MUNICIPIO ROMA X, MONDEZZAI ILLEGALI

mondezzai ostiaInviato un esposto alle autorità competenti per segnalare ancora una volta l’illegittima area di trasbordo sul Lungomare di Ostia. Già era stato inviato un esposto nel 2019 seguito da una prima e seconda integrazione. Il paradosso è che proprio oggi, 9 giugno 2023, dal Municipio Roma X è pervenuta a LabUr una nota (CO/2023/0068783) relativa alla suddetta area del Lungomare in cui si specifica che “non è stato ritrovato agli atti alcun documento inerente la consegna dell’area” la cui destinazione urbanistica è “art.83 e 85 del N.T.A. – Verde pubblico e servizi pubblici di livello locale“. E’ l’ennesimo episodio di malagestione dei rifiuti sotto l’amministrazione del M5S e proseguita dal PD alla guida del Municipio Roma X.

Forse la M della precedente giunta pentastellata stava per ‘Mondezzaio’ . Dopo aver portato ad Ostia Antica il tritovagliatore , a seguito del disastroso incendio di Malagrotta – che tratta oltre 300 tonnellate al giorno di indifferenziata – con la motivazione di “liberare le strade dai rifiuti“(!), dopo aver permesso dal 2019 l’impiego senza legittima autorizzazione dell’area destinata a verde pubblico davanti allo stabilimento balneare dell’Esercito Italiano – Raggruppamento Logistico Centrale (Lungomare Amerigo Vespucci, 40), ha espresso anche parere favorevole alla realizzazione di una nuova discarica in località Infernetto tra via Porrino e via Soffredini lungo via Wolf Ferrari dove domani alle ore 10.00 si terrà un flash-mob da parte dei cittadini esasperati dal degrado e abbandono dell’area, avendo già diffidato il Municipio X. In quell’area doveva esserci una scuola materna, ci verrà invece una discarica di fatto. Il terreno, che sarà rilasciato ad AMA in comodato d’uso, non solo non garantirà gli standard urbanistici previsti per il quartiere, ma cambierà con disinvoltura (contro ogni criterio di legge) la propria destinazione d’uso.
Si tratta dell’ennesimo scandalo gestionale dei rifiuti, che sembra investire con metodicità il Municipio Roma X, quello con delega al Verde, quello che dovrebbe essere a maggiore protezione ambientale e che invece prima con il M5S (Giuliana DI PILLO, Alessandro IEVA) ora con il PD (Valentina PRODON, Valentina SCARFAGNA) viene trasformato in pattumiera nel nome dell’emergenza, sinonimo amministrativo di incapacità.
Il caso dell’area trasbordo davanti al RA.LO.CE. è dunque emblematico. Ci chiediamo perché non si intervenga a chiuderla. I turisti che vengono ad Ostia sono i sacchetti della spazzatura? Le zone residenziali avranno discariche al posto delle scuole? Neanche il Giubileo del 2025 sembra poter salvare il polmone Verde di Roma.

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raloce mondezzaESPOSTO (9 giugno 2023)

Inviato ad AMA, COMUNE DI ROMA, CC NOE

LabUr, Laboratorio di Urbanistica (www.labur.eu), portatore di un interesse collettivo e diffuso, segnala che, senza alcun atto autorizzativo valido per legge, da 4 anni, l’area davanti allo stabilimento balneare dell’Esercito Italiano – Raggruppamento Logistico Centrale (Lungomare Amerigo Vespucci, 40) viene usata come trasbordo dei rifiuti indifferenziati per oltre 300 tonnellate al giorno.

Lo conferma il Municipio Roma X via PEC inoltrata a LabUr il 9 giugno 2023 specificando che “non è stato ritrovato agli atti alcun documento inerente la consegna dell’area” la cui destinazione urbanistica è “art.83 e 85 del N.T.A. – Verde pubblico e servizi pubblici di livello locale“.

Da 4 anni LabUr chiede la regolarizzazione dell’area, avendo inviato un esposto il 28 novembre 2019 e ben due integrazioni: la prima, il 2 dicembre 2019, la seconda il 4 giugno 2020.
L’unica sedicente autorizzazione sarebbe stata rilasciata “in via temporanea” dal Municipio Roma X in data 31 ottobre 2019 dall’ex direttore municipale Nicola DE BERNARDINI, (oggi vice Capo di Gabinetto Vicario) e dagli allora presidente e vice presidente municipali Giuliana DI PILLO e Alessandro IEVA (oggi consiglieri municipali M5S).

Il degrado dell’area, la mancata autorizzazione, la differente destinazione d’uso richiedono la massima attenzione da parte delle autorità competenti. Esiste una precisa normativa e un complesso di leggi sovraordinate che impediscono alla semplice ‘mail’ di un direttore di un municipio di sentirsi autorizzato a gestire il bene comune come cosa propria.

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