WATERFRONT: SOLLECITO INCONTRO DIP. URBANISTICA

Il fax di LabUr che segue quello del tavolo partecipato sul “waterfront” (v. LINK) inviato oggi.

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X MUNICIPIO DI ROMA CAPITALE (ex-XIII): 5 TOPONIMI E UN NUOVO SANTO. I CITTADINI CHI LI HA VISTI?

‘Santo’ subito. Questo il coro unanime per l’Ing. Tonino Egiddi, dirigente U.O. Città Periferica presso il Dipartimento di Urbanistica del Comune di Roma. A sperticarsi in elogi, anche il Presidente del X Municipio (ex-XIII), Giacomo Vizzani: “Le grandi soluzioni si trovano con grandi uomini”, ovviamente riferito ad Egiddi. “Egiddi ci ha sopportato in questi tre anni” è il coro dei progettisti. “Grazie Egiddi, grazie!”, il coro dei presidenti dei Consorzi di autorecupero, ‘miracolati’ da Egiddi. Queste le dichiarazioni che si ricavano dalle registrazioni degli interventi e dagli scritti nel processo partecipativo.
Ma che cosa ha fatto Egiddi? Ha portato avanti in 3 anni il processo di progettazione dei cosiddetti toponimi, cioè nuclei abusivi non perimetrati. I primi 55 furono già individuati con la deliberazione di Consiglio Comunale n. 92 del 29 maggio del 1997. Però solo in data 21 dicembre 2009 il Consiglio Comunale, con deliberazione n. 122, ha definitivamente approvato gli “Indirizzi per il recupero urbanistico dei nuclei di edilizia ex abusiva: modalità per la formazione, l’approvazione e l’attuazione della Pianificazione Esecutiva”. Da quella data, i cori osannanti l’Ing. Tonino Egiddi al grido di ‘Santo subito’. Sebbene l’iter burocratico non sia terminato, finalmente tutti i consorziati all’interno dei toponimi possono dedicarsi al famoso mantra: “Speriamo che quanto prima possiamo costruire le nostre piccole case nei nostri piccoli lotti”. Ma è realmente così?
Da marzo 2006 il Comune di Roma si è dotato di un importante strumento per favorire il confronto e il dialogo tra Amministrazione e cittadini: il “Regolamento del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana”, in cui rientrano i toponimi. Dunque, ci si aspetterebbe un fiume di persone interessate a ‘partecipare’ agli incontri pubblici aperti alla cittadinanza del 18 luglio e del 21 novembre 2012 visto che sono ben 5 nuclei i edilizia ex abusiva da recuperare. In particolare:
n. 13.03 denominato “La Lingua Aurora”
n. 13.04 denominato “Infernetto Ponte Olivella”.
n. 13.07 denominato “Dragona – Via di Bagnoletto”
n. 13.08 denominato “Infernetto Via Lotti”
n. 13.10 denominato “Monti San Paolo – Monte Cugno”
Invece, a parlare durante il processo partecipativo solo i presidenti dei Consorzi, rispettivamente: Franco De Luca (1), Rina Rovo, Franco de Luca (2), Giancarlo Anelli, Giuseppe D’Anzieri. Nessun cittadino. Ma i miracoli un Santo Urbanista non li fa e dei 5 toponimi, ad oggi, solo uno (“La Lingua Aurora”) è stato adottato con la delibera di Assemblea Capitolina n.56 del 6 dicembre 2012, ed ora aspetta il via libera della Regione Lazio. Per gli altri 4, la strada è ancora lunga, anche se il 22 marzo la Giunta Capitolina, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Marco Corsini, ha approvato quello Infernetto-Ponte Olivella. Ora dovrà passare in commissione Urbanistica e in consiglio Municipale prima di approdare in Aula Giulio Cesare e dopo in Regione. Peccato che per Ponte Olivella ci sia il progetto, ma non le adesioni dei cittadini. Ecco perché durante il processo partecipativo non c’era nessuno. Perché dunque tutta questa fretta e tutta questa santità?

