Roma, XIII Municipio: sbaglia l’amministrazione, paga il fabbro. Grottesco errore urbanistico.

Un incredibile errore amministrativo di 7 anni fa, innesca la corsa contro il tempo del Municipio per proteggere gli interessi di un potente costruttore. Perchè contro il fabbro che invece aveva usucapito il terreno, l’azione solerte dei funzionari per realizzare un parco pubblico, senza l’esproprio per pubblica utilità ? Su altre opere più importanti, come una stazione della metro mai fatta o la nuova sede del Municipio ancora senza progetto, il silenzio invece dell’amministrazione. La storia di un centinaio di milioni di euro scomparsi e di un costruttore da proteggere.

Una nuova stazione della Roma-Lido, il Palazzo della Musica, una nuova sede del Municipio, sottopassi, nuove strade, piste ciclabili e anche il restauro di ville romane in degrado. Cosa si è fatto ? Nulla, mentre per ottenere un piccolo parco pubblico (opera nr.33, poco più di un ettaro) si stanno scatenando consiglieri, assessori, uffici tecnici, polizia municipale, polizia tributaria e la giustizia ordinaria. Parliamo delle opere pubbliche previste nel Programma di Recupero Urbano Acilia-Dragona, XIII Municipio, che dovevano esser terminate 3 anni fa. Un centinaio di milioni di euro che non si sa dove sono finiti. Perché allora così tanta fretta e solerzia nel voler realizzare questo piccolo parco pubblico ? Semplice: quel parco pubblico fornisce i requisiti (standard urbanistici) affinchè si possa costruire da parte di un privato un albergo, negozi, una banca e centinaia di abitazioni già in vendita (alcune già in costruzione, altre ancora sulla carta). A farne le spese, un fabbro che dal 1970 lavora su quei terreni destinati oggi a parco, in Via di Macchia Saponara 59. Un fabbro che nel 2003 ha ottenuto per usucapione quell’area dove si svolge da 40 anni la sua attività, la stessa area che un ignaro funzionario del Comune di Roma, nel 2004, dichiarò invece essere ancora di proprietà comunale, destinandola a parco pubblico. Così, da qualche anno, si è cominciato a costruire, fino a quando si è scoperto l’impiccio. Da questo punto in poi, la domanda: “E mò chi glielo spiega al costruttore ?“. Nessun problema, l’amministrazione ha trovato subito il rimedio: primo, insabbiare il proprio errore iniziale, secondo, gonfiare gli abusi edilizi del fabbro fino a sostenere che la sanzione amministrativa conseguente deve essere ripagata con la totale confisca del terreno. Il gioco sembrerebbe fatto. Sembrerebbe, perché nel frattempo il TAR del Lazio ha disposto che l’attività del fabbro deve essere tutelata, quindi l’amministrazione deve ora indicare se l’area in questione può garantire sia il parco che l’attività del fabbro. Perché nel caso in cui ciò non sia possibile, bisogna trovare una sistemazione al fabbro. Gli attori di questa grottesca situazione, sono: Sergio Pannacci (presidente della Commissione Urbanistica del XIII Municipio), l’Arch. Angela Violo (resp.le del procedimento nel 2004), l’impresa Di Veroli, l’azienda TG70. Teniamo a precisare che chi ha sbagliato (oggi e allora) è solo l’amministrazione. In fondo il costruttore si è ‘fidato’ che le carte fossero a posto, così come la TG70 mai è stata fatta partecipe del progetto iniziale. Come finirà la questione ? Il 17 febbraio il TAR valutera la possibilità di convivenza tra parco e fabbro. Noi intanto vigileremo affinchè gli interessi pubblici siano tutelati, in due modi: seguendo l’operato (finora un bel po’ raffazzonato) dell’amministrazione ed esigendo che la stessa solerzia sia applicata per la realizzazione delle altre opere pubbliche, ben più importanti di un piccolo parco. Ma già sappiamo che dovremo rivolgerci sia alla Corte dei Conti che alla Procura di Roma.
dr.Ing. Andrea Schiavone
Il Presidente

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