe dire che la proposta 9D/1 della Lazio Consulting srl (cioè la realizzazione del megastore Esselunga) è stata del tutto dichiarata ‘non ammissibile’. L’Assessore municipale alle Attività Produttive, Antonio CALIENDO (PD), e il Presidente della Commissione Urbanistica, Marco BELMONTE (PD), non hanno risposte in merito. Neppure l’Assessore all’Ambiente, Valentina PRODON (PD), reputa anomalo l’insediamento dell’Azienda Agricola Castel Fusano in quell’area, a ridosso della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano.

Resta il fatto che il Codice ATECO in possesso dell’azienda (cod. 1.49.9) esclude l’allevamento di pollame così come anche la vendita sfusa di uova che è regolamentata da altra normativa, particolarmente stringente a seguito del recente focolaio di aviaria a Roma. Lo stesso dicasi per la discarica del verde, che ha un triste precedente a Casal Palocco riconducibile a Sesto CORVINI, l’imprenditore ucciso nel 2013 con un colpo di pistola in bocca.

Insomma da un megacentro commerciale, tra rotatorie, svincoli e sottopassi, si è passati al contadino fai da te, all’orto di guerra, nel totale disinteresse della pubblica amministrazione e forse in completa assenza di controlli.

 

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OSTIA, SPIAGGE LIBERE PONENTE: ESPOSTO REGOLARITA’ AFFIDAMENTO

esposto spiagge libere ostia ponenteESPOSTO

ROMA CAPITALE
Municipio Roma X
protocollo.municipioroma10@pec.comune.roma.it, carla.scarfagna@comune.roma.it, marcello.visca@comune.roma.it, rosa.rugari@comune.roma.it, antonio.caliendo@comune.roma.it, raffaele.biondo@comune.roma.it
Segretariato (Trasparenza e Anticorruzione)
protocollo.segretariato@pec.comune.roma.it, marialuigia.sabato@comune.roma.it

ANAC
protocollo@pec.anticorruzione.it, upag@anticorruzione.it, uis@anticorruzione.it, upvs@anticorruzione.it, uvla@anticorruzione.it

p.c.
COMMISSARIATO ROMA LIDO
comm.lidodiroma.rm@pecps.poliziadistato.it

Roma, 11 maggio 2022
Oggetto: affidamento servizi spiagge libere di Ostia Ponente (stagione balneare 2022)

LabUr (Laboratorio di Urbanistica, www.labur.eu), portatore di un interesse collettivo,

PREMESSO
– che il Municipio Roma X, con Determinazione Dirigenziale Rep. CO/521 dell’11.03.2022 (prot. CO/26869/2022), ha indetto una procedura aperta per l’affidamento dei servizi connessi alla balneazione per la stagione balneare 2022 (dal 01.05.2022 al 30.09.2022) relativamente ad alcune spiagge libere suddivise in 9 lotti.
– che sono stati aggiudicati definitivamente solo 4 lotti ed invece i restanti 5 lotti (tutti delle spiagge di Ostia Ponente) sono andati deserti
– che il Municipio Roma X, con nuova Determinazione Dirigenziale Rep. CO/984 del 06/05/2022 (prot. CO/53498/2022) ha avviato una procedura negoziata ai sensi dell’articolo 63, comma 2, del D.Lgs. n. 50/2016 e ss.mm.ii. per l’affidamento degli stessi servizi sui 5 lotti andati deserti.

