MUNICIPIO X: AXA E INFERNETTO PREDE DEGLI IMPRENDITORI

IMG-20250728-WA0016Tra dubbi sequestri estivi di stabilimenti balneari, si inserisce nel cuore dell’AXA, quartiere residenziale di lusso del Municipio X, il maxi sequestro di un intero edificio di 21 appartamenti più quello di una megavilla tirati su laddove sorgeva una unità residenziale con piscina. A permetterlo, una distorsione amministrativa dell’art. 6 della Legge n. 7 emessa dalla Regione Lazio il 18 luglio 2017 (Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio) che si dovrebbe applicare per migliorare la qualità della vita dei cittadini, per favorire il recupero delle periferie, per limitare il consumo di suolo, per promuovere tecniche di bioedilizia consentendo “interventi di demolizione e ricostruzione con incremento fino a un massimo del 20 per cento della volumetria o della superficie lorda esistente”.
Premesso che l’AXA non è un quartiere degradato, nato l’8 febbraio 1961 per convenzione con il Comune di Roma su circa 150 ettari, perimetrato da via C.Colombo, via di Macchia Saponara, via IMG_20250728_201539Euripide e via di Acilia, in grado di gestire a proprie spese la manutenzione del verde, delle strade e del proprio depuratore, l’evidenza di quanto avvenuto si riassume nelle due foto: prima e dopo.

L’area si trova a ridosso del trafficato incrocio tra via Ibico, via Aristofane e via Eschilo, percorso da migliaia di persone, dalle forze dell’ordine, dai mezzi pubblici. Nessuno ha visto crescere questo mostro e neppure si è posto la domanda del perché, fino a quando il 15 luglio 2025, con funzione di polizia giudiziaria, la Polizia Locale di Roma Capitale (sezione distaccata presso la Procura di Roma) ha apposto i sigilli. Per il Gruppo X Mare e per la Direzione Tecnica del Municipio X, il permesso di costruire n.92 del 30 luglio 2024 era regolare, un po’ come accaduto all’Infernetto dove tra i villini su via Antonio Lotti sono spuntate palazzine a 4-5 piani con successivo sequestro da parte della Procura dei finti ‘locali tecnici’ trasformati in super attici.
A costruire, all’Infernetto e all’AXA, sempre le società facenti capo all’architetto Pablo Alejandro BRITOS. In particolare all’AXA la progettazione è stata fatta dalla Britos and Partners Srl e la costruzione (in quanto divenuta proprietaria dell’area dal 16 luglio 2025) dalla BE AXA srl, costituita il 05 maggio 2023, iscritta al registro Imprese l’11 maggio 2023 ed operativa dal 1 luglio 2024, cioè poco prima dell’acquisto, del permesso di costruire e dell’inizio lavori (31 luglio 2024, consegna prevista, dicembre 2026). Socio di Britos la Essematica Holding Spa della famiglia Saladino (il rappresentante legale è SALADINO Carmine, che ne detiene il 70% della proprietà, imprenditore della cybersecurity, amico del Ministro della Difesa, Guido CROSETTO).
Sempre a comune tra Infernetto e AXA è l’agenzia immobiliare ARIES (Via di Casal Palocco, 22) che ha curato la vendita delle singole unità immobiliari addirittura mostrando nei filmati promozionali (nel caso dell’Infernetto) il cambio di destinazione d’uso non consentito dei locali, venduti già a finiture terminate.
Le nuove costruzioni in vendita all’AXA sono state pubblicizzate in funzione della metratura con prezzi oscillanti tra i 313.000 e gli 810.000 euro (circa 4.500 euro a mq), con la seguente motivazione: “Nel prestigioso quartiere AXA nasce The Corner, unʼicona dellʼabitare contemporaneo, firmata Britos and Partners Srl per BE AXA Srl”, a conferma che l’AXA non è un quartiere ‘degradato’ IMG_20250728_085323che ha bisogno di progetti (speculativi) di ‘rigenerazione’ previa ‘demolizione’ dell’esistente, a solo vantaggio dell’imprenditore (per inciso, il corpo distaccato, costituente maga villa, era già stato assegnato a Saladino).

A questo punto, attendendo gli sviluppi giudiziari (si tratta di sequestro preventivo) sorge il dubbio che sul territorio del Municipio X ci sia un attento controllo da parte delle autorità locali, considerato il continuo intervento da parte della procura di Roma. Resta il fatto che, aldilà di ogni dubbio, che non esiste più un controllo urbanistico del territorio lasciato in balìa di trucchi e trucchetti consentiti dalle leggi vigenti e troppo spesso lasciti impuniti dagli uffici preposti al rilascio del permesso di costruire.
Già sulla carta si notava che non poteva trattarsi di rigenerazione urbana all’interno di un’area convenzionata.

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CANCELLI CASTELPORZIANO, LA “SUPERCAZZOLA” DELLA CAPITANERIA DI PORTO

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250724_115405_0000Ostia terra di “supercazzole” giuridiche. Dopo quella del commissariamento (così l’ha definito l’ex Prefetto Franco Gabrielli), ne arriva un’altra, questa volta dalla Capitaneria di Porto di Roma sulla concessione demaniale marittima di Castelporziano.

 

Avevamo posto il problema del subentro del Comune di Roma nella concessione intestata a Mario Falconi, Presidente del Municipio X (LINK). Ebbene, Il “subentro” (art. 46) nel Codice della Navigazione, in ambito di concessioni demaniali marittime, si riferisce alla possibilità per un nuovo soggetto di subentrare nel godimento di una concessione già esistente, sostituendosi al precedente concessionario. È il caso di Castelporziano dove a gennaio 2025 il Comune di Roma ha chiesto di sostituire, come concessionario della spiaggia dei romani, il Sindaco Roberto Gualtieri a Mario Falconi. E qui la “supercazzola” (illegale) della Capitaneria di Porto di Roma che ci ha scritto proprio oggi. Non essendo previste le condizioni richieste dal Comune nell’art.46 (voltura) si è applicato illegalmente l’art. 24 del REGOLAMENTO del Codice della Navigazione che però riguarda solo variazioni in spazio e tempo della concessione (*). Non si può con l’art. 24 sostituire il concessionario.  Dunque, il bando indetto dal Dipartimento Patrimonio del Comune di Roma (stazione appaltante), guidato da Tommaso Antonucci, era senza titolo.

 

Vista la gravità della questione e alla luce del Consiglio Straordinario su Ostia che si terrà domani in aula Giulio Cesare, chiederemo alla Capitaneria di Porto di Civitavecchia se questa “supercazzola” sia tollerabile, ma soprattutto accettabile sotto il profilo giuridico. Perché, se questa è la modalità con la quale si può cambiare il titolare di una concessione, a cosa serve l’art. 46 del codice della navigazione sul subentro? Tanto vale eliminarlo!

Gualtieri riferisca in aula cosa sta accadendo.

 

 

 

_____________________

(*) (Codice della navigazione)

Art. 46.

(Subingresso nella concessione).

 

Quando il concessionario intende sostituire altri nel godimento

della concessione deve chiedere l’autorizzazione dell’autorita’

concedente.

 

In caso di vendita o di esecuzione forzata, l’acquirente o

l’aggiudicatario di opere o impianti costruiti dal concessionario su

beni demaniali non puo’ subentrare nella concessione senza

l’autorizzazione dell’autorita’ concedente.

 

In caso di morte del concessionario gli eredi subentrano nel

godimento della concessione, ma devono chiederne la conferma entro

sei mesi, sotto pena di decadenza. Se, per ragioni attinenti

all’idoneita’ tecnica od economica degli eredi, l’amministrazione non

ritiene opportuno confermare la concessione, si applicano le norme

relative alla revoca.

