OSTIA, PORTO DI ROMA – ESPOSTO PER PRESUNTE IRREGOLARITA’ NEI BILANCI DI UTENZA DEL 2016/17

PezzutoE’ stato inviato il 26 maggio 2017 un esposto da parte del Dott. Ing. Andrea Schiavone, all’ANAC, alla Capitaneria di Porto, alla Regione Lazio, al Comune di Roma, alla Guardia di Finanza, all’Agenzia del Demanio, alla Corte dei Conti e alla Prefettura di Roma (Raccordo Enti Locali), su presunte irregolarità nei bilanci di utenza (aa. 2007-2016; anomalia di importo, oltre 750.000,00 euro/anno). In particolare, l’esposto si concentra sulla variazione delle tabelle millesimali in funzione della realizzazione di nuove unità immobiliari non previste nell’Accordo di Programma, oltre che sul danno erariale per violazione di interessi pubblici giuridicamente protetti in assenza di vigilanza da parte del Comune di Roma e della Regione Lazio. Come da anni denunciato da LabUr, dal 2001 mai è stato istituito per il Porto turistico di Roma il necessario Collegio di Vigilanza come previsto per legge dall’Accordo di Programma ratificato tra Comune di Roma, Regione Lazio e privato per la realizzazione e gestione del Porto della Capitale. Nonostante ciò, in mancanza delle necessarie autorizzazioni del Collegio di Vigilanza, sono state modificate negli anni, in quantità e destinazione d’uso, le unità immobiliari come previste dagli atti amministrativi e notarili originari, modificando di conseguenza la tabella millesimale da applicare al bilancio di utenza. Tutto questo (e altro ancora) accade nonostante il Porto sia sotto il controllo dell’Amministratore Giudiziario, il Dott. Donato Maria Pezzuto, e molte delle voci in bilancio risultano gravate da presunte attività criminose emerse nel procedimento penale che hanno di fatto condotto al sequestro del Porto (p.es. l’attività di vigilanza interna di competenza della Gestione Servizi Porto di Roma srl).
Il Dott. Pezzuto è arrivato a sostenere che a differenza di quanto contenuto nell’atto notarile del 2002, i posti barca non sono più 794 bensì 831, con 1.500 mq in più di superficie d’acqua, con conseguente variazione nei calcoli verso l’utenza tutta del Porto. Non risulterebbero per altro anche molte voci di spesa facenti parte dei bilanci di utenza consuntivati dal 2007 al 2015, tra cui (p.es.) la voce ‘Affitti Passivi’, così come altre anomalie nella stesura dei bilanci e dunque nel calcolo degli importi addebitati alla utenza del Porto (p.es. l’applicazione dell’IVA al 22% per ogni singola voce, ordinaria e/o straordinaria, di manutenzione e/o di servizi, in preventivo e in consuntivo di bilancio).
Ricordiamo che la concessione del Porto di Roma ad Ostia è a tutti gli effetti un contratto pubblico ad oggi non vigilato, e dunque con possibile conseguenza di danno erariale, inteso come violazione di interessi pubblici giuridicamente protetti e come detrimento dell’immagine e della personalità pubblica degli enti pubblici preposti alla vigilanza.

Paula de Jesus per LabUr – Laboratorio di Urbanistica

Nota: il testo dell’esposto non viene pubblicato in quanto sono in corso accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria

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