CHIEDE
di verificare se l’applicazione del combinato degli artt. 63 (Uso della procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara) e 125 (Uso della procedura negoziata senza previa indizione di gara), sia regolare quando applicato solo parzialmente a una procedura aperta e cioè se i lotti di una procedura aperta possano rappresentare singolarmente procedure aperte distinte dalla procedura madre e quindi favorire un meccanismo di condizionamento nel criterio di affidamento di un appalto pubblico.

p.s. – si resta disponibili a fornire ogni documentazione necessaria

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OSTIA, F.I.N.: 2 SETTIMANE DI GARE SOTTRAGGONO PER 5 MESI UNA SPIAGGIA LIBERA

barelli raggi spiaggia spqrContinua la saga della spiaggia libera oggi chiamata SPQR (ex-ARCA, davanti alla fermata Colombo della Roma-Lido) di cui abbiamo più volte rilevato la mala gestione sia durante il breve periodo ostiense di Alfonso SABELLA, sia durante la giunta M5S di Giuliana DI PILLO (demolizione delle strutture, “Villaggio dello Sport 2021“)

Quest’anno la spiaggia, per tutta la stagione balneare, verrà affidata alla Federazione Italiana Nuoto (FIN) che qui terrà le gare in acque libere degli Europei Roma 2022 (18-21 agosto) e i Campionati Europei di Acquatica 2022 per MASTERS (24 agosto – 4 settembre). La FIN, per tutta l’estate, si occuperà del solo servizio di assistenza e di salvataggio in quanto i servizi igienici (D.D. CO/311 del 16.02.2022) e la pulizia dell’arenile (D.D. CO/520 del 10.03.2022) verranno garantiti dal Municipio Roma X, per 5 mesi per una spesa di oltre 60 mila euro.

In compenso la FIN organizzerà “iniziative speciali” sotto l’egida del Presidente della FIN nonché capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo BARELLI. Ricordiamo che proprio Paolo BARELLI era a capo della FIN durante lo scandalo dei Mondiali di Nuoto Roma 2009 che coinvolsero il Polo Natatorio di Ostia progettato in amicizia da Renato PAPAGNI, presidente della Federbalneari, all’interno di una più vasta riqualificazione urbanistica dell’area. Le iniziative saranno sostenute economicamente dalla Regione Lazio che ha stanziato 3,5 milioni di euro per l’evento degli Europei.

Alla data odierna però non risulta ancora chiaro cosa verrà realizzato (e per quanto tempo) sull’area, che dovrà comunque sottostare a numerose autorizzazioni: l’autorizzazione doganale prevista dall’articolo 19 del D.Lgs. 8 novembre 1990 n. 374,  l’autorizzazione paesaggistica ai sensi dell’articolo 146 del d.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42, la concessione demaniale marittima con cui viene concessa l’occupazione temporanea di arenile e i titoli edilizi ai sensi del D.P.R. 380/2001 se la permanenza della struttura durerà per più di 90 giorni.

Proprio per la mancanza di queste autorizzazioni, l’organizzatore dell’evento, sulla stessa spiaggia, voluto da Paolo FERRARA e Alessandro IEVA (M5S) nell’estate 2021, il ‘Villaggio Sportivo’, è stato pesantemente sanzionato dall’Agenzia delle Dogane e denunciato alla Procura di Roma da parte della Guardia di Finanza, seppure IEVA avesse in quei giorni spergiurato a mezzo stampa che “le autorizzazioni sono tutte in regola“.

Considerato che la destinazione della spiaggia come sede per le gare di nuoto in acque libere è stata voluta dall’ex Sindaco, Virginia RAGGI (M5S), non è infondato il timore che l’evento finirà comunque per tenersi a prescindere dalla possibilità o no di ottenere, secondo legge, tutte le autorizzazioni richieste.

Per informazione, la candidatura di Roma per gli Europei di Nuoto 2022 è stata avviata il 17 luglio 2019, poi perfezionata con la presentazione ufficiale del 12 ottobre alla quale è seguito il sopralluogo della sede di Ostia il 22 novembre che ha portato all’aggiudicazione del 2 dicembre 2019. Oltre a Paolo BARELLI e Virginia RAGGI, è stato fondamentale il parere del presidente della Federazione nuoto dell’Ucraina, Andrii VLASKOV, in qualità di vicepresidente della Ligue Europeenne de Natation (LEN), il cui presidente (dal 2012) è sempre Paolo BARELLI.