 

(Regolamento per l’esecuzione del codice della navigazione- art. 24)

Art. 24.

(Variazioni al contenuto della concessione)

 

 

La concessione e’ fatta entro i limiti di spazio e di tempo e per

le opere, gli usi e le facolta’ risultanti dall’atto o dalla licenza

di concessione.

Qualsiasi variazione nell’estensione della zona concessa o nelle

opere o nelle modalita’ di esercizio deve essere richiesta

preventivamente e puo’ essere consentita mediante atto o licenza

suppletivi dopo l’espletamento della istruttoria. Qualora, peraltro,

non venga apportata alterazione sostanziale al complesso della

concessione e non vi sia modifica nell’estensione della zona

demaniale, la variazione puo’ essere autorizzata per iscritto dal

capo del compartimento, previo nulla osta dell’autorita’ che ha

approvato l’atto di concessione.

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OSTIA, LA DISTRUZIONE DEL KURSAAL CON FONDI PUBBLICI A VANTAGGIO DEI PRIVATI

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250723_142916_0000Kursaal in tedesco significa propriamente “luogo di cura” (Kur «cura» e Saal «sala»), ampiamente impiegato nell’uso internazionale per gli stabilimenti termali o balneari. Oggi però questo storico stabilimento di Ostia non gode di ottima salute ed è in corso una sua sistematica distruzione, come si vede dal video qui allegato e dalla comparazione delle foto aeree (nello specifico, periodo 2023-2025 e confronto tra la situazione del 2019 con la scheda tecnica a firma di Nicola De Bernardini del 2020, costituente il lotto 12 del bando 2020 per la stagione balneare 2021).

 

 

La prima cosa che si nota è che sono state demolite (un po’ dalle mareggiate, un po’ dalle opere di risanamento) tutte le cabine in muratura, dislocate perpendicolarmente alla battigia, erroneamente individuate dal Comune di Roma come “opere di facile rimozione” e soggette dunque a controllo. In realtà nella sopra citata scheda tecnica, in contrasto con la realtà, risultano essere ‘cabine in legno’ in difformità o non autorizzate dalla concessione edilizia 860/c del 1996.

 

IMG-20250723-WA0011Recentemente, 16 luglio 2025, è stato demolito il muro di confine e il blocco docce e servizi lato Hibiscus, più il padiglione di cabine, la boutique e il blocco docce e servizi lato Shilling, tutto quanto assolutamente stabile e non pericolante.

IMG-20250723-WA0012Un vero e proprio ‘aiutino’, con soldi pubblici (quali, non si sa) a vantaggio del nuovo concessionario, la Insolito Day&Night, che voci attendibili riferiscono avere intenzione, la prossima stagione, di trasferire la propria attività da piazza Anco Marzio al Kursaal.

 

Eppure, secondo il bando del 2020, la Insolito Day&Night avrebbe dovuto (nel progetto di gestione dello stabilimento) prevedere l’acquisizione di tutti i certificati/autorizzazioni/nulla osta previsti dalla normativa vigente per l’esercizio dell’attività di stabilimento balneare. Essendo stato asportato tutto il blocco fronte mare (oggetto di contestazione), oggi è stato di fatto risolto ogni problema, non per questa stagione ma per la prossima. Sic transit gloria mundi, soprattutto quando si tratta di affari.

 

 

IL FALLIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE RAGGI

IMG-20250723-WA0013Il Comune, nelle more dell’approvazione da parte dell’Assemblea Capitolina del nuovo Piano di Utilizzazione Arenili (Decisione di Giunta Capitolina n. 76 del 22.11.2019 recante “Adozione preliminare della Proposta di Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA) del Litorale di Roma Capitale”), decide di rilasciare Concessioni Demaniali Marittime Temporanee, con finalità turistico-ricreative, di durata pari alla stagione balneare e mette a bando 37 concessioni, tra cui il Kursaal (Lotto 12). Il RUP del bando è Giacomo Guastella, che ha sostituito Nicola De Bernardini, che dichiara che l’obiettivo è “la conservazione degli arenili e la manutenzione dei manufatti a questi afferenti, mediante l’erogazione di attività manutentive correlate a finalità ricreative-turistiche balneari, coerenti e compatibili con l’ambito e il contesto marino e paesaggistico del luogo di riferimento”.

Le condizioni in cui versa da anni e in cui versa anche oggi, sono sotto gli occhi di tutti, a decretare il fallimento di un’operazione politico/amministrativa di facciata e controproducente che ha causato e causerà un danno erariale, paesaggistico e ambientale.

 

DESCRIZIONE DEL BENE DEMANIALE

Lo Stabilimento Kursaal, fu inaugurato nel 1950 su progetto dell’Arch. Attilio Filippo Lapadula e realizzato dall’Impresa dell’Ing. Pier Luigi Nervi. Fa parte degli edifici balneari storici con valore architettonico, che, insieme a quelli con valore testimoniale, costituiscono gli Elementi di Valore del c.d. PUA (Piano di Utilizzazione degli Arenili del Comune di Roma).

Il manufatto principale era costituito da un corpo centrale di forma rotonda, delimitato da ampie vetrate, con terrazza sul mare, sormontato da una copertura circolare nervata. Era adibito ad attività commerciale, ristorante con relativi ambienti annessi quali cucina, depositi, dispense e servizi. Un secondo fabbricato, a livello dell’arenile e ad un piano, ubicato all’ingresso, era invece adibito a biglietteria e servizi.

Lo Stabilimento era dotato di cabine in muratura, dislocate perpendicolarmente alla battigia, articolate in blocchi di elementi quadrati disposti in fila. Presenti, inoltre, due piscine, una per adulti, olimpionica, dotata di un trampolino, originariamente in ferrocemento, poi in legno lamellare, e una per bambini.

 

AREA DEMANIALE MARITTIMA: I CONTI NON TORNANO

Con un fronte mare lineare di 144 ml, l’area demaniale marittima che si voleva affidare in concessione con il bando 2020 (per la stagione balneare 2021), era di 17.400 mq di cui 2.516 mq di difficile rimozione, 14.884 mq di area scoperta, per un canone annuo di € 28.927,40, numeri del tutto diversi da quelli presenti nella Determinazione n. G04716 emessa dalla Regione Lazio in data 14/04/2025, relativa all’Albo Regionale delle Concessioni Demaniali Marittime per finalità turistico-ricreative, ai sensi dell’art. 75 comma 1 lett. m) della Legge Regionale 06.08.1999, n. 14, aggiornato alla data del 31 dicembre 2024, dove risulta

 

fronte mare lineare 144,00 (vs 144,00)

area demaniale marittima 29.496,00 (vs 17.400,00)

mq di difficile rimozione 4.345,92 (vs 2.516,00)

mq area scoperta 22.906,34 (14.884,00)

canone annuo 0,00 perché decaduta la concessione

 

 

REGOLARITA’ URBANISTICA

Dall’esame documentale per la messa a bando si è accertato che dalla Concessione Demaniale Marittima n.9 del 2009, nel complesso balneare risultavano delle trasformazioni.

I titoli edilizi erano in fase di accertamento e verifiche.

L’aspirante concessionario, nel progetto di gestione dello stabilimento, doveva prevedere

all’acquisizione di tutti i certificati/autorizzazioni/nulla osta previsti dalla normativa per l’esercizio dell’attività. Oggi invece si assiste a demolizioni per ‘sanare’ le opere non autorizzate e difformi con la scusa della somma urgenza.

 

IL BANDO 2020

Il 21 ottobre 2021, a seguito di una serie di ricorsi, esce la graduatoria (Prot. CO/N. 125130). Insolito Night & Day di Gennaro Arena si aggiudica il Lotto 12 (Kursaal) e vince anche il Lotto 6 (Battistini) con la società Gruppo Arena Srl nonostante non potesse partecipare con più di un’offerta al bando, visto che la società è sempre riconducibile a lui.