Paula de Jesus per LabUr

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WATERFRONT OSTIA: DALL’IDROSCALO A STAGNI, TUTTI SOTTO L’ACQUA

Siamo alla follia urbanistica. All’interno del programma di interventi per la riqualificazione del lungomare di Ostia, esiste anche il progetto di costruire 20mila mq di cemento in una zona dell’entroterra a forte rischio idrogeologico (da 1,5 a 2 metri sotto il livello del mare). E’ la zona segnata in cartina, perimetrata dalla ferrovia Roma-Lido e da ben tre canali di bonifica: il Collettore Primario di Ponente, il Canale delle Acque Medie e un fosso colatore. Non a caso la zona si chiama Stagni, in ricordo dello Stagno di Ostia che ricopriva da sempre queste terre depresse. Non solo, ma Stagni è una zona “caratterizzata prevalentemente da un insediamento sparso, in un contesto degradato, dotata di servizi del tutto insufficienti a soddisfare il fabbisogno dei residenti e priva di relazioni con l’insediamento spontaneo adiacente” (come scrive l’arch. Vittoria Crisostomi, dirigente dell’Ufficio di Progetto Litorale del Comune di Roma). Insomma, terreni di poco valore che però possono produrre alloggi per almeno 500 persone consentendo grandi affari ai soliti palazzinari che già si sono mossi sfruttando anche la compiacenza di qualche comitato di quartiere non proprio disinteressato. Ma il capolavoro è un altro, espresso in un linguaggio abbastanza cinico sempre nello stesso documento: “si può ipotizzare che i residenti delocalizzati dall’Idroscalo, con maggior capacità economica, possano trovare accoglienza in tali aree. Al momento le previsioni attestano il fabbisogno di riservare a tali figure intorno a 5.100 mq di superficie di alloggi”. Tradotto: a un centinaio di persone dell’Idroscalo (le ‘figure’ con ‘maggior capacità economica’ di quell’area) verrà demolita la propria casa e dovranno venire a Stagni. Con questa scusa, si potranno costruire alloggi per altre 400 persone. Un bel giro di speculazione alla faccia della riqualificazione e del problema idrogeologico che da anni la politica romana si trascina appresso provocando morti e danni nel XIII Municipio ad ogni pioggia torrenziale. Waterfront, Stagni, Idroscalo: poi dicono che ci si allaga…

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DE VITO (M5S), CANDIDATO A SINDACO DI ROMA: GRILLO O LOCUSTA?

E così anche il M5S sceglie un sindaco che di Urbanistica (U maiuscola) non ne capisce nulla. Peggio di Alemanno? A leggere la seguente sua affermazione, sembrerebbe proprio di si: “Da valutarsi anche un piano di piste ciclabili e la sua fattibilità urbanistica. Penso sia un punto importante”. La frase è tipicamente ‘grillina’: si usano termini presi dal vocabolario tecnico (in questo caso solo la parola ‘urbanistica’), si associano a un concetto comune (in questo caso, le piste ciclabili) e si costruisce una frase ad effetto che però non vuole dire nulla. Premesso che il significato di una delle 5 stelle del Movimento è proprio la ‘mobilità sostenibile’, premesso che con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n.27 del 24.04.2012 è stato approvato il Piano Quadro della Ciclabilità di Roma Capitale, premesso che forse la ‘fattibilità’ di una pista ciclabile dovrebbe valutarsi sull’aspetto economico (regolato da specifiche leggi sui finanziamenti e sull’accesso a fondi speciali) quello che lascia allibiti è la cultura da internet di Marcello De Vito, che nel suo programma scrive: “Mobilità – sviluppo di tutti i mezzi alternativi alle auto: metropolitane leggere di superficie, tram, ecobus, piste ciclabili. Favorire il car sharing e pooling”. Superfluo dire che anche questo non vuol dir nulla (mancano i deltaplani). Residente ma sconosciuto alla gran parte dei comitati di quartiere nel IV Municipio, De Vito non è riuscito (fino al 13 marzo 2013) a produrre un programma municipale per le prossime elezioni, proprio lui che da un anno ci ‘lavorava’ tramite l’apposito ‘forum’ del M5S. Però il 21 marzo viene scelto come candidato a sindaco di Roma con 533 voti elettronici… Ma questi sono grilli o locuste per la pubblica amministrazione? Sono saggi per esperienza o voraci nella loro esaltazione? Sanno cosa vuol dire essere sindaco di Roma? Concludiamo riportando le tre parole tre del suo programma ‘urbanistico’: “Recupero delle periferie”. Amen.