Da quanto sopra, non essendo finora stato pubblicato alcun atto amministrativo, permane ad inizio stagione balneare il dubbio se si tratta di una ‘concessione’ per l’occupazione e l’uso esclusivo di area demaniale marittima con parziale erogazione di servizi (solo il salvataggio) o di qualcosa di più particolare che comunque deve sempre essere inquadrata all’interno del Codice della Navigazione e del suo Regolamento attuativo.

In un momento così particolare, che vede il Municipio Roma X intenzionato a restituire le competenze sul demanio marittimo a Roma Capitale, non è ammissibile che la FIN di Paolo BARELLI (già responsabile dell’enorme danno di immagine dei Mondiali 2009) azzeri la trasparenza amministrativa favorendo di fatto interessi privati a danno dell’uso pubblico di un bene demaniale.

Altro rilievo. Solo il 4 agosto 2020, “terminati i lavori di demolizione” e “concluso l’iter di conversione da concessione demaniale a spiaggia libera”, è stata inaugurata la spiaggia libera SPQR da parte di Virginia RAGGI: come è possibile averla inclusa nel 2019 tra le sedi disponibili per gli Europei del 2022?

Ed infine, chi metterà o potrà mettere lettini e ombrelloni su quella spiaggia? A che costi? Lo deciderà la FIN?

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OSTIA: IL GROVIGLIO URBANISTICO TRA POLO NATATORIO, BORGHETTO DEI PESCATORI E MEZZAROMA

mezzaroma laburDietro la colata di cemento sul Litorale romano, alle spalle del Polo Natatorio e a ridosso della ferrovia Roma Lido, opera la famiglia di costruttori romani Mezzaroma, di cui abbiamo già parlato. Più precisamente si tratta della “I.B.I.S. – Società cooperativa edilizia a.r.l.”, con sede ad Ostia, in Piazza Giuliano Della Rovere 4, presso lo studio della dr.ssa Ilaria INVITTI, consulente fiscale. Il consiglio di amministrazione della società risulta esser stato revocato, con Decreto Direttoriale n.24/SGC/2015 del 05.08.2015, dal Ministero dello Sviluppo Economico che ha nominato e confermato l’Avvocato Giuseppe LEONE Commissario governativo della suddetta cooperativa fino al 15 gennaio 2021.

Tali vicende sono collegate a quelle finanziarie della famiglia Mezzaroma e coinvolgono il nuovo comparto edilizio del Borghetto dei Pescatori e quello che ancora rimane della prevista sistemazione viaria di tutto il quadrante, pensata nel 2009 ai tempi dello scandalo dei Mondiali di Nuoto Roma ’09, Sindaco Gianni ALEMANNO. Erano i tempi in cui Barbara MEZZAROMA (facente parte del disciolto consiglio di amministrazione, con la sorella Alessandra e l’Avv. Francesco ANNARUMMA) presenziava sia alla posa della statua di San Francesco di Paola (Santo calabrese, protettore dei pescatori) al Porto di Ostia con ALEMANNO (2012), sia alla posa di nuove palme al Borghetto dei Pescatori (2013) con il presidente del Municipio Roma X, Andrea TASSONE, e il presidente della Società cooperativa edilizia “Borghetto dei Pescatori”, Domenico PIZZUTI.

polonatatorio_bigLa sistemazione urbanistica dell’area, come si vede nelle immagini allegate, comprendeva l’insieme progettuale composto da: Polo Natatorio (progetto della Federazione Italiana Nuoto a firma di Renato PAPAGNI), l’Ambito di Trasformazione Ordinaria Residenziale – ATO R36 – Borgo dei Pescatori (Domenico PIZZUTI) è l’Ambito di Trasformazione Ordinaria Integrato – ATO I12 – Borgo dei Pescatori (Barbara MEZZAROMA). Quest’ultimo, datato 2014 (35.000 metri cubi, 10MLN di euro, 9 ettari) si è interrotto nel 2015 per problemi finanziari del Gruppo Mezzaroma, condizionando anche la realizzazione dell’ATO R36.