 

Ad un certo punto il Municipio X con Delibera di Giunta n.24 del 15/12/2921 (Prot. CO/N. 147279/2021) revoca in autotutela il bando indetto con DD n.3040/2020 e n. 3116/2020 per l’assegnazione di 37 + 9 concessioni demaniali marittime con scadenza 31/12/2020 per la stagione balneare 2021 e proroga le concessioni scadute al 31/11/2020 fino al 31/12/2023.

Nei vari pronunciamenti del TAR (Sezione Seconda Quarter) che si sono susseguiti nel 2021 e che hanno dato torto a Roma Capitale, si rileva il “vizio di incompetenza della Giunta Municipale”.

 

COSA È AVVENUTO DOPO IL BANDO 2020

FB_IMG_1753274366672Innanzitutto la chiusura della campagna elettorale della Dem Emanuela Droghei (LINK), moglie di un altro storico dirigente del Partito Democratico ed ex Capogruppo del PD sotto Ignazio Marino, Francesco D’Ausilio, che oggi insegna Storia dell’alimentazione alla LUISS dopo le vicende di Mafia Capitale che lo vedono imputato nel processo Mafia Capitale Ter che si concluderà forse il 12 febbraio 2026.

Poi diverse mareggiate che hanno lambito persino la Rotonda.

Infine un video di luglio 2025 in cui la Droghei, accompagnata dal Presidente della Commissione Patrimonio, Yuri Trombetti, dall’Assessore al Patrimonio, Tobia Zevi e dal Presidente del Municipio X, Mario Falconi, presso il Village, si lascia sfuggire che Insolito Night & Day stava decidendo se riprendersi il Kursaal.

(Crediti Mauro Delicato, riprese del 5 luglio 2025)

LAVORI IN ASSENZA DI TRASPARENZA

Da mesi si susseguono lavori lungo il tratto che va dall’Hibiscus (Dopolavoro ATAC – Cotral/ Metro) allo Sporting Beach senza alcuna trasparenza amministrativa. Persino il cartello lavori non corrisponde a quanto sta avvenendo. Non si sa dove siano stati presi i soldi e quanto stia costando questa operazione. Neppure risulterebbe la provvisoria disciplina di traffico sul lungomare ad altezza cantiere per l’ingresso e l’uscita dei mezzi pesanti.

Quello che è certo è che con ordinanza della Capitaneria di Porto datata 11 ottobre 2024 viene interdetto il tratto di mare del Litorale romano compreso tra il Canale dei Pescatori e lo stabilimento balneare Venezia, dopo il sopralluogo del 9/10/2024 per la “pericolosità” di stazionamento, transito pedonale, balneazione, immersione, sport acquatici e pesca, creatasi dopo le mareggiate che hanno coinvolto gli stabilimenti Vecchia e Nuova Pineta, Pinetina, Hibiscus, Kursaal, Shilling, Sporting Beach e Venezia.

Il 10 giugno 2025 (CIG B700EF0755; B700E9C205) la Regione Lazio autorizza interventi di somma urgenza nel tratto compreso tra lo storico stabilimento Kursaal e la terrazza belvedere denominata “Rotonda”. Si tratta della Det. Dirigenziale G07176 su proposta n.18342 del 27/5/2025 con un impegno di spesa di €292.899 a favore della società Terza Srl, più ulteriori 15mila a favore di Interprogetti Srl. Responsabile del Procedimento (RUP) è Valerio Camponeschi che si occupa in Regione Lazio della manutenzione straordinaria su beni demaniali terzi essendo Dirigente dell’Area Pianificazione e Attuazione Interventi a Difesa della Costa. E lo fa su sollecitazione e segnalazione del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale, guidato da Tommaso Antonucci, a seguito delle mareggiate verificatesi nella seconda metà di gennaio 2025 con arretramento della linea di costa di oltre 10m. “Il mare è avanzato spingendosi in alcuni punti ad una distanza di solo qualche metro dal fronte inerodibile, provocando il crollo parziale di molte strutture temporanee (!!!) fino ad arrivare a lambire le fondazioni della terrazza belvedere con crepa verticale lungo tutto il muro di fondazione della terrazza”, per cui il 7/2/2025 viene redatto un verbale di somma urgenza dall’Ing. Camponeschi insieme al Dipartimento Patrimonio, i tecnici del Municipio X e la Direzione Rigenerazione Litorale e Grandi Progetti di Roma Capitale per “salvare la Fontana dello Zodiaco e la piscina del Kursaal, per il pregio storico della Fontana e per il valore architettonico simbolo dell’estate italiana degli anni ’50, progetto di Pierluigi Nervi e Attilio Lapadula, realizzato con fondi pubblici”. Decidono così di fare una barriera rigida semi sommersa di 350ml.

 

CONCLUSIONI

Siamo di fronte all’ennesima operazione opaca dell’Amministrazione Gualtieri sugli arenili della Capitale, gestita con fondi pubblici in totale assenza di trasparenza, che avrà ripercussioni ambientali importanti e che con molta probabilità servirà solo a ‘sanare’ a spese della collettività per conto di un privato.

Mala tempora currunt sed peiora parantur.

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SPIAGGE OSTIA, TUTTE LE NOVITÀ

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250715_175722_0000Siamo al 15 luglio e questo è il quadro desolante in cui versano gli arenili del “Mare di Roma”.

 

 

 

CASTELPORZIANO – In data odierna abbiamo inviato alla Capitaneria di Porto l’invito ad adempiere al provvedimento di decadenza della concessione demaniale del Comune di Roma ai sensi dell’Art. 20 comma 1 della Legge 241/90. Nei mesi scorsi infatti LabUr aveva fatto istanza di parte in quanto il Comune di Roma, concessionario esattamente come qualunque stabilimento balneare, non ha provveduto dopo ben due mesi dall’inizio della stagione balneare a dotare le spiagge di Castelporziano di ogni servizio, compreso quello di garantire la pubblica e privata incolumità.

La Capitaneria di Porto sta intervenendo in questi giorni a liberare i bagni e gli spogliatoi dagli occupanti abusivi. I concessionari hanno invece provveduto a rimuovere le opere illegittime a loro contestate. Rimane ancora da definire chi deve pulire le spiagge lasciate in abbandono dalla scorsa stagione.

È di oggi la notizia che la Pool Service, famigerata società di servizi balzata agli onori delle cronache giudiziarie nelle precedenti stagioni balneari per affidamenti poco chiari, starebbe cercando i bagnini per Castelporziano per conto di Zétema. “L’azienda Capitolina che opera nel settore della Cultura” avrebbe anche preso la gestione dei bagni affidando in subappalto il servizio di pulizia alla società BFS Srl. Tutto questo starebbe avvenendo senza le necessarie autorizzazioni da parte della Capitaneria di Porto (ex art. 45bis del Codice della Navigazione). Peccato che queste attività fossero incluse nel bando di gara #6169 pubblicato l’11 giugno 2025, gara di cui ancora si attende di sapere come abbia potuto vincere la società Happy Surf One (LINK).

IMG_20250715_210612CAPOCOTTA – Sono ancora in costruzione i chioschi nonostante manchino le autorizzazioni dell’Agenzia delle Dogane, atto propedeutico ad ogni altro titolo, perché il Comune di Roma non ha provveduto in tal senso. Chioschi che, lo ricordiamo, non sono a Patrimonio del Comune di Roma e neppure accatastati.

Assente il servizio di salvamento e solo oggi sono state concesse le convenzioni per il noleggio dei lettini e ombrelloni. L’unica attività garantita sulla spiaggia ad oggi è la vagliatura.

