L’INFERNETTO SCHIACCIATO TRA LA GUARDIA DI FINANZA E SOROS

GdFLa Caserma della Guardia di Finanza intitolata al Generale Angelo Dus all’Infernetto, in via Croviana 120, è diventata nel maggio 2002 la sede del Gruppo Polisportivo delle ‘Fiamme Gialle’ per il trasferimento del 1° e del 2° Nucleo Atleti.  Una struttura di oltre 73.000 mq, su un’area di ‪150.000 mq, nata come residenza sanitaria e finita nei primi anni ’90 dentro lo scandalo giudiziario Italsanità per il coinvolgimento della Immobiliare San Marco Spa di Renato Bigelli. Il complesso fu poi rilevato dalla Immobiliare Romana Spa di Gianfanco Caporlingua, marito di Alessandra Bigelli, che a fine agosto del 1996 decise di completarne i lavori con l’ATI ‘Maurizio Bigelli/Cogeim’ e di stipulare con la Guardia di Finanza un contratto di concessione d’uso gratuito.

D’ora in avanti la caserma della Guardia di Finanza, ospitante il Centro Sportivo, sarà protagonista di una serie di vicende finanziarie, tutte da chiarire. Nel 2004, per l’esattezza il 23 dicembre, prese forma la più imponente cartolarizzazione di immobili pubblici mai realizzata dallo Stato. Due giorni prima di Natale passarono infatti di mano ben 396 edifici (tra cui la Caserma della Guardia di Finanza dell’Infernetto), il 15% del patrimonio immobiliare pubblico. L’operazione di vendita e riaffitto fu congegnata dell’ex Ministro Giulio Tremonti assieme a Domenico Siniscalco e portò alle casse pubbliche 3 miliardi di euro. A fronte di quell’incasso, lo Stato si impegnò a pagare per almeno 18 anni al nuovo proprietario, il Fondo Immobili Pubblici (FIP), un lauto canone di locazione che la Corte dei Conti definì nel 2006 un’operazione “significativamente superiore ai normali valori di mercato”. I magistrati contabili fecero così intendere che gli esborsi per la finanza pubblica avrebbero potuto essere ben maggiori delle entrate. Il conto finale dell’intervento di sale-and-rent-back fortemente voluto dal “creativo” Tremonti, è stato un bagno di sangue perché, come ha rilevato anche l’Agenzia del Demanio, lo Stato nel 2015, al ritmo di poco meno di 300 milioni di euro all’anno, ha pagato in affitti quanto ha incassato, accollandosi per giunta anche i costi della manutenzione ordinaria e parte di quelli della manutenzione straordinaria, nonostante non sia più proprietario dei beni. Con il risultato che allo scadere dei primi 15 anni di vita del FIP si è generato un buco enorme.

E’ in questa opaca operazione che viene inserita la Caserma ‘Gen. Angelo Dus’ all’Infernetto. Ad aprile 2015 il fondo C3 Investment Fund (del colosso americano Cerberus Capital Management, che fa capo al magnate americano George Soros e che è amministrato dalla società di gestione immobiliare Savills Investment Management Sgr), con l’assistenza dello Studio Legale Associato Carnelutti, ha acquistato l’intero complesso. Il canone annuo, di circa 7 milioni di euro, è stato pagato dal bilancio pubblico a favore del finanziere americano. Siamo a Maggio 2016. Il piano di razionalizzazione della Guardia di Finanza prevede la restituzione al Demanio della caserma ‘Gen. Angelo Dus’  a Roma e delle caserme ‘Barbarisi’ e ‘Lega Lombarda’ a Bergamo. In seguito, nel 2018, nel Piano degli Investimenti sugli immobili conferiti ai Fondi Immobiliari elaborato dall’Agenzia del Demanio e approvato dal Ministero delle Finanze, è stato previsto per la caserma dell’Infernetto un investimento pari a 3 milioni di euro a fronte dell’esigenza manutentiva manifestata dalla Guardia di Finanza circa l’esecuzione di una serie di interventi infrastrutturali che  l’impresa BRC Spa, consorziata incaricata dell’esecuzione dei lavori, ha ultimato solo in data 19 febbraio 2020.