Sull’area insistono anche i pareri negativi dell’Autorità di Bacino e dell’Acea Ato2 ai quali il Municipio Roma X, pur esprimendosi favorevole, resta vincolato, soprattutto a seguito dello Studio Idraulico redatto dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma Tre, ed accolto dalla Direzione Rigenerazione Urbana.

Il pasticcio maggiore è tuttavia quello urbanistico.
mezzaroma destinazione areeLa storia inizia con il Governatorato di Roma che, con atto del suo Segretario Generale rep. n. 2644 del 30 luglio 1943, ha venduto alla Società Cooperativa Edilizia “Casette Fine Settimana” un’area di mq. 48.500,36, poi diventata nel 1948 “Società Cooperativa Edilizia I.B.I.S. a responsabilità limitata”. L’area divenne con il P.R.G. del 1962 ad indice di edificabilità pari a 3 mc/mq e nel 1985 destinata ad accogliere 68.500 mc residenziali e 10.275 non residenziali. Nel 2001 su 2,94 ettari di essa venne collocato il Piano di Zona B43 denominato “Borghetto dei Pescatori” (24.000 mc residenziali e 4.800 mc non residenziali) che a sua volta nel 2003 accolse l’ATO R36 (17% della I.B.I.S., 83% del Comune di Roma), rimanendo il resto dell’area come ATO I12 (45% della I.B.I.S., 55% del Comune di Roma). Da qui lo sfratto promosso dalla I.B.I.S. all’Associazione Sportiva “Pescatori Ostia”, il 20% di maggior cubatura concesso (in compensazione) dal comune alla I.B.I.S. e una serie di trattative per definire la trasformazione urbanistica dell’area che ha portato nel 2007 a definire il contenzioso tra comune e I.B.I.S. e ad includere nel 2008 la realizzazione del Polo Natatorio, di cui proprio Renato PAPAGNI si rese artefice e protagonista.

mezzaroma edificiLe successive vicende finanziarie della I.B.I.S. (Gruppo Mezzaroma) hanno bloccato tutto, restando ovviamente vigenti i vincoli dell’Autorità idraulica competente. Dall’11 febbraio 2021 è stato ricomposto il precedente Consiglio di Amministrazione dell’I.B.I.S. di cui, come abbiamo visto, fa parte anche l’avvocato Francesco ANNARUMMA che per oltre 11 anni (dal novembre 2007 – al febbraio 2019) ha condiviso con l’Avv. Vittorio GRIECO (consulente di Assimpresa) lo “Studio Legale Grieco Annarumma”.

In conclusione, un progetto nato male e finito peggio con la presunta “tentata estorsione” compiuta da Paolo PAPAGNI (fratello di Renato Papagni) ai danni di Barbara MEZZAROMA. Resta da capire se si completerà a questo punto o no il nuovo complesso edilizio (ATO R36) del Borghetto dei Pescatori, fermo da due anni.

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OSTIA, SKATEPARK – TRA FALSI E MENZOGNE TARGATI 5S SALTA ANCORA IL CAMPIONATO MONDIALE 2022

