OSTIA, SPIAGGE – ANCORA FUMATA NERA IN COMMISSIONE TRASPARENZA, CONTROLLO E GARANZIA

Spiagge Ostia, l’incognita del Demanio Marittimo: dal 1938 al 2017 emessi oneri concessori irregolari e messe a bando concessioni di cui non si conoscono le consistenze. La Capitaneria di Porto e l’Agenzia del Demanio non si presentano.  Chi dovrebbe tutelare gli interessi pubblici non conosce la consistenza dei suoi beni, ma li mette a bando e vuole fare il PUA.

DemIl Litorale romano è sprovvisto di una documentazione certa riguardante la perimetrazione del demanio marittimo, racchiuso tra la linea di costa (riva del mare, battigia) e la dividente demaniale (linea a monte che dovrebbe separare la proprietà dello Stato dalle altre). Solo grazie a LabUr – Laboratorio di Urbanistica si sta affrontando la questione del tracciamento della dividente demaniale lungo i 4 km di arenile prospiciente la pineta di Castelfusano, arenile che addirittura risulterebbe essere stato sdemanializzato nel 1938. La questione è stata recepita anche dalla Commissione Trasparenza e Garanzia del Municipio Roma X, presieduta da Pietro MALARA, che se ne sta interessando e che oggi ha tenuto la seconda seduta, per la questione dell’affidamento di 37 concessioni balneari incluse nel bando di gara promosso dalla precedente giunta municipale (M5S) nel 2020. Il punto è semplice: non è possibile procedere all’affidamento in concessione se non è nota la consistenza dei beni dati in concessione (come già ribadito da LabUr la scorsa Commissione *).

La questione della dividente di Castelfusano verte su precise indicazioni di legge (v. box).
GlossarioQuesta linea (v. fig. in basso) corrisponde, in modo naturale, alla dividente demaniale e può essere spostata soltanto ad esito di un preciso procedimento amministrativo (nel nostro caso, di competenza della Capitaneria di Porto di Roma, sempre assente nelle due Commissione), regolamentato dai citati articoli del Codice della Navigazione. L’unico che risulta concluso è quello del 1938, di cui esistono i verbali e tutta la documentazione inerente, da LabUr acquisita. Per quanto narrato, esiste dunque una obiettiva incertezza sul presunto tracciato della attuale dividente demaniale lungo i 4 km di arenile prospicienti la pineta di Castelfusano (dal Canale dei Pescatori fino al confine con la Tenuta di Castelporziano), finalmente oggetto, dopo segnalazione di LabUr, di una doppia verifica amministrativa attualmente in corso e condotta dall’Agenzia del Demanio – Direzione Roma Capitale e dalla Capitaneria di Porto di Roma. Ricordiamo che lo specifico procedimento di tracciamento della dividente demaniale previsto dall’art.32 del Codice della Navigazione, ha solo carattere ricognitivo e non costitutivo di titolo di demanialità. L’avvio di tale procedimento costituisce una facoltà e non un obbligo per l’Amministrazione, la quale però è tenuta ad esercitare tale facoltà nei casi in cui esista un ragionevole dubbio in ordine all’esatto confine demaniale, come nel nostro caso. E’ per esempio indispensabile avviare tale procedimento ricognitivo di delimitazione nei casi degli ordini di sgombero per occupazione abusiva di area demaniale o nei casi di errati ordini di introito dei canoni concessori, come ampiamente chiarito dalla giurisprudenza.
Un altro problema che si presenta in tal senso riguarda le zone costiere soggette al fenomeno dell’erosione, fenomeno che comporta una modifica della linea di costa e dunque del lido e della spiaggia. In particolare, se parte di tali aree erano state alienate a terzi, a seguito p.es. di una sdemanializzazione (come nel nostro caso), occorre necessariamente uno specifico provvedimento dell’autorità amministrativa, previo accertamento della destinazione dei beni stessi all’uso pubblico, affinché le stesse aree tornino ad essere un bene demaniale. Inutile dire che ciò riguarda, in particolare, proprio quel tratto di arenile compreso tra il Canale dei Pescatori e la via Cristoforo Colombo, parte integrale dell’arenile in questione.
L’Agenzia del Demanio – Direzione Roma Capitale, confermato anche dagli uffici di Roma Capitale, ha ufficialmente risposto a LabUr che il tratto del Litorale di Ostia, compreso tra gli stabilimenti balneari denominati ‘la Marinella’ e ‘Kursaal’, è stato interessato nel 2017 da una nuova delimitazione eseguita da una Commissione, appositamente convocata dalla Capitaneria di Porto di Roma, che ha fissato la nuova dividente demaniale marittima lungo la linea di confine tra il lungomare e gli stabilimenti balneari. Dunque un atto ricognitivo che ha preso atto dell’esistenza di una precedente dividente demaniale (quella del 1938) e che, secondo l’Arch. Cinzia ESPOSITO (principale conoscitrice della questione e presente nella scorsa Commissione), ha portato a cancellare i confini dell’area sdemanializzata riportando i lati ‘lunghi’ di questo enorme rettangolo (400 mila mq) a coincidere con il ciglio stradale del lungomare di Ostia, dove ad oggi si attestano gli stabilimenti balneari.

Pertanto, dopo 4 anni, siamo ancora in una fase procedimentale di riallineamento della dividente demaniale che però non si è perfezionata e assolutamente, in accordo con l’art.32 del Codice della Navigazione, costituisce titolo di demanialità. In altre parole, la modifica della dividente demaniale del 2017 non ha considerato l’area sdemanializzata nel 1938.
In conclusione, esiste sul Litorale una totale confusione amministrativa che compromette la regolarità dei canoni concessori da più di 50 anni emessi nei confronti degli stabilimenti balneari del Litorale romano. Se verrà confermato, il danno erariale sarebbe di proporzioni bibliche e inficerebbe sia il bando del 2020 sia il PUA (Piano di Utilizzazione degli Arenili). Non è più accettabile che si continui con il fallimentare metodo rutelliano del “pianificar facendo”, che ha portato disastri inenarrabili a Roma Capitale. Continuare ad insistere a fare bandi senza conoscere la consistenza dei beni dati in concessione (con schede piene di dati provvisori a causa di istruttorie non concluse e spesso piene di errori di misurazione e di errori sulle destinazioni d’uso, e che hanno portato a calcoli dei canoni concessori errati) è gravissimo perché non tutela gli interessi collettivi.

Per questa ragione abbiamo nuovamente chiesto oggi in Commissione (a maggior ragione per lo sgarbo istituzionale compiuto dall’Agenzia del Demanio e della Capitaneria di Porto che erano di nuovo assenti) di rendere pubblico da DOVE è stata spostata la dividente demaniale e il deposito in Commissione della documentazione inerente. Gli unici atti sono quelli di LabUr, depositati in Commissione. Oggi addirittura abbiamo fatto allegare la delibera 2709/1938 che l’agenzia del Demanio ha comunicato non aver mai visionato, quando noi l’abbiamo ottenuta con un accesso all’archivio Storico Capitolino, che è liberamente consultabile.

È chiaro a questo punto che se fra 15 giorni, alla terza convocazione di Commissione, non dovessero arrivare le risposte dagli enti competenti, LabUr dovrà rivolgersi alle opportune sedi giudiziarie.

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(*) http://www.labur.eu/public/blog/2022/03/04/ostia-bando-spiagge-ancora-troppa-nebbia/

 

 

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