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XIII MUNICIPIO, ROMA: EMERGENZA TRAFFICO E MOBILITA’. ESPOSTO ALLA PROCURA DI ROMA.

Inoltrato esposto alla Procura di Roma, alla Prefettura, alla Protezione Civile, alla Guardia di Finanza e al Comune di Roma per l’emergenza relativa al traffico e alla mobilità nel XIII Municipio del Comune di Roma che ha raggiunto livelli non più sostenibili per la popolazione residente. Il sindaco di Roma, dal 2006, ha potuto usufruire di poteri speciali di Protezione Civile in quanto commissario delegato per l’attuazione degli interventi volti a fronteggiare l’emergenza dichiarata nel territorio della Capitale. Nulla è stato fatto. Con lettera firmata dal Capo Dipartimento della Protezione Civile, Francesco Gabrielli, si apprende che a partire dal 1 gennaio 2013 “non è stata predisposta alcuna proroga dell’emergenza in questione” e che è ancora in corso di definizione “l’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile con cui viene disposto il subentro dell’Ente ordinariamente competente, cioè il Comune di Roma” (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Protezione Civile, prot.n. CTZ/0010044 del 15 febbraio 2013 a firma autografa del Capo del Dipartimento, Franco Gabrielli). Considerato lo stato disastroso del traffico e della mobilità nel XIII Municipio (buche, strade congestionate da/verso Roma, disservizi Roma-Lido, etc.) riteniamo inaccettabile questa situazione e chiediamo di verificare l’esistenza di reati penali imputabili a chi fino ad oggi non ha fatto nulla.

testo esposto: http://www.labur.eu/varie/espostodpcm2006.pdf

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Ostia, dal waterfront al waterflop: delibera scandalosa dell’ultim’ora

Queste le dichiarazioni di LabUr dopo aver preso visione del Programma di Interventi per la riqualificazione di Ostia e del Lungomare contenuto nella delibera di Giunta Capitolina:
Paula de Jesus (urbanista per LabUr): “Non ho nulla da dichiarare se non che quanto riportato in delibera non è un progetto di waterfront degno di una capitale come Roma, nota a livello mondiale. Non so come non si vergognino nel presentare a livello internazionale questa cafonata edilizia”
Andrea Schiavone (Presidente di LabUr): “Dopo il flop a Milano, a giugno 2012, durante l’EIRE (l’Expo Italia Real Estate, tra le più importanti fiere internazionali dedicate al settore immobiliare), dove l’incontro con gli investitori per il waterfront andò deserto, adesso si cerca di far vedere con raffazzonate delibere dell’ultim’ora che almeno esiste la garanzia amministrativa degli investimenti. Nulla di più falso: nella delibera non c’è un numero che sia giusto dal punto di vista del piano economico-finanziario del progetto. Uno zibaldone di termini come costi, ricavi, entrate, uscite, investimenti e finanziamenti che non sono altro che “parolacce” pronunciate da una giunta capitolina incompetente”

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OSTIA, POLO NATATORIO: ESPOSTO IN PROCURA PER ATTIVITA’ EXTRA-SPORTIVE

Beatrice Lorenzin

Grazie alla nostra segnalazione, la sede dell’evento sul waterfrotnt che vedrà protagonisti il Presidente di FederBalneari Italia l’Ing. Renato Papagni e l’On. Beatrice Lorenzin, e come moderatrice Antonella Moroso non si terrà al Polo Natatorio bensì presso il Ristorante Lido, Lungo Mare Paolo Toscanelli n° 63, sempre mercoledì alle ore 12:00. Ma noi andiamo fino in fondo: partito l’esposto in Procura.