277841878_490711029370185_541918991606387823_nQualcuno informi il consigliere del M5S Paolo Ferrara che si sapeva almeno dal 3 marzo che Ostia avrebbe riperso i Campionati del mondo di skateboard. Lo aveva comunicato lo stesso Direttore Generale dell’ex CONI Servizi: “Il nostro ideale è il Parco di Colle Oppio”, anche perché lo Skatepark di Ostia non è omologato, come denunciato da mesi da LabUr, oltre ad essere in un luogo considerato non “iconico e spendibile a livello internazionale” dalla FISR, tant’è che già nel 2021 i mondiali di skate si sono tenuti presso lo stadio Nicola Pietrangeli al Foro Italico.
Le vicende dello Skatepark di Ostia, un impianto pieno zeppo di irregolarità come ampiamente documentato da LabUr (*), però non finiscono qui. Il 12 maggio 2021, video ancora disponibile sulla pagina di Virginia Raggi (*), l’ex Sindaca, l’ex capogruppo capitolino Paolo Ferrara, l’ex presidente del Municipio X Giuliana Di Pillo, l’ex Assessore municipale Alessandro Ieva e l’ex capogruppo municipale Antonio Di Giovanni, tutti pentastellati, alla presenza della FISR Lazio inaugurano lo Skatepark di Ostia. La Raggi dichiara: “La struttura è stata assegnata tramite bando pubblico all’associazione Oasi Verde che ne curerà la gestione”. Poi, a favore di telecamera, consegna le chiavi a William Zanchelli. Tutto regolare? No. Facendo accesso agli atti si scopre che la concessione viene firmata 12 giorni dopo, il 24 maggio (contratto di concessione prot N° 61463). Nel documento si vedono tutti i passaggi amministrativi e si scopre anche che viene operato un “ora per allora”, cioè si firma il 24 ma la concessione la si fa partire retrodatandola il 12 maggio, cioè dal giorno dell’inaugurazione, per 6 anni al modico prezzo di 374, 44 euro al mese. Il verbale di consegna però è del 18/05/2021, quindi 6 giorni dopo l’inaugurazione. Dunque, sotto il profilo giuridico a chi ha consegnato lo Skatepark di Ostia l’ex Sindaca Virginia Raggi? Infine, cosa grave, solo il 21 maggio 2021 viene data la cauzione e la fideiussione bancaria da parte di Zanchelli di Oasi Verde. Peccato che il certificato di regolare esecuzione dei lavori da parte della ditta avvenga il 12 maggio, cioè il giorno dell’inaugurazione. La sua approvazione solo l’8 luglio. Le assicurazioni vengono stipulate il 21 maggio, quindi per 9 giorni ci sono state attività senza copertura assicurativa, come è facilmente verificabile nei molti post di propaganda sulle pagine dei grillini (***).
Se un bambino si faceva male chi pagava?
Infine, fa sorridere che nel contratto di concessione ci sia una parte relativa alla Prefettura e all’infiltrazione mafiosa visto che una delle persone che ha “testato” lo skate è Beppe Lo Zingaro (****).
La banda degli Honesti nella sedicente “casa di vetro”.

(*) http://www.labur.eu/public/blog/2021/12/15/ostia-skate-park-la-conferma-pieno-di-irregolarita/
(**) https://fb.watch/cbLlm0uwcd/
(***https://fb.watch/ceOFQWKtmj/ (****https://lunanuova2013.blogspot.com/2020/11/gli-amici-rollati-di-paolo-ferrara-m5s.html

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IDROSCALO DI OSTIA: CENSIMENTO DEMANIALE E VALORIZZAZIONE ECONOMICA

6779f1c3-58e1-441c-9cbe-f39b724b5b04LabUr ha avviato nei confronti dell’Agenzia del Demanio un percorso chiarificatore per definire il patrimonio disponibile in località Idroscalo di Ostia, in grado di essere valorizzato economicamente ai sensi dell’articolo 3-bis del D.L. n. 351 del 2001 che consente di dare in concessione o di locare a privati, a titolo oneroso, beni immobili di proprietà dello Stato ai fini della riqualificazione e riconversione tramite interventi di recupero, restauro, ristrutturazione, anche con l’introduzione di nuove destinazioni d’uso finalizzate allo svolgimento di attività economiche o attività di servizio per i cittadini.