Questo pomeriggio alle 15 si è tenuto l’incontro presso il Dipartimento Tutela Ambiente del Comune di Roma per richiedere con che tipo di atto si sono costituite le imprese affidatarie dei chioschi. Abbiamo ricevuto nota da parte di Giuseppe Contenta (PD e vincitore del Lotto Akuna Matata – LINK), che pubblichiamo, con cui si formalizza la rappresentanza ai tavoli istituzionali a partire dal 30 maggio.

Inoltre, le Istituzioni stanno avanzando l’ipotesi che la spiaggia di Capocotta sia assimilabile a quella di Castelporziano, dotazione della Presidenza della Repubblica, come da tempo sostenuto da LabUr.

STABILIMENTI BALNEARI – Si è tenuta invece ieri una riunione presso il Dipartimento Patrimonio (guidato da Tommaso Antonucci) con i rappresentanti sindacali delle imprese balneari durante la quale è stato richiesto ai concessionari di giustificare e/o demolire/rimuovere gli eventuali abusi riscontrati da Risorse per Roma, attività che si sarebbe dovuta effettuare prima del bando sulle 31 concessioni. Ricordiamo che non si potrebbe assolutamente mettere a bando degli abusi. Nel frattempo vanno avanti le demolizioni al Kursaal e la messa in sicurezza del tratto di arenile, devastato dalle mareggiate, fino allo Sporting Beach. Ancora oggi non è chiara l’occupazione dello stabilimento Hibiscus da parte della ditta operante e nemmeno quali fondi di Roma Capitale e della Regione Lazio vengano impiegati.

Permanendo la provvisorietà delle assegnazioni, restano incerti anche i subentri derivanti dal precedente bando Raggi a seguito della recente sentenza a favore dello stabilimento La Marinella.

Dopo il nostro articolo di ieri (LINK) sulla ACSOM, ci ha contattato Raffaele Mosca (pubblicheremo la sua nota scritta non appena la riceveremo). Raffaele Mosca ha confermato telefonicamente che non è stata apposta da parte del RUP alcuna contestazione del codice ATECO sul Lotto B28 – Ristorante Kelly’s confermando i comportamenti anomali nel bando di gara.

SPIAGGE LIBERE – Permangono dopo due mesi gazebi improbabili al posto dei chioschi previsti nel bando di gara e che difficilmente potranno ottenere a breve la necessaria autorizzazione paesistica. Anche per le spiagge libere rimane aperta la questione dei bagnini per le tre spiagge di ponente affidate sempre a Zétema che ancora non ha comunicato, come previsto da Ordinanza balneare, alla Capitaneria di Porto il censimento dei bagnini. Parliamo delle spiagge libere di Roma Capitale, che dovrebbero essere di esempio per tutti. Quindi il progetto “Mare Sicuro”, sbandierato dall’Assessore al Patrimonio Tobia Zevi, va bene solo per Tik-Tok e Instagram.

GARA 8 LOTTI – Il Consorzio il Melograno società cooperativa onlus, avrebbe firmato per il Village. Rimangono tutti i nostri dubbi giuridici su come una struttura confiscata alla mafia sia stata messa in un bando del Comune di Roma. Ci sono infatti questioni patrimoniali circa l’utilizzo da parte di un affidatario di un bene confiscato e questioni amministrative che riguardano le irregolarità presenti al Village da tempo denunciate da LabUr (LINK).

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DOSSIER SPIAGGE OSTIA GESTIONE GUALTIERI – 5 PARTE: IL CASO DELLA NAPOLETANA ACSOM

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250713_145732_00005 bandi, gestiti tutti da Tommaso Antonucci, Direttore del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale, tutti pieni di anomalie. Il caso più eclatante è quello della società di Casoria (NA) ACSOM, l’unica non romana che partecipa a ben 3 gare transfrontaliere. Chi c’è dietro la società, le interconnessioni con sport, politica e con Antonucci. La storia dei re di Riccardo Magi.  

Nelle settimane scorse abbiamo analizzato le anomalie che hanno caratterizzato i 5 bandi di gara (LINK 1, LINK 2, LINK 3, LINK 4) e rilevato i legami anche con il mondo politico/amministrativo. E’ il caso della Società Cooperativa Lido di Roma a Responsabilità Limitata di Giuseppe Contenta, ex consigliere di lungo corso del PD nel IX Municipio (EUR), “amico” (così lo hanno definito fonti interne al PD) del Presidente della Commissione Patrimonio di Roma Capitale, Yuri Trombetti, e rappresentante non ufficiale dei chioschi di Capocotta ai tavoli istituzionali. Oggi analizziamo un altro caso (ma ce ne sono altri) di legami con la politica e non solo, quello della ACSOM.

IL MONDO ACSOM
IMG_20250713_150629Da visure camerali e da fonti aperte, la ACSOM è una cooperativa sociale che si occupa di gestione di servizi socio-sanitari ed educativi e di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione è un giovane di 24 anni, Michelangelo Mosca, cugino del ben più noto Raffaele Mosca (classe 1998), che è stato Presidente della ACSOM fino al 17/4/24.
Di Michelangelo Mosca si conoscono solo la passione per la musica e per Thomas Michael Shelby, protagonista della serie televisiva Peaky Blinders, una banda irlandese di criminali di Birmingham nel periodo tra le due guerre mondiali.
IMG_20250713_150653Molto di più invece si conosce di Raffaele Mosca, al quale Michelangelo è molto legato.  Giovane e rampante imprenditore di Afragola con la passione per il calcio e la politica, è stato ex coordinatore dei Giovani del Partito “Noi Campani” di Clemente Mastella e per oltre 4 anni collaboratore nella Segreteria a Gruppo Misto del Consiglio Regionale della Campania. Nel 2020 si candida alla regionali e raccoglie 4.300 voti. Nel 2021 fa un “passo di lato appoggiando la candidatura di mio cugino Michelangelo”, nella lista da lui fondata “Pensiero Comune” per Capannone Sindaco, nelle elezioni amministrative del 2021 ad Afragola. Raffaele Mosca lascia polemicamente il partito di Mastella perché fondamentalmente gli va troppo stretto e a settembre 2024 entra nella Segreteria Nazionale di +Europa. In occasione dell’ultimo congresso del partito, tenutosi a febbraio scorso, pubblica un video accalorato contro il Direttore del quotidiano Il Tempo, Tommaso Cerno, reo di aver scoperchiato il caso delle tessere dell’ultimo minuto. Cerno, raccogliendo alcune testimonianze interne al partito, annota le anomalie delle iscrizioni nelle 48 ore precedenti il congresso di +Europa in particolare in due Comuni della Campania, Afragola e Giuliano. Ben 1/3 dei tesseramenti (1.900 tessere) arrivano da lì, tanto che Della Vedova, che non verrà rieletto Segretario, apostrofa il duo campano con l’appellativo di “mezza potenza”. Il duo campano è Raffaele Mosca e Franco Moxedano che appoggia, con successo, Riccardo Magi a Segretario di +Europa, impegnato da anni ad “aprire le coste alla concorrenza” in una lotta senza quartiere contro i balneari. I suoi (del partito) l’hanno preso in parola, come vedremo.
Raffaele Mosca è infatti legato da “profonda gratitudine” a Francesco (detto Franco) Moxedano, già coordinatore a Napoli per +Europa e, dopo il congresso, nominato unico delegato a partecipare ai tavoli in vista delle imminenti elezioni regionali in Campania.