ESPOSTO – Racc. A/R anticipata via fax – 20/02/2013
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA fax 0639736135
COMUNE DI ROMA
Sindaco di Roma Giovanni Alemanno fax 0667103590
Segretariato Generale Liborio Iudicello fax 0667103639
Capo di Gabinetto Sergio Basile fax 0667105556
Direttore Esecutivo Raffaele Borriello fax 0667104439
Dipartimento Sport Bruno Campanile fax 065744386
Delegato Politiche Sportive Alessandro Cochi fax 06671070332
FIN Paolo Barelli fax 0636200400
Ufficio Stampa fax 0636200473
Oggetto POLO NATATORIO DI OSTIA: ATTIVITA’ EXTRA-SPORTIVE AL SUO INTERNO.
Il laboratorio urbanistico LabUr, nella persona del Presidente dr.Ing. Andrea SCHIAVONE, nato a Roma il 18 marzo 1963, con sede in Via G.Luporini 105 – 00124 Roma (RM), telefono 340-5708124,
ESPONE I FATTI DI SEGUITO RIPORTATI
Utilizzo improprio del Centro Federale FIN di Ostia, in via delle Quinquremi 100 – 00122 Ostia Lido (RM). In particolare si segnala la ripetuta presenza al suo interno di attività extra-sportive in netto contrasto con il fine dell’impianto sportivo comunale dato in gestione alla Federazione Italiana Nuoto dopo i Mondiali di Nuoto Roma 2009. Si citano solo le seguenti attività come esempio:
– Riprese all’interno dell’impianto sportivo della serie televisiva “Come un delfino” (registrata il 25 giugno 2010 e andata in onda su Canale 5 il 1-2 marzo 2011) e “Come un delfino 2” (registrata il 16 febbraio 2012 e prevista in onda ad inizio 2013) con Raoul Bova, per la casa di produzione Sanmarco Film Production srl (Via Magna Grecia, 84 – 00183 Roma);
– Evento ‘Ostia Sposa’ all’interno del parcheggio dell’impianto sportivo, tenutosi il 26-28 ottobre 2012 a cura di Carlo Senes, ideatore e organizzatore dell’evento stesso nonché presentatore di Canale 10, Via dei Galeoni 30 – 00122 Ostia Lido (RM);
– Convegno dell’Associazione Colleganza Forense, presidente Avv. Maurizio Neri, Via Quinto Aurelio Simmaco, 7 – 00122 Ostia Lido (RM), presso la Sala Conferenze del Polo Natatorio di Ostia in data 24 ottobre 2012;
– Parcheggio interno dell’impianto sportivo riservato per la stagione balneare 2011 agli abbonati dello stabilimento ‘Le Dune Village Srl’ Lungomare Caio Duilio, 22 – 00122 Lido Di Ostia (RM)
PREMESSO
– che il Centro Federale Polo Natatorio Ostia è un impianto Sportivo di Roma Capitale dato in concessione alla FIN;
– che il Centro Federale Polo Natatorio Ostia è soggetto al ‘Regolamento per gli impianti sportivi di proprietà comunale’, Deliberazione Consiglio Comunale n. 170/02;
– che l’articolo 13 (Revoca della concessione), recita: “La concessione è sottoposta a revoca per uso improprio dei beni… e per violazione delle prescrizioni del presente Regolamento”;
– che l’articolo 14, c.18 (Obblighi del concessionario), recita: “In occasione di manifestazioni non a carattere sportivo organizzate all’interno dell’impianto sportivo, che dovranno comunque essere autorizzate dall’Amministrazione Comunale, il Concessionario deve osservare, e far osservare, il limite massimo delle persone ammissibili nello stesso stabilito dalla Commissione di Vigilanza sui locali di Pubblico Spettacolo”;
– che l’articolo 16 (Divieto di sub concessione), recita: “L’utilizzo temporaneo per finalità diverse da quelle previste nel programma di gestione deve essere preventivamente autorizzato dall’Amministrazione Comunale e/o Municipale”;
SI CHIEDE
considerati gli scandali che hanno già interessato il Polo Natatorio di Ostia all’interno delle vicende giudiziarie legate ai Mondiali di Nuoto Roma 2009, di verificare l’esistenza di Delitti contro la Pubblica Amministrazione da parte degli enti responsabili al processo di autorizzazione degli eventi extra-sportivi tenutisi negli ultimi 4 anni dentro il Polo Natatorio di Ostia, in particolare il reato di abuso in atto di ufficio per ripetute violazioni di precise norme di regolamento che arrecano ai cittadini un danno ingiusto nonché quello di omissione in atti d’ufficio.
Si chiede altresì, a norma degli artt. 90 , 406 e 408 c.p.p., di essere sentito per fornire elementi di prova nonché di essere informato dell’eventuale richiesta di proroga delle indagini preliminari e/o dell’eventuale richiesta di archiviazione della presente istanza.
Con osservanza, dr.Ing. Andrea Schiavone – presidente LabUr