Da 12 anni LabUr combatte contro gli interessi speculativi esistenti in quell’area che nel 2010 hanno portato allo sgombero e demolizione parziale dell’abitato spontaneo, avvenuto in un contesto governato dagli affari più o meno leciti del Porto di Roma ad Ostia e fiancheggiato da iniziative locali. Ricordiamo, p.es., il progetto di “Riqualificazione Idroscalo foce fiume Tevere (2002)” per conto del Consorzio Nuovo Idroscalo (valore 10MLN di euro) e il progetto di “Ampliamento e ristrutturazione dei cantieri navali Canados (2007-2010)” per conto delle Società Cantieri Navali s.r.l., Canados International s.r.l. e Canados Work s.r.l. (valore 36,267MLN di euro).

Un punto deve rimanere fermo: l’area dell’Idroscalo di Ostia è dello Stato, non è di Roma Capitale e tanto meno è proprietà degli abitanti (molti dei quali neppure residenti ma che pretendono diritti gestionali). È un bene dello Stato e dunque di tutti gli italiani. E’ ora che all’Idroscalo la politica deponga le armi e azzeri i rapporti con loschi figuri tramite i quali ha tentato di impossessarsi solo del consenso elettorale degli abitanti attraverso propaganda becera e menzogne, che colpiscono solo i fragili che in quell’area vivono per ragioni di emergenza abitativa. Se per loro l’abusivismo di necessità è un tema che deve inderogabilmente essere affrontato con il dovuto rispetto e cura sulla base di un piano sociale e urbanistico ambizioso, per i restanti abitanti si deve parlare di meri interessi privatistici e speculativi. Per questa ragione LabUr ha avviato un censimento degli atti di provenienza e dei diritti demaniali delle aree per restituirle a un interesse collettivo e diffuso che vada oltre il miope problema di politica abitativa, finora utilizzato a proprio vantaggio dalla politica romana.

L’area dell’Idroscalo di Ostia deve essere prima di tutto considerata sulla base del Decreto Interministeriale di sdemanializzazione n. 976 del 16/05/1957, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n.193 del 03/08/1957, del Ministro per la Difesa-Aeronautica
di concerto con il Ministro per le Finanze, mediante il quale l’area, già appartenente al Pubblico Demanio Aeronautico, fu trasferita al Patrimonio dello Stato. In più, l’area deve essere inquadrata all’interno del federalismo demaniale e del contenzioso economico esistente tra l’Agenzia del Demanio e gli abitanti che insistono, con le loro case, su particelle ancora risultanti al catasto come “fabbricati urbani da accertare”. Per ultimo, deve essere vagliata la concessione dell’area rilasciata ai cantieri navali della Canados (codice compendio RMB0886, parte dell’ex Idroscalo di Ostia “Carlo Del Prete”).
Senza tale presupposto, che non è solo un inquadramento urbanistico ma soprattutto particellare e patrimoniale, non si avrà mai una soluzione sia per gli abitanti sia per l’intera collettività.

Per tali motivi LabUr ha promosso presso l’Agenzia del Demanio, mediante un processo di Rigenerazione Urbana, l’utilizzo degli immobili pubblici nell’area dell’Idroscalo di Ostia, al fine di attivare un processo di trasformazione e valorizzazione di quel territorio, creando opportunità di investimento, di crescita e occupazione all’interno di un inquadramento urbanistico particolareggiato. Solo con l’impiego di strumenti di partnership pubblico-privato è infatti possibile individuare nuove destinazioni d’uso per tali immobili in tempi brevi e certi, attivando un dialogo costante con il territorio e con il contesto sociale ed economico nel quale tali beni sono inseriti e di cui LabUr può farsi portatore di un interesse collettivo.
Senza il coinvolgimento dei cittadini, delle istituzioni e degli operatori privati, nei percorsi di rigenerazione urbana collegati al riuso degli immobili pubblici, sia di proprietà dello Stato che di altri Enti territoriali, è infatti impossibile raggiungere importanti obiettivi.