FB_IMG_1752411057631Franco Moxedano è un nome noto a Napoli. Ex Assessore regionale e comunale, ha ricoperto nel corso della sua lunga carriera politica diversi incarichi istituzionali. Nel 2015, in piena campagna elettorale in qualità di capolista dell’Italia dei Valori alle Regionali in Campania, finisce nella relazione dell’Associazione Nazionale “Antonino Caponnetto”. Luigi Di Maio, allora nel M5S, il 10 luglio 2015 fa un’interrogazione parlamentare a risposta scritta alla Camera dei Deputati al Ministero dell’Interno sul voto di scambio in Campania alle Regionali 2015 e sui condizionamenti camorristici comparsi appunto nella relazione dell’Associazione Caponnetto. Il nome di Franco e del fratello Marco Moxedano compaiono tra “le situazioni di alcuni eletti che sulla base di considerazioni legate a precedenti riguardanti i soggetti interessati, ovvero persone loro vicine per legami di natura familiare, lavorativa o amicale, presentano elementi di rischio”. Si legge: “Per quanto riguarda Franco Moxedano, eletto nelle liste dell’Italia dei Valori con 4.413 voti (113 voti in più di Raffaele Mosca n.d.r.), il fratello Mario e suo figlio Raffaele sono stati arrestati dalla Procura di Catanzaro durante l’ultima campagna elettorale per aver truccato le partite della locale squadra di calcio: per Mario Moxedano i PM calabresi ipotizzano collegamenti con il clan Iannazzo della ‘ndrangheta”. Si tratta dell’operazione denominata “Dirty Soccer” (LINK) a cui sono seguiti altri guai giudiziari (LINK1 e LINK 2). Marco Moxedano vanta nel suo curriculum di essere stato, per alcuni mesi nel 1994, anche vice Presidente del Napoli dopo Corrado Ferlaino, poi Presidente del Neapolis Mugnon e del Saria con interessi sparpagliati tra edilizia e sale da gioco.
Anche Raffaele Mosca ha una grande passione per il calcio tanto da diventare, poco più che ventenne, Presidente e finanziatore dell’AC Afragolese, dopo aver comprato il titolo dell’Atletico Calcio, squadra che ha traslocato la sede da Cardito ad Afragola adottando la denominazione di ASD Atletico Calcio Afragolese e dove Gianluca Moxedano, figlio di Franco, è Segretario Amministrativo, oltre che responsabile delle Risorse Umane della più importante società di Raffaele Mosca, la Cooperativa Sociale Raggio di Sole. La AC Afragolese ha vinto il girone A del Campionato di Eccellenza Campana per la stagione 2024-2025 imbattuta.

LE SOCIETA’ DI RAFFAELE MOSCA

  • Impresa Sociale Baby Garden di Raffaele Mosca sas: si occupa di istruzione prescolastica
  • Raggio di Sole – Soc. di coop. sociale onlus: si occupa di attività di assistenza diurna per l’infanzia.
  • Speak Easy Srl: si occupa di PR e Comunicazione
  • Real Estate Mosca Srl: si occupa di vendita di beni immobili effettuata su beni propri.
  • ABU – Soc. di coop. sociale onlus: si occupa di attività assistenza diurna per l’infanzia.
  • Greens B.V., società europea con sede legale ad Amsterdam, si occupa di lavoro interinale.

Come abbiamo visto Raffele Mosca ha cessato di essere consigliere e procuratore della ACSOM (nata il 23/2/2017), il 17/4/2024 e il cugino Michelangelo, già consigliere, diventa Presidente del Consiglio di Amministrazione. Al di là di qualche problemino (si veda la protesta sindacale contro le cooperative insolventi LINK), le cooperative Raggio di Sole e ACSOM spesso partecipano agli stessi bandi quando ci sono lotti diversi.
Raggio di Sole ha anche clienti blasonati. E’ gestore dell’Asilo Nido della Presidenza del Consiglio, dei servizi ai minori del Quartier Generale della Guardia di Finanza a Roma, della gestione degli asili nido dell’Aeronautica di Pratica di Mare, dell’Ospedale San Martino di Genova, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, del Ministero della Difesa della Caserma Riberi di Torino, giusto per citare solo quelli tra i più importanti dei 90 asili gestiti sul territorio nazionale. Ma tra questi un cliente in particolare ha catturato la nostra attenzione: si tratta della Fondazione Policlinico Tor Vergata dove sia ACSOM sia Raggio di Sole operano all’interno del Policlinico. La ACSOM si occupa in particolare della gestione dei servizi socio-sanitari ed educativi.
Vice-Presidente della Fondazione Policlinico Tor Vergata è, da molti anni, proprio Tommaso Antonucci, Direttore del Dipartimento Patrimonio nonché RUP di tutte le gare sulle spiagge di Roma Capitale. Il ricercato, anche dalla Corte dei Conti, Tommaso Antonucci, dal 2012 al 2014 è stato Direttore Generale di BagnoliFutura SpA, il carrozzone pubblico che ha ingoiato vagoni di milioni pubblici (LINK) quando Franco Moxedano era consigliere al Comune di Napoli per poi diventare nel 2015 Assessore al Personale.

 

ACSOM E LE ANOMALIE NEL BANDO DI GARA SULLE SPIAGGE DI ROMA CAPITALE

IMG-20250712-WA0026(1)La ACSOM partecipa a ben 13 lotti in 3 bandi di gara su 5 (esclusi i bandi di Capocotta e Castelporziano) tutti in mano al RUP Tommaso Antonucci: 9 spiagge libere, 31 concessioni balneari (stabilimenti, ristoranti e chioschi) e 8 lotti tra cui anche il Village confiscato alla Mafia.

Spiagge libere: Lotto 5 (ex Faber Beach), 6, 8, 9
31 concessioni: Lotti A10, A1 e A19 e Lotti B28 e B29 e infine il Lotto C31
8 concessioni: Lotto 1 (Village), Lotto 7 (Ristorante Peppino a Mare) e Lotto 8 (Hakuna Matata)

In tutti e tre i bandi era motivo di esclusione il non avere il codice ATECO (codice identificativo dell’idoneità professionale) corrispondente alla tipologia di Lotto a cui si partecipava. Si poteva infatti partecipare alla gestione di stabilimenti balneari e spiagge con il codice ATECO 93.29.20 e alla gestione di attività di ristorazione con il codice ATECO 56.10.11. Era dovere del RUP acquisire d’ufficio agli atti le visure camerali dei concorrenti per comprovare l’esistenza del necessario codice ATECO e non bastava enunciare i requisiti di idoneità professionale nella ragione sociale. Chi ancora non aveva il codice ATECO corretto alla data del bando sarebbe stato escluso. Non solo. Alla categoria del codice ATECO 93 o 56 doveva seguire la specifica classe richiesta 29 (per il 93.) e 10 (per il 56.) ad indicare con precisione il requisito di idoneità professionale di cui all’art. 7.2.1 del bando.
Con queste premesse, risulta inspiegabile come abbia potuto partecipare la coop. sociale ACSOM nei 13 lotti delle 3 gare sulle spiagge di Roma Capitale, in quanto ancora ad oggi nella visura camerale n.T611663938 (estratta dal Reg. Imprese in data 12 luglio 2025) risulta dichiarato, a 4 mesi dalla gara, dalla ACSOM solamente il codice ATECO 88.91.00 cioè servizi di asili nido e assistenza diurna per minori.
Il problema sul loro codice ATECO si è posto per la prima volta solo in fase di valutazione della seconda gara, quella delle 31 concessioni balneari (Lotto A10 Plinius, A16 La Bicocca e A19 Miami, tutti stabilimenti balneari), dove la ACSOM è stata esclusa “per mancanza di relativo codice ATECO così come estrapolato dalla visura camerale” (essendo attività non corrispondente a quella indicata nel bando), mentre nulla si dice, sullo stesso verbale, circa la partecipazione della ACSOM al Lotto B28 relativo al ristorante Kelly’s dove esce addirittura vincitrice e al Lotto C31 Il Curvone. Si legge infatti sul verbale QC/0045754 del 30 aprile 2025, riferito alla seduta del 10 aprile, a pagina 13, per il Lotto B28 e C31: “non ci sono cause di esclusione per la ACSOM” pur indicando il codice ATECO 88.91 e non il codice 56.10.11. E ancora più incredibile è il fatto che DOPO aver vinto il lotto B28 sul ristorante Kelly’s, nella gara successiva degli 8 lotti la ACSOM partecipa al Lotto 7 – Ristorante Peppino a Mare, ma lo stesso RUP di tutte le gare, Tommaso Antonucci, chiama il soccorso istruttorio perché la ACSOM non possiede il codice ATECO corretto.

A complicare la situazione è intervenuto (nel corso della gara dei 31 Lotti) il ricorso al TAR promosso dalla ACSOM nel quale la stessa dichiara di aver ottenuto il 17 marzo 2025 un inesistente (ad oggi) codice ATECO 93.29.20 da parte dell’Agenzia delle Entrate e il Comune di Roma riammette sulla fiducia la ACSOM impedendo così che la giustizia amministrativa entrasse nel merito, con tanto di spese legali pagate dal Comune di Roma.

Nonostante l’assenza dunque del codice ATECO, la società ACSOM è oggi assegnataria del ristorante Kelly’s in barba alle regole del disciplinare tecnico di tutte e tre le gare, persino di quella delle spiagge libere, iniziata per prima in ordine temporale, dove la ACSOM è stata ammessa prima ancora dell’artificioso ricorso al TAR. Inoltre, la società coop. ACSOM è stata l’unica a richiedere e ottenere in sede di gara che sui “segreti tecnici o commerciali contenuti nell’offerta tecnica” si “rigetta ogni eventuale istanza di accesso agli atti da parte di qualsiasi altro operatore economico partecipante alla gara”.

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OSTIA, SPIAGGE LIBERE – LA FUGA DI TOBIA ZEVI

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250711_105558_0000Atti contrari al Codice della Navigazione, messa a bando di opere abusive, codici ATECO non rispondenti ai bandi, ricorsi al TAR vinti dall’unica società transfrontaliera, assegnazione punteggi tecnici anomali, autorizzazioni ancora non pervenute a metà della stagione balneare, nessuna tutela ambientale sulle spiagge, decine di società che hanno la stessa sede legale dove sono presenti parenti, amici, soci e dipendenti e costituitesi a ridosso dei bandi vincenti più Lotti. Eppure l’Assessore al Patrimonio Tobia Zevi la scorsa domenica su Report ha affermato “È il momento di fare chiarezza. Se ci sono segnalazioni da fare, vi prego fatele”, ma nessuno dal Campidoglio si è presentato questa mattina in Commissione Trasparenza convocata in Municipio X dal Presidente Pietro Malara.

 

LabUr dunque presenterà una dettagliata denuncia anche sulle spiagge libere presso le autorità competenti in attesa della nuova convocazione per il prossimo venerdì e per la quale abbiamo richiesto di informare le forze dell’ordine.

 

Avevamo diverse questioni da chiarire, come ad esempio: come sia stato possibile assegnare il punteggio massimo per ogni anno di esperienza alla Sun-Torini nata il 23/12/2024. Come sia stato possibile che sulle spiagge libere di Roma Capitale siano state ammesse ASD sportive, gestori di discoteche e night club, società che fino al giorno prima si occupavano di rifiuti o di gestione di alberghi e case vacanze? Come sia stato possibile che società quali la Beccaccini, che ha gestito per due stagioni balneari le spiagge libere, prenda 0 punti su esperienza specifica, mentre Reposea srl ed Evoluzioni Ambientali, che fanno capo alla stessa persona di fatto, ottengano 10 punti? Come sia stato possibile che l’unica società transfontraliera di Napoli sia stata ammessa alla gara sulle spiagge libere, ma non a quella dei 31 lotti che si svolgeva parallelamente con lo stesso RUP (Tommaso Antonucci, Direttore del Dipartimento Patrimonio) e dopo ricorso al TAR che ha condannato Roma Capitale al pagamento delle spese, viene riammessa?  Come mai la società “Es solo Musica”, dal codice ATECO improbabile, non abbia sulla griglia del verbale alcun punteggio sulle concessioni possedute o sulla voce società a prevalente carattere giovanile e nella gara sugli 8 Lotti venga esclusa perché non ha prodotto quanto richiesto dal soccorso istruttorio? Come sia stato possibile che i punteggi dati sul sistema di inclusione per le spiagge a Castelporziano siano gli stessi sia per chi ha prodotto partenariati con enti del terzo settore che per chi non li ha?

Ci auguriamo che venerdì prossimo l’Assessore Zevi venga a chiarire questi e molti altri aspetti.

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SPIAGGE DI CASTELPORZIANO: IL COMUNE METTE A BANDO OPERE ABUSIVE

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250709_152454_0000La Capitaneria da un anno chiede invano al Comune di Roma di ripristinare lo stato dei luoghi sulle spiagge di Castleporziano, ma il Dipartimento Patrimonio che sbandiera legalità e trasparenza mette a bando le opere abusive.

 

Il 15 giugno l’Assessore al Patrimonio del Comune di Roma, Tobia Zevi, in un video sui suoi social dichiarava: “Oggi possiamo dire che ci siamo… Chioschi, salvataggio, bagni pubblici… al via il 7 luglio”.

Siamo al 9 luglio e la Capitaneria di Porto scrive al Comune di Roma ieri ribadendo che è un anno che gli chiede di eliminare le opere abusive presenti sulle spiagge di Castelporziano al fine di ripristinare lo stato dei luoghi. Eppure l’Assessore Zevi, anche durante la puntata di Report andata in onda domenica scorsa, si è vantato di aver fatto delle “buone gare” in nome della “, trasparenza e della legalità” sbugiardato dalla giornalista pochi secondi dopo (LINK).

Non ci pare che sia legale mettere a bando strutture in cui siano presenti abusi.

 

Inoltre, la Capitaneria di Porto ha dato il suo diniego, ovviamente, alla consegna delle aree in occupazione preventiva come richiesto dal Comune di Roma, perché contrario al Codice della Navigazione. Si tratta infatti di un’aggiudicazione provvisoria, che per altro ha bisogno che siano ottemperati tutta una serie di passaggi richiesti per legge.

Tra l’altro, sempre ieri la Capitaneria, ha chiesto al Comune di fornire le posizioni camerali mancanti, cioè quella di Happy Surf One che a nostro avviso non aveva i requisiti previsti dal bando (LINK) e che il fato ha voluto vincesse proprio l’unico lotto senza abusi.

 

L’unica nota positiva è che dopo nostra segnalazione (LINK) il Comune di Roma ha fatto la voltura della concessione dal Presidente del Municipio X, Mario Falconi, al Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri proprio nei giorni scorsi, cioè dopo l’uscita del bando.

 

Quello che è certo è che i romani non avranno servizi sulla Spiaggia del Presidente della Repubblica almeno fino a fine luglio: per concedere il 45bis al Comune, la Capitaneria di Porto chiarisce quali siano tutti i passaggi che devono essere rispettati dal concessionario ‘capitale’.

 

Siamo di fronte ad un mix letale di arroganza e ignoranza da parte dell’Amministrazione Capitolina. Ignoranza amministrativa nel chiedere un atto arrogante, perché contra legem, in nome della somma urgenza derivante da un’incapacità amministrativa. Ricordiamo che la delega per ottenere il 45bis è del Sindaco. È lui che si deve assumere la responsabilità di ottemperare a quanto richiesto dalla Capitaneria e non i gestori, per altro provvisori, di un raffazzonato bando di gara.

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DOSSIER SPIAGGE OSTIA GESTIONE GUALTIERI – 4° PARTE (CASTELPORZIANO)

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250705_131211_0000

Anche l’aggiudicazione del bando relativo all’arenile di Castelporziano presenta gravi anomalie. Abbiamo analizzato nelle scorse settimane i bandi relativi alla gara #4788 (31 concessioni (LINK 1 e LINK 2) e la gara #5308 relativa alle restanti 8 concessioni (LINK) su cui sta indagando la Guardia di Finanza. Per quanto concerne l’affidamento dei 5 lotti di Castelporziano, l’anomalia riguarda la società sportiva ASD Happy Surf One, vincitrice dei lotti C3 e C4. Si tratta di una società nata ad Agosto 2024 che, pochi giorni dopo, riceve in affidamento diretto la gestione per tre mesi di una palestra di comunità ad Ostia Ponente, grazie ad una Direttiva di Giunta Municipale (n. 42 del 4/9/24) relativa ai Patti Educativi Territoriali di Comunità. La ASD Happy Surf One ha la sede in v.le Gorgia di Leontini, 260 a Casalpalocco, la stessa sede della Sun Torini che ha partecipato, senza vincere, a tutti i bandi sulle spiagge della Capitale, compreso quello sulle spiagge libere. Il legale rappresentante di entrambe le società è Stefano Albertini, Professore di Educazione Fisica presso il liceo Anco Marzio, conosciuto per aver gestito il chiosco Happy Surf ad Ostia Ponente, finito nella relazione del Prefetto Magno del 2014 (che ha portato al commissariamento del Municipio X) e abbattuto dopo il nostro esposto (LINK). Al di là dei legami personali e legittimi di Albertini con figure apicali dell’Amministrazione Capitolina in ambito sportivo come l’Assessore Alessandro Onorato, non si comprende come abbia potuto essere ammessa alla gara di Castelporziano la sua società sportiva, visto che non ha i requisiti per gestire “una concessione demaniale marittima”. Nelle gare precedenti un codice ATECO diverso dal 93.29.00 era motivo di esclusione. Non solo. È ancora più incomprensibile alla luce dei “requisiti di idoneità professionale” previsti al punto 9.1 del bando di gara: l’ASD Happy Surf One NON è “attiva da almeno 3 anni solari nello svolgimento di attività analoghe a quelle oggetto dell’affidamento (visto che è nata il 1° agosto 2024 e ha solo gestito per 3 mesi una palestra di comunità) e nemmeno “ha regolarmente gestito, alla data della presente procedura, almeno 1 concessione balneare”. Come ha potuto dunque comprovare “mediante allegazione della concessione demaniale marittima o altro contratto di appalto/concessione, attestante il regolare svolgimento dei servizi” il requisito obbligatorio?

 

Una società sportiva, non presente nemmeno nell’elenco del CONI o al RUNTS e registrata meno di un anno fa, si aggiudica il lotto C3 con 84,65 punti (54,67 di offerta tecnica con un ribasso del 52%) e vince anche nel lotto 4 con il medesimo progetto ma con un ribasso del 54%.

Come per altre gare ci domandiamo quali controlli siano stati fatti dal RUP Tommaso Antonucci, Direttore del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale.

Il bando di Castelporziano, gestito in somma urgenza con procedura accelerata (tant’è che aprono prima le buste tecniche ed economiche e poi quelle amministrative) per l’affidamento dei 5 chioschi storici sulla spiaggia del Presidente della Repubblica, nato su un falso (LINK) ha mostrato tutta la fragilità di un’Amministrazione Capitolina, in particolare dell’Assessorato al Patrimonio guidato da Tobia Zevi, completamente allo sbando (LINK).

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LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE TOBIA ZEVI

FB_IMG_1751529987699Caro Assessore Tobia Zevi,

Abbiamo letto anche noi il suo impopolarissimo comunicato stampa su Ostia e le sue ultime dichiarazioni alle agenzie (LINK). Avendoci precluso di commentare sulla sua bacheca lo facciamo sulla nostra.
Ci pare che “chi oggi urla” sia Lei. Comprendiamo umanamente la sua necessità di difesa, ma Lei, con poca onestà intellettuale, “mente”. Non è forse vero che c’è degrado sulle spiagge della Capitale? C’è l’imbarazzo di articoli, foto, filmati e commenti indignati anche sui suoi social. Affermare che in pochi mesi avete fatto partire le gare è un’affermazione manipolatoria della realtà: nonostante la stagione balneare sia un evento ricorrente ogni anno e Voi siete al comando (non al governo evidentemente) di questa città da 3 anni, tutte le gare sono partite a primavera inoltrata e tutte gestite come se fossero una somma urgenza. Non ci sono stati affatto, come Lei sostiene, “200 proposte progettuali di qualità”, bensì blocchi di schieramenti di progetti fotocopia (persino con gli stessi errori di battitura), fatti dalle stesse poche ‘manine’, e anomalie a non finire. Di quale “rivoluzione culturale” intrisa di “legalità e trasparenza” parla e quali “diritti” ci avreste “restituito” esattamente? Il diritto ad avere aree di Riserva Statale come Castelporziano e Capocotta tutelate? Il Diritto alla Salute e alla privata e pubblica incolumità sulle spiagge? Il Diritto ad avere spiagge libere e non attrezzate con il preposizionamento dei lettini e ombrelloni e tendopoli trasformate in finti chioschi senza regolari permessi? Il diritto ad uno Stato che non violi leggi, norme e regolamenti e li faccia rispettare? Perché tutto questo non è avvenuto in nessuna gara, nemmeno sull’ultima a Castelporziano (la spiaggia DEL Presidente della Repubblica). Siete riusciti a mettere a bando una concessione demaniale marittima che non appartiene al Dipartimento Patrimonio del Comune di Roma e come Lei dovrebbe sapere, una concessione non è un’utenza dove si può fare il cambio di intestatario. Avete fatto carta straccia del Diritto: trasformato presidi dunali, come Castelporziano e Capocotta, in veri e propri stabilimenti balneari che però hanno finalità turistico-ricreative, invece di comportarvi, come previsto per Legge, da gestori di 5 chioschi per altro privi di titolo edilizio, vi siete comportati come gestori di una concessione demaniale. Di quali diritti parla esattamente quando persino i bagni a Castelporziano non solo non hanno un regolare titolo edilizio, ma neppure sono allacciati in fogna e nessuno spurga le fosse biologiche? A quale “tutela ambientale” si riferisce? Di quale diritti parla visto che non c’è stato sui bandi di gara alcun interesse transfontraliero alla base della libera concorrenza?
Tralasciando la “legalità” e i costi abnormi che ricadono sulle tasche dei cittadini sulle Vostre operazioni nel tratto di arenile che va dallo Sporting Beach al Kursaal, la ciliegina sulla torta è stata l’aggiudicazione addirittura di beni che erano sotto amministrazione giudiziaria a personaggi che “lavorano per il Partito Democratico”, che hanno tirato su, poche settimane prima del bando, società con persone legate proprio ai condannati. E Lei parla di imprenditoria sana? E sorvoliamo anche sul meccanismo delle Royalty. Se “Ostia è costantemente offesa da una reputazione largamente immeritata”, è perché i servitori dello Stato compiono azioni indegne. E non basta postare una foto con 35 persone (compresi i passanti) ad una iniziativa culturale sulle spiagge affermando che sono “centinaia” per cancellare questo degrado istituzionale. Gli “abusi” sull’arenile della Capitale sono tutti ancora lì. Tutti. E siccome la Sua difesa di ufficio, accorata quanto propagandistica, passa attraverso la logica fallace aristotelica della denigrazione di fantomatici nemici che Lei definisce “caste” , come un grillino delle prima ora, ha pensato bene di chiudere il suo comunicato in bellezza prendendosela con i cittadini che fanno accesso agli atti e chiedono la stessa cosa che Lei tuona solo per retorica: “legalità e trasparenza”, quello che non applica a se stesso, come le scrive anche il giornalista Davide Desario. Un po’ come in una fattoria orwelliana.

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DOSSIER SPIAGGE OSTIA GESTIONE GUALTIERI – 3° PARTE

Arancione e Nero Foto Palestra Poster_20250630_114104_0000Il 24 Giugno si è conclusa anche la gara #5308 per l’affidamento delle ultime 8 concessioni di beni demaniali marittimi del Litorale di Roma Capitale per finalità turistiche ricreative, che presenta le stesse anomalie della gara #4788 per l’affidamento delle 31 concessioni di cui abbiamo parlato qui (LINK) e qui (LINK).

Offerte di Royalty addirittura al 30% (valore mai raggiunto) sul fatturato stimato, cooperative neonate in mano a personaggi che lavorano nel Partito Democratico, vecchi soggetti noti alle cronache criminali, offerte fotocopie, operatori che inviano offerte di altre società e raggruppamenti di imprese improbabili o meramente funzionali.

 

Vediamo nel dettaglio.

A bando sono andati: gli stabilimenti Village (Lotto 1) e Arcobaleno (Lotto 2) ad Ostia Ponente, la spiaggia libera attrezzata Hakuna Matata (Lotto 8) e lo stabilimento Nuova Pineta e Pinetina (Lotto 6) a Ostia Centro, e infine gli stabilimenti La Caletta (Lotto 3), L’Ancora (Lotto 4), La Playa (Lotto 5) e il Ristorante Peppino a Mare (Lotto 7) ad Ostia Levante.

 

Guardando la griglia dei punteggi assegnati, la prima cosa che balza agli occhi sono le Royalty. In tutti i lotti compare un’offerta pari al 30. Sul Village l’ha proposta il primo classificato, Consorzio il Melograno soc. coop. sociale, un valore praticamente doppio di quello offerto dalla seconda classificata, Roshotels Srl. Su Arcobaleno, il vecchio gestore Arcobaleno Beach, ha vinto anche lui con una Royalty del 30. Stesso discorso per il vecchio gestore Nuova Pineta Srl (Franco Petrini) e per Coop. Lido di Roma a Resp. Limitata su Hakuna Matata.

 

Non solo. Si ripresentano molte delle società che hanno partecipato alla gara delle 31 concessioni (#4788), cosa che non avrebbero potuto fare se fossero stati raggruppati i bandi. È il caso di Roshotels di Roberto De Prosperis (Lotti A7 e B29) che aveva già vinto ben due spiagge libere (ex Faber Beach e SPQR) e in questa gara si presenta sul lotto 1 e 8; della napoletana Acsom Coop. Soc. di Mosca Michelangelo che ha partecipato ai lotti A10, A16, A19, B28 (dove ha vinto), B29, C31 e che su tutte le gare ha proposto offerte fotocopia con Royalty all’8, anche in questa gara (lotto 1 e lotto 7); di Evoluzioni Ambientali Scarl che si era già presentata sul lotto B27 e ora sul lotto 2; Polisportiva Litorale invece su A8, A15 e A17 e in questa gara sui lotti 3 e 7; IRIS Srl si era presentata sul lotto A12 e faceva parte del c.d. blocco anomalo di Royalty al 13,56, come abbiamo già visto nella seconda puntata del dossier spiagge. In questa gara si è presentata sul lotto 3; Reposea Srl si era presentata invece sul lotto A5 e ora sul lotto 3; Sun Beach su lotto A6 e ora sul lotto 5; Hydra Srls, anch’essa appartenente al blocco Royalty 13,56, si era presentata sul lotto A19 e ora sul lotto 5; La neocostituita Magic Beach Srls, con sede nel Porto di Ostia (come diverse società riconducibili a Federico Ferracci), è stata esclusa (non è dato sapere perché) dalla gara sul lotto A20 e viene esclusa anche in questa gara sul lotto 6 (Nuova Pineta-Pinetina) perché “il seggio rileva” che è stata “allegata la domanda di partecipazione di un altro operatore economico”. Sarebbe interessante sapere quale per chiudere il cerchio;

 

Ma le sorprese non sono finite, soprattutto sul lotto 1 (Village) e lotto 8 (Hakuna Matata), due lotti particolarmente sensibili perché finiti nelle maglie criminali.

 

Al di là del circo mediatico attorno alla vicenda dei 7 stabilimenti balneari andati a fuoco a fine marzo scorso che ha visto il discutibile (perché non applicabile) teorema della Giunta Gualtieri circa la volontà di inibire il bando delle 37 concessioni, il teorema di stampo PD non si è applicato però per il Village andato a fuoco il 22 giugno, due giorni prima della conclusione dei lavori della commissione giudicatrice. Il PD in forze si è presentato al Village nei giorni successivi per un sopralluogo con le immancabili dichiarazioni fotocopia di circostanza, identiche a quelle del 2014. Ricordiamo che mai si è portata la legalità sul Village, nemmeno sotto la gestione dell’Agenzia dei Beni Confiscati alla Mafia, visto che la struttura, come da anni denunciamo, è totalmente abusiva (LINK). Ci domandiamo dunque come sia stato possibile mettere a bando un bene abusivo e non condonato, visto che ciò non è consentito nelle altre concessioni balneari. Il lotto 1 (Village) è stato vinto dal potente Consorzio Melograno soc. coop. sociale Onlus che già si è presa il lotto D di Capocotta in R.T.I. con Fonte Ostiense. Sul Village invece è in R.T.I. con Isla Bonita, Area Sociale e Cybercoop.

Melograno si occupa della cura e manutenzione del paesaggio (codice ATECO 81.30.00) e dunque non poteva partecipare al bando. Nemmeno Area Sociale soc. coop. sociale perché si occupa di asili nido aziendale (codice ATECO 88.91.00) e men che meno Cybercoop soc. coop. sociale, nata la scorso ottobre, che si occupa di servizi di consulenza nel settore della sicurezza informatica (codice ATECO 62.90.09). Corre in soccorso di questo trio fantasioso, Isla Bonita con il codice ATECO 96.99.99. Si tratta della famosa società invischiata nelle vicende delle spiagge libere nel periodo di Mafia Capitale (LINK). La storia sembra dunque ripetersi questa volta in farsa.

 

Screenshot_2025-06-30-11-50-54-72_a23b203fd3aafc6dcb84e438dda678b6Per quanto concerne invece la spiaggia libera attrezzata Hakuna Matata, si è raggiunta l’apoteosi della farsa: la Cooperativa Lido di Roma a Responsabilità Limitata, nata il 1° marzo 2025 (codice ATECO 93.29.20) ha come Presidente del Consiglio di Amministrazione Giuseppe CONTENTA, ex consigliere di lungo corso del PD in IX Municipio, amico di Yuri Trombetti (Pres. Commissione Patrimonio), che sulla sua bacheca facebook scrive che lavora per il Partito Democratico, e che sarebbe, vox populi, il rappresentante non ufficiale dei chioschi di Capocotta ai tavoli istituzionali. La cooperativa vede tra gli Amministratori due giovani sconosciuti e due ragazzi che lavorano attualmente in Hakuna Matata, Daci Viola e Daci Vladimir, legati a Mauro Balini ex patron del Porto di Roma condannato per bancarotta fraudolenta, e a casa loro hanno posto la sede della Cooperativa Lido di Roma. Lido di Roma si è presentata al bando come capogruppo e mandanti sempre il Consorzio Melograno e Area Sociale soc. coop. sociale.

Insomma, Hakuna Matata è tornata laddove era partita.

 

Tutto cambia perché nulla cambi.

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