ESPOSTO

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POLO NATATORIO DI OSTIA: NESSUNA PROPAGANDA POLITICA. NO ALL’EVENTO DEL PDL DEL 20 FEBBRAIO.

L'area dove sorgerà il Polo Natatorio di Ostia: trivellazioni non autorizzate prima della bonifica di ordigni bellici. Sullo sfondo, lo stabilimento balneare 'Le Dune' della famiglia Papagni.

Come è possibile che dentro un Centro Federale della Federazione Italiana Nuoto, ottenuto dalla FIN in concessione dal Comune di Roma, si svolga in tempo di elezioni regionali un evento di chiara propaganda elettorale? Accade nel famigerato Polo Natatorio di Ostia, sotto indagine da parte della Procura di Roma, sorto per i Mondiali di Nuoto di Roma 2009 e dopo 4 anni ancora non del tutto terminato, suppur costato quasi 40 milioni di euro contro i 13 previsti. L’evento è quello fissato per mercoledì 20 febbraio, alle ore 12, presso la Sala conferenze del Polo Natatorio di Ostia, in via delle Quinqueremi 100, con il presidente di FederBalneari Italia, l’Ing. Renato Papagni (già discusso direttore tecnico degli impianti natatori Roma ’09 e finito più volte davanti alle telecamere de ‘Le Iene’), l’esponente del Popolo della Libertà, l’On. Beatrice Lorenzin e la candidata del PdL alla Regione Lazio, Antonella Moroso, quest’ultima resasi ‘famosa’ nel XIII Municipio per la sciocchezza di istituire un “ adiacente al capo treno, per dare più sicurezza alle donne sulla Roma-Lido” (!!!).
Dopo aver girato dentro il Polo Natatorio di Ostia i film con Raoul Bova, dopo aver ospitato gli incontri dell’associazione di avvocati romani “Colleganza Forense”, dopo aver ospitato discutibili eventi come ‘Ostia Sposa’, dopo lo scandalo denunciato da Repubblica del servizio mensa nei confronti di atleti e dirigenti che lo frequentano tramite convenzione con il vicino ristorante “Al Pescatore” (che ha in concessione anche il bar all’interno dell’impianto sportivo), dopo esser stato adibito a parcheggio per lo stabilimento balneare del fratello di Renato Papagni, adesso è il momento degli eventi in campagna elettorale. Tutto gravita sempre nell’area Davide Bordoni (Assessore Comunale ‘Politiche di Sviluppo del Litorale’, PdL), Paolo Barelli (Presidente FIN, Senatore PdL), Renato Papagni (una volta presidente Assobalneari, una volta presidente Federbalneari, una volta membro FIN: boh!). Ricordiamo a questi signori quanto segue:

– il Centro Federale Polo Natatorio Ostia è un impianto Sportivo di Roma Capitale dato in concessione alla FIN;
– il Centro Federale Polo Natatorio Ostia è soggetto al ‘Regolamento per gli impianti sportivi di proprietà comunale’, Deliberazione Consiglio Comunale n. 170/02;
– l’articolo 13 (Revoca della concessione), recita: “La concessione è sottoposta a revoca per uso improprio dei beni… per violazione delle prescrizioni del presente Regolamento”;
– l’articolo 14, c.18 (Obblighji del concessionario), recita: “In occasione di manifestazioni non a carattere sportivo organizzate all’interno dell’impianto sportivo, che dovranno comunque essere autorizzate dall’Amministrazione Comunale, il Concessionario deve osservare, e far osservare, il limite massimo delle persone ammissibili nello stesso stabilito dalla Commissione di Vigilanza sui locali di Pubblico Spettacolo”;
– l’articolo 16 (Divieto di sub concessione), recita: “L’utilizzo temporaneo per finalità diverse da quelle previste nel programma di gestione deve essere preventivamente autorizzato dall’Amministrazione Comunale e/o Municipale”.

Poichè per Statuto la FIN non può fare propaganda politica (“La Federazione Italiana Nuoto (FIN), fondata nel 1899 come Federazione Rari Nantes e entrata nel CONI come FIN nel 1928, ha lo scopo di promuovere, organizzare, disciplinare e diffondere le discipline natatorie in Italia e all’estero”), chiediamo con urgenza di intervenire e far sospendere l’evento programmato, nonchè di sanzionare i responsabili ai sensi delle leggi, normative e regolamenti esistenti.

In caso di mancata comunicazione al sottoscritto entro le ore 11:00 del giorno 20 aprile 2013 tramite comunicazione ufficiale via PEC all’indirizzo andreaschiavone@pec.it, si provvederà ad inoltrare dettagliata denuncia presso la Procura di Roma trattandosi di violazione di precisi articoli del codice penale.

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CONI: SCANDALOSA ELEZIONE DI MALAGO’ DOPO LA DISCUSSA ASSOLUZIONE NEL PROCESSO SUI MONDIALI DI NUOTO

Il presidente del Circolo Aniene succede a Gianni Petrucci (nella foto insieme)

Dopo l’assoluzione del 12 luglio 2012 nel processo sui ‘presunti’ reati edilizi compiuti negli impianti realizzati per i Mondiali di Nuoto Roma 2009, ecco la scandalosa elezione di Giovanni Malagò a presidente del CONI. Per decenza questo signore non si sarebbe neppure dovuto candidare. L’assoluzione anticipata nel processo dei mondiali di nuoto lo aveva già fatto intuire: la pendenza del procedimento penale in corso avrebbe impedito a Malagò di candidarsi alla presidenza del CONI prima della sentenza finale. Dunque a Malagò è stato riservato un percorso privilegiato e riservato rispetto al lunghissimo iter del processo. Ricordiamo che la documentazione comprovante la conformità dell’impianto Aquaniene esiste, anche se è arrivata al processo mesi dopo la fine dei Mondiali di Nuoto e malgrado fosse stato riconosciuto “impianto pubblico” grazie a due delibere postume del Comune di Roma. Neppure si è proceduto alla verifica di tutti i vincoli gravanti sui terreni dove è sorto l’Aquaniene, su cui il Commissario Delegato, che ha rilasciato il permesso di costruire al posto del Comune di Roma, non poteva andare in deroga. Bel colpo, ma basta leggere la tabella qui sotto per capire come sono andate le cose. Aggiungiamo che l’assoluzione è stata motivata in funzione di quanto espresso dalla sentenza n.5799 del 28 ottobre 2011 del Consiglio di Stato, sez. IV. Dal 6 luglio 2010 è presidente del Consiglio di Stato il 75enne Pasquale de Lise, comparso in intercettazioni dell’inchiesta sui Grandi appalti e amico di Angelo Balducci, Commissario Delegato ai Mondiali di Nuoto prima di Claudio Rinaldi. Pasquale de Lise è amico di Gaetano Trotta, con cui è stato più volte visto andare a messa le domeniche alla Giannella, presso Orbetello, ed è amico di Giovanni Malagò, giocando a tennis presso il Circolo Canottieri Aniene, dove è chiamato confidenzialmente «Lino». Auguri al presidente Malagò per il suo nuovo incarico.