Grazie al supporto degli studi eseguiti da parte di una famosa università olandese, che restano per il momento confinati all’interno della proposta di LabUr e non divulgabili, siamo certi che a breve la difficile questione della rigenerazione dell’area dell’Idroscalo di Ostia sarà risolta, anche sulla base del parere favorevole dell’Autorità di Bacino espresso a riguardo alcuni fa (insediamento misto).
Il sogno degli abitanti storici dell’Idroscalo di Ostia di edificare nell’area un proprio ‘borghetto’, nel rispetto della normativa vigente e del diritto demaniale, nonché per conservare il concetto di comunità storica, è possibile ma non favorendo interessi localistici e particolari.

Di tutto questo si è oggi discusso con il Presidente del Municipio Roma X, direttamente coinvolto nella questione, che ha manifestato la volontà di valutare un percorso con LabUr per produrre, a titolo gratuito, una dettagliata relazione tecnica riguardante la situazione demaniale dell’Idroscalo di Ostia.

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OSTIA, I FINTI VERDI DEL TERRITORIO E 37 PINI SCOMPARSI

c1a6bad6-27ca-44d9-9c4b-49ce4fc32393Mentre ormai è certo che sul viale di Castelporziano non verranno reimpiantati i 37 pini tagliati un anno fa, già mostrano segni di sofferenza i 37 alberi (lecci e querce) messi a dimora in loro sostituzione, a metà gennaio, nel vicino parco di via Bersone, privo di un impianto di irrigazione, in piena siccità invernale. E’ questa l’attenzione che i Verdi del Municipio Roma X dedicano all’ambiente e al decoro urbano?

Da mesi LabUr sta cercando di fare chiarezza su questa vicenda. Preziose sono state le informazioni iniziali raccolte sul territorio da parte di Evoluzione Civica riportate anche dalla stampa. Altrettanto non si può dire del Municipio Roma X. Diffidato in data 14 gennaio 2022 a far posizionare altrove le 37 alberature in sostituzione di quelle rimosse, essendo prevalente il ripristino del valore paesaggistico, naturalistico e culturale del viale di Castelporziano, il municipio si è limitato ad aprire un’istruttoria ancora in alto mare. Infatti le risposte attendiste dell’Assessore municipale ai Lavori Pubblici, Guglielmo CALCERANO, e il totale disinteresse del Direttore, Mario SICA, anche dopo le successive precisazioni di LabUr, sono il brutto segnale che qualcosa di non regolare potrebbe nascondersi dietro la vicenda.

A saperne più di tutti è il geometra Goffredo PAGNANELLI, funzionario dell’Ufficio Manutenzione Ordinaria e Straordinaria delle strade del Lotto A (Ostia, Casal Palocco, Infernetto), che ha seguito i lavori sul viale di Castelporziano della ditta aggiudicataria, l’impresa Cardi Costruzioni Srl. E’ lui infatti ad aver ricostruito in parte la vicenda parlandone durante la Commissione III Lavori Pubblici e Mobilità del 28 gennaio 2022.
Ora, da indiscrezioni, spunta anche la notizia che a tagliare i 37 pini e a piantare lecci e querce nel parco di via Bersone sia stata addirittura un’altra ditta. Se ciò risultasse vero, sarebbe da chiarire visto che sono state disattese le richieste del Dipartimento Tutela Capitale di Roma Capitale che aveva autorizzato l’abbattimento dei pini disponendo però che (prot. QL/2020/1396 del 9 gennaio 2020) “l’amministrazione del Municipio X è tenuta a procedere a successiva piantumazione di compensazione ambientale con altrettanti esemplari arborei di stessa specie dotati di appositi pali tutori e garanzia di attecchimento di anni due”. Ad oggi, invece, i 37 nuovi pini non ci sono neppure nel parco di via Bertone. Se muoiono anche lecci e querce, chi verrà a sostituirli?

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