PUA, SPIAGGE DI OSTIA: DUE RICORSI GERARCHICI CONTRO LA DELIBERA CAPITOLINA

310312789_847887703212885_8278596881020997815_nLabur ha presentato questa mattina un doppio ricorso gerarchico alla Presidenza della Repubblica e alla Regione Lazio a seguito di quanto è accaduto ieri in Assemblea Capitolina dove è stato approvato “con effetti di immediata eseguibilità” la proposta preliminare di adozione del PUA, Piano di Utilizzazione degli Arenili. Si tratta di una delibera illegittima sia dal punto di vista patrimoniale sia sotto il profilo della delega al turismo. In particolare e in estrema sintesi, ricordiamo che la tenuta di Castelporziano non può essere regolamentata dal Comune di Roma, primo perché, da un punto di vista patrimoniale, è dotazione del Presidente della Repubblica, secondo perché, sotto il profilo delle deleghe sul turismo, non rientra tra i beni del demanio marittimo con finalità turistico ricreative. Aggiungiamo che, come emerso dalla recente informativa della GdF relativa al sequestro dei chioschi, il Comune di Roma risulta anche moroso nei confronti dello Stato per svariati milioni di euro non avendo pagato dal 2001 la concessione demaniale per il tratto di spiaggia di Castelporziano incluso nella convenzione del 1965 con la Presidenza della Repubblica. Il quadro politico, in piena campagna elettorale per la Regione Lazio, in cui questa triste vicenda si inserisce, e che nulla ha a che fare con l’interesse pubblico, vede il presidente della Federbalneari, Renato Papagni, che messaggiava ieri da Dubai, cedere la poltrona a Massimo Muzzarelli secondo un accordo al quale avrebbe preso parte, nel ruolo di un imprecisato ‘garante’, il Presidente del Municipio X, Mario Falconi, che si è distinto solo per essere balzato agli onori della cronaca per una sceneggiata in aula municipale sui “poteri forti”. Falsa la notizia girata negli ultimi mesi di sue imminenti dimissioni. L’accordo è stato raggiunto. Nel mentre, un altro pezzo da 90 dei balneari, rappresentante di SIB Confcommercio e FIBA, Ruggiero Barbadoro, cerca il suo sostituto e le sedicenti associazioni di tutela del mare e delle carte in regola, interpretano a comando la parte del cane ‘e canciello come utili idioti. Ieri in aula Giulio Cesare, a prescindere dalla non risposta dell’Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, barattata con inutili ODG di propaganda, alla nostra diffida di mercoledì, si è consumato un violento attacco criminale sotto il profilo ambientale e di gestione degli appalti, esattamente quello che nel 2013, ai tempi di Mafia Capitale, paventava il Prefetto Magno nella sua relazione proprio sul PUA. In politica le coincidenze non esistono e dunque non appare una coincidenza che nel Municipio X, dopo un anno, non sia mai arrivato il promesso Assessore alla Legalità, altro tema di propaganda solo elettorale di un medico allergico al sano e democratico controllo esterno. Falso per altro che Veloccia voglia sottoporre il PUA alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica) per cui sarà escluso ogni processo di partecipazione di tutti i portatori di interesse, in particolare quello dei cittadini romani, che per altro sono i soci di maggioranza assoluta. In questo scenario criminale, la Capitaneria di Porto in questi giorni sta indagando su tutti gli allacci in fogna sull’arenile che l’erosione continua a devastare, ma esattamente come per le aree verdi, colpevolmente “abbandonate” per farci parcheggi, sono merce di scambio in questa tossica campagna elettorale per la Regione Lazio. Sullo sfondo rimane il problema della dividende demaniale: ancora oggi nessuno sa di chi sia cosa, ma al mercato delle vacche si possono vendere lupi travestiti.
Nei prossimi giorni approfondiremo anche la parte del PUA relativa all’Idroscalo di Ostia dove l’Amministrazione Municipale si è sperticata da mesi in false promesse e che viene definita “ostile” per cui “si rende necessaria la presenza della forza pubblica affinché le operazioni [per definire la dividente demaniale, ndr] si svolgano in tranquillità”.

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