SCHEMA CRONOLOGICO
31 marzo 2009 – data ultima per la consegna dell’impianto, come previsto, pena annullamento della concessione, dalla delibera del Consiglio Comunale nr.85 del 21 maggio 2007
02 agosto 2009 – chiusura Mondiali di Nuoto
04 agosto 2009 – collaudo statico dell’Aquaniene
14 dicembre 2009 – fine lavori dell’Aquaniene (data desunta dal primo certificato di agibilità)
28 dicembre 2009 – primo certificato di agibilità (dichiarazione dell’avvocato Carlo Longari)
24 febbraio 2010 – collaudo tecnico-amministrativo dell’Aquaniene
12 aprile 2010 – data consegna al Comune di Roma del progetto di realizzazione
04 maggio 2010 – data consegna al Comune di Roma del progetto architettonico esecutivo
10 maggio 2010 – data consegna al Comune di Roma del progetto architettonico definitivo
04 giugno 2010 – validazione del progetto da parte del Comune di Roma (Dipartimento Tutela Ambiente e del Verde – Promozione dello Sport)
30 giugno 2010 – prima delibera salva-Aquaniene
20 settembre 2010 – seconda delibera salva-Aquaniene
06 ottobre 2010 – nuovo certificato di agibilità (determinazione dirigenziale 995, allegato n.11 agli atti del processo)

INTERVISTA DEL 20/02/2013 SU RADIOPOPOLARE ROMA 103.3

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XIII MUNICIPIO, ROMA: SCOMPAIONO SOLDI, PISTE CICLABILI E RESTI ARCHEOLOGICI. RESTANO LE BUCHE E UN CAMPEGGIO.

Il cartello lavori della pista ciclabile su via di Castelfusano

Via di Castelfusano, strada importantissima del XIII Municipio: oltre 3 km di buche e radici, quasi un milione di euro scomparsi per ripararla in somma urgenza e un limite di 30 km/h da pochi mesi istituito per evitare di doverla chiudere. Affianco, lavori appena iniziati di una bella pista ciclabile che costa quasi 405 mila euro che però l’assessore ai LL.PP. del XIII Municipio, Amerigo Olive, sponsor dell’iniziativa, ora non vuole più. A causare tutto questo, secondo la versione di Olive, la Soprintendenza Archeologica di Ostia che ha richiesto, tra un pino e un altro, di scavare altre ‘buche’ per fare dei sondaggi archeologici. Per una pista ciclabile? Strana situazione, perché dal lato opposto, oltre la strada piena di buche, sono in corso, dentro la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, pesanti lavori di ruspe per la costruzione (in cemento!) di un campeggio senza che siano stati avviati sondaggi archeologici supplementari. Ricordiamo che nell’area del campeggio Capitol, appunto su via di Castel Fusano, tornarono alla luce anni fa (prima del sequestro del 2007) una villa romana, sepolture ed antiche strutture (forse moli d’attracco) che aspettavano di essere maggiormente indagati per impedire che venissero ricoperti da un cemento che sembrava addirittura abusivo. Ora il sequestro misteriosamente del campeggio non c’è più, così come non ci sono più i soldi per sistemare via di Castelfusano. C’erano invece i soldi per fare una pista ciclabile ma sembra che il governo Monti se li sia ripresi. Vuoi vedere che sono scomparsi anche i resti archeologici? Rimane solo, di questa vicenda tutta ostiense, il limite dei 30 km/h per le buche e un campeggio.

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