In previsione del trasferimento della Guardia di Finanza, la Savills Investment Management SGR (dal 2015 proprietaria della struttura) ha lanciato una campagna mediatica curata dalla Omnicom Public Relations Group, società specializzata in ambito PR e Public Affairs, con l’obiettivo dichiarato “di ascoltare i bisogni degli abitanti del quartiere al fine cambiare l’Infernetto con un progetto di una realtà internazionale che ha la forza e la voglia di valorizzare la zona e di cambiarla in meglio“. Per questo scopo, la Savills Investment Management SGR si avvale della collaborazione della FB&Associati, la prima società di consulenza italiana specializzata in public affairs, advocacy e lobbying, che “supporta i clienti e il loro business nella costruzione di sistemi di relazioni a livello europeo, nazionale e locale per influenzare le opinioni e le scelte del decisore pubblico e nel posizionamento strategico all’interno della sempre più complessa arena decisionale“. Dunque non un’operazione filantropica.

Nel comunicato del 18 gennaio 2021 si parla di “occasione di rigenerazione urbana … integrando destinazioni d’uso residenziale, servizi per la comunità e attività commerciali … Unendo prospettive pubbliche e private … nuove residenze, per un ingombro volumetrico in linea con la superficie presente“.

E qui la fiamma (gialla come l’oro) si spegne e le tenebre fanno la loro comparsa. Il complesso era nato come residenza sanitaria negli anni novanta in mezzo alla campagna, a ridosso della pineta di Castelfusano e la tenuta presidenziale di Castelporziano, con una licenza per servizi privati che prevedeva residence, albergo, clinica e casa di riposo per anziani. Con quella licenza furono però edificati e venduti dalla società Immobiliare San Marco 240 mini appartamenti di lusso alla modica cifra di 200 milioni di lire ciascuno. L’allora Assessore al Piano Regolatore di Roma, il democristiano Antonio Gerace (detto ‘er Luparetta’), poco prima di essere arrestato, interrogato sull’argomento disse di non saperne nulla e che comunque la conformità del progetto spettava all’allora circoscrizione XIII (oggi Municipio X) guidata da Marco Pannella, nonostante fosse stato aperto un fascicolo in Procura.   L’allora proprietario dell’area, dopo aver ottenuto l’autorizzazione per la realizzazione di un enorme centro per anziani, aveva tentato di ottenere una variante di destinazione d’uso per trasformare il complesso in abitazioni. L’operazione non andò mai a buon fine per lo scandalo Italsanità. All’Immobiliare San Marco subentrò l’Immobiliare Romana, il cui Presidente del Consiglio di Amministrazione era Gianfranco Caporlingua, nel 2014 finito con la Quinto Immobiliare anche nello scandalo Caat (Centri di Assistenza Abitativa Temporanea) nel periodo di Mafia Capitale, che costava alle casse di Roma la bellezza di 43 milioni di euro l’anno. Il 6 aprile 1996 venne convocata da Caporlingua un’assemblea generale ordinaria avente come ordine del giorno la stipula del contratto di concessione d’uso gratuito del complesso immobiliare all’Infernetto con il comando della Guardia di Finanza e la sottoscrizione del contratto con l’ATI ‘Maurizio Bigelli/Cogeim’ per l’esecuzione dei lavori di completamento e adattamento del complesso alle esigenze della Guardia di Finanza. Erano i tempi dei democristiani Vittorio Sbardella (detto lo Squalo’) e Giorgio Moschetti (tesoriere DC).

Eseguendo una visura al catasto fabbricati del Comune di Roma, le strutture non risultano ancora censite risultando solo il loro traferimento alla partita speciale “area di enti urbani e promiscui”. A questo punto, devono essere verificati i seguenti quattro punti:   (1) La regolarità urbanistica dell’area prima di effettuarne una qualsiasi variante (2) La regolarità del titolo edilizio dei singoli fabbricati in assenza di sanatoria (3) La verifica dell’invarianza idraulica dell’area allo stato di fatto attuale (4) L’integrazione del nuovo progetto con il recupero degli standard urbanistici previsti dai limitrofi piani di zona e ambiti di trasformazione integrati.

Pur confidando che si utilizzerà solo la cubatura di quanto già edificato, devono esser previste misure di contenimento ad eventuali densificazioni o al ricorso di strumenti come il piano casa. Vorremmo infatti evitare la scoperta dell’ennesimo scandalo giudiziario a cose fatte e soprattutto evitare che dopo 30 anni l’eredità di Sbardella e Moschetti, ‘congelata’ dalla presenza della Guardia di Finanza, torni con i propri scheletri nuovamente in vita.

Ci saremmo aspettati, il 25 febbraio scorso, che la Sindaca Virginia Raggi non si fosse limitata a farsi fotografare in visita al centro sportivo della Guardia di Finanza all’Infernetto, ma avesse speso qualche parola sul futuro di quell